Re: [Hackmeeting] una curiosità

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Author: Sigmund Baginov
Date:  
To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] una curiosità
On Sunday 17 September 2006 16:45, Dame` wrote:
> si ma la storia va avanti...ci sono gli anni che passano
> tutto cambia anche la complessità della realtà politica ...
> dovrebbero cambiare anche i linguagi e i toni
> e soprattutto le analisi e i motodi di intervento sulla realtà
> l'hacking ci mette a disposizione nuovi linguaggi, nuovi metodi e
> nuove forme di lotta, che per la prima volta potrebbero attrarre e
> coinvolgere gente che la pensa tra loro diversamente
> tu invece stai ancora a puntare il dito contro chi la pensa
> diversamente da te e non stai facendo nulla di diverso da quello che
> abbiamo visto in scena in questi anni fuori e dentro il sistema,
> e che non ha prodotto ancora nulla di buono se stiamo ancora qui a
> ragionare su certe cose


Quindi per te queste mirabili alternative che l'hacking ci offre sono la
cooperazione con le forze repressive? Interessante, sul serio...
Io non punto il dito verso chi la pensa diversamente da me, io punto il
dito verso che per professione reprime la mia liberta' di fare hacking,
in tutte le sue forme, quotidianamente

> giacchè poi citi la storia, dalla storia s'impara..anche a non fare
> più gli stessi errori...
> Anna Arendt - l'ho già citata questa cosa qualche anno fa in questa
> stessa mailing list - ha ben spiegato
> - e lei forse di repressione a autoritarismo ne sa molto più di te,
> che ne dici? - che "il rispetto della condizione della pluralità
> assicura la possibile esistenza di un mondo, e solo l'esistenza di
> tale mondo è la condizione di possibilità di uno spazio
> pubblico-politico come spazio di libertà".


Citare a sproposito non e' mai stata una bella pratica, soprattutto se
parli di rispetto delle pluralita' ma eviti attentamente di andare ad
analizzare quella che, sempre per citare a vanvera, puo' essere
definita la dittatura della maggioranza che vede negli strumenti
repressivi la sua salvaguardia e la sua forza

> i toni e il linguaggio che usi sono vecchi e inefficaci...anche
> pericolosi non puoi utlizzare questi toni e questi linguaggi senza
> sembrare di parte (oltre che poco creativo) e quindi anche tu
> sottoposto a un potere "ideologico"...proprio tu che sei contro ogni
> forma di potere


Chiunque apra la bocca al mondo e' "di parte" e chiunque utilizzi il
linguaggio per comunicare esprime il suo punto di vista e nient'altro
che quello, soprattutto nel momento in cui rifiuta ogni forma di delega
e di rapporto di potere. Anche tu sei di parte quando parli,
l'oggettivita' della comunicazione e' una bella favoletta a cui ormai
non credono neanche piu' i bambini

> chi ti ascolta percepisce solo l'autorità con cui parli, e la rabbia
> con cui ti approcci alla gente
> se hai un'ideale che non soddisfi solo TE STESSO ma l'intera
> comunità..questo ideale non trapela...
> soprattutto quando inviti qualcuno a dire la sua "opinione diversa"
> ALTROVE


Le sue opinioni diverse, ma soprattutto la sua attivita' quotidiana
negano, nei fatti, l'esistenza stessa della mia possibilita' di
espressione. La sua collaborazione con le forze dell'ordine fornisce
gli strumenti per la repressione e la censura delle mie idee. Non mi
interessa confrontarmi con chi e' parte dei miei problemi,
consapevolmente, e poi viene anche a farmi la predichina morale.

> non trapela un'ideale che voglia favorire la comunità tutta (perchè
> dovresti essere solo contento se uno che la pensa diversamente da te
> è attratto da / e conversa nei luoghi che frequenti tu e in cui fai
> circolare le tue buone idee...idee che se le comunichi bene possono
> persino contagiare)


Un'ottimo ideale e' quello della presa di coscienza collettiva della
problematicita' di chi, attraverso le proprie competenze, collabora con
la repressione. La scusa del "io fornisco solo gli strumenti" non
funziona, fornire gli strumenti e le competenze significa essere
complici di chi, programmaticmaente e per sua stessa natura, cerca di
censurare e limitare le liberta' di ognuno di noi, in rete e nella
quotidianita'.

> parli poi di hackmeeting come evento politico...
> probabilmente tu pensi che la politica dell'hackmeeting sia CONTRO
> qualcosa e non PER qualcosa....
> probabilmente tu pensi che l'hackmeeting sia un pò come una sede di
> partito: tutti la pensiamo uguale, tutti fanatici del nostro leader o
> ideale..tutti ci facciamo seghe ideologiche su come è merda la nostra
> controparte Tu riduci l'hackmeeting ad un evento di poca cosa (spero
> solo a parole)...ma l'hackmeeting
> è per COSTRUIRE, non per DISTRUGGERE
> è per CONDIVIDERE, non per SELEZIONARE


Le seghe ideologiche di cui parli sono parte integrante di questa
realta' e ne hanno motivato la nascita e 9 anni di archivi di questa
mailing list te lo possono tranquillamente dimostrare. Non si tratta di
pensarla tutti uguali ma di non stracciare le palle continuamente
dicendo che hacking non e' politica (quando basta leggere le liste per
capire che non e' cosi') e tollerando come se niente fosse chi per
mestiere aiuta la repressione e chi ogni giorno si applica perche' le
mie liberta', in rete e nella quotidianita', siano sempre piu' limitate
e sottoposte a censure e controlli.

SiBa