Il giorno Fri, 20 Oct 2006 20:08:43 +0200
NeCoSi <necosi@???> ha scritto:
> ma piuttosto che spronare allo studio dell'itagliano, consiglio quello
> dell'inglese, xkè praticamente è l'unico linguaggio davvero utile per
> sopravvivere nell'era della globalizzazione.
Xkè? $bestemmia E ti ricordo che ci va l'accento acuto... ;-)
L'inglese nell'era della globalizzazione lo puoi pure parlare
rozzamente, devi aver proprietà della lingua in cui pensi... Chi non sa
scrivere decentemente (analfabeti a parte) il più delle volte non sa
neanche pensare, o almeno è questa è la mia impressione. In inglese
difficilmente ci pensi.
E per lo stesso motivo non trascurare la ricchezza insita nelle
peculiarità di ogni lingua o dialetto, che non è roba da cultori delle
lingue, è una di quelle poche cose che ci permettono di pensare, di
agire, di creare così diversamente gli uni dagli altri anche in questo
pan-occidente dove tendiamo a vivere tutti la stessa vita. Dico, vuoi
che ci mettiamo tutti e 6 miliardi a dire "fac iù"?
DEH, parliamo l'italiano, o l'itagliano (non m'importa se uno è nemico
dell'ortografia e scrive acellerazzione, ma se mi scrive "c'è nè uno"
penso che forse non sa scrivere perché non sa pensare, o viceversa...
comunque questo sì mi dispiace assai).
I miei € 0,02 di rimborso per la lettura (ma poi si scrive 2¢ o ¢2?).