R: (L) report due giorni DIY ad El Paso Occupato - aka la sc…

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Author: Fabrizio Mastello Rec.
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To: 'autoprod - muzak - no-copyright - etc.'
Old-Topics: Re: (L) report due giorni DIY ad El Paso Occupato - aka la scena autoproduzioni in italia
Subject: R: (L) report due giorni DIY ad El Paso Occupato - aka la scenaautoproduzioni in italia
Pinke scrive:
dopodiche' io sono la prima a dire che ci vuole una policy, ma aprire
uno spazio sul portale non puo' voler dire mettersi davanti a un
tribunale che esamina tutta la tua vita e decide se sei degno oppure no.
ad esempio (mi tocca entrare nelle beghe torinesi anche se proprio non
vorrei!) se mastello continua il suo progetto di label con gli stessi
canoni di sempre non vedo perche' questo progetto non dovrebbe stare sul
portale. il fatto che la stessa persona poi apra un locale non implica
necessariamente un mescolarsi delle due cose mi pare. se l'etichetta
continua ad essere diy (per come lo intendiamo noi) mi sembra che le
cose non cambino.

OK.L'ETICHETTA NON SI FARA' MAI DEI SOLDI. E non centrerà prettamente
con il locale (anche se ovviamente i gruppi coprodotti dal sottoscritto
avranno sempre spazio sul palco). Su questo non ci piove...
Ma se parliamo di attitudine come mi sembra di capire allora
l'attitudine comporta anche la passione.
Se la passione ti spinge a ritagliare le copertine dei tuoi cd, ad avere
voglia di suonare insomma a sbatterti per autoprodurti e crearti spazi
(che secondo me vuol dire anche cercarti un posto legale/illegale dove
suonare) allora la passione ha spinto me e altra gentaglia (purtroppo
assente su questa lista) ad aprire un circolo.
E sapete perché questo potrà servire in un futuro ai gruppi
autoprodotti?
Perché magari il gruppo autoprodotto che verrà a suonare nel circolo pur
essendo di torino prenderà dei soldini che gli serviranno (se praticano
la logica autogestionaria) magari a stamparsi il 7pollici, i cd e/o
qualsiasi tipo di gadget (che fa trendy). Tutto questo è sbagliato?
Ad esempio nei primi anni 90 la scena hc torinese (arturo, framenti,
belli cosi.ecc...ecc...) suonava a torino solitamente negli spazi
occupati (che erano il doppio rispetto ad ora, non erano delle sette ed
erano il triplo più attivi) poi capitava di vederli suonare in una
birreria (il manhattan) perché magari avevano bisogno di due soldi di
base per prodursi il 7pollici (Nuovo rock italiano dei belli cosi è
stato principalmente prodotto così). Questo loro modo di fare era
sbagliato?
E se, visto lo spazio che abbiamo, il circolo ospitasse anche una
presentazione del portale autoproduzioni.org oppure che ne so un
hackmeeting, ampliando quindi il bacino di utenza e l'interesse verso
queste cose, sarebbe comunque il diavolo?

Altro esempio.
Se il nostro circolo andrà bene e alla fine dell'anno avremo dei soldi
in più, visto che non ci sentiamo fuori dalle lotte del movimento, e li
versereremo benefit per qualche situazione (blackout, silvestre,
g8...ecc...ecc) saremo sempre tacciati di essere una figura commerciale?

Insomma, credo che uno possa anche autoprodursi e supportare certe
situazioni al di fuori della logica degli spazi occupati mantenendo la
stessa attitudine e la stessa passione.
Lo dimostra anche Radio Blackout che a livello legale è in ultra regola
(è un'associazione ed è ospitata in locali comunali) e che da anni
continua ad essere l'unico posto in torino dove le pratiche
autogestionali sono rimaste intatte e vengono rispettate, cosa che nei
posti occupati, a parer mio e per esperienza, manca da troppo tempo (e
infatti i ragazzini preferiscono andare a vedere un concerto altrove che
ad el paso).

Fabry