In effetti sono soddisfatto. Ho avuto quello che cercavo, se non altro 
delle conferme. Tuttavia, data la confusione generale, che in parte ho 
causato io stesso (a volte sono piuttosto ingenuo in effetti) non 
introducendo adeguatamente un progetto che meritava una attenzione 
diversa, in parte da interpretazioni del tutto sbandate, rispondo a 
questo post di Angelo che tra tutti mi pare il più sensato e 
indubbiamente il più ragionato. Non me ne vogliano gli altri.
Cerco di farla breve perché dovermi giustificare per l'ennesima volta 
mi pesa e in questa lista è una pratica consolidata che cesserò con 
questo post.
Premetto che il documento che avete letto:
- era destinato ad una riunione interna di Anomolo e il suo utilizzo 
era esclusivamente interno
- non ha NULLA di definitivo e contiene soltanto proposte potenziali, 
alcune più plausibili (la scuola), altre totalmente da verificare e 
testare (ACS ecc.)
- è stato postato in lista dopo averne discusso con Scarph e con Angelo 
che mi hanno consigliato di farlo
- non ha affatto la pretesa del documento ufficiale, noi stessi di 
Anomolo dobbiamo valutare ogni situazione e prendere delle decisioni in 
proposito
- non va in conflitto con Left dato che si propone degli obbiettivi che 
porterebbero solo benefici al copyleft e al no-copyright quindi alla 
lista e comunque concentrati intorno all'attività dell'etichetta
- non ha nessuna intenzione di fare del "nuovismo" generico e 
generalizzato ma parte da una volontà di rinnovamento circoscritta e 
necessaria ad Anomolo
- infine il termine "liberalizzazione della musica" è un errore di 
forma di cui mi assumo io la responsabilità. Sta per liberare la musica 
e non ha alcun legame con il neoliberismo (questa cosa mi ha fatto 
veramente fare due risate)
CFA è nato in un contesto particolare, durante un incontro musicale che 
noi di Anomolo abbiamo organizzato in collaborazione con il CSA 
Mezzacnaja di Senigallia. L'evento, al quale siete stati invitati TUTTI 
a partecipare (ma al quale nessuno tranne Scarph si è degnato di 
rispondere) ha confermato ciò che il meeting di Left aveva 
preannunciato, cioè che in condizioni come quelle nelle quali ci 
troviamo ad operare è impossibile dare una continuità agli approcci 
copyleft/no-copyright. Parlo in termini di pubblico, attenzione, 
comprensione, diffusione, futuribilità. Sono nate delle riflessioni e 
non nascondo che una di queste vedeva tra le tante possibilità quella 
di concludere l'esperienza dell'etichetta ormai statica e meno 
appassionante dell'inizio ma al contrario sempre più carica di 
pressione economica dato lo zero in entrata e diversi doppi zeri in 
uscita. Così si è fatta una somma delle idee che in questi anni sono 
scaturite dalle nostre esperienze dirette e da quelle collaterali: la 
conclusione è stata molto semplice, l'etichetta  non può continuare a 
lavorare in sofferenza (economica principalmente), l'impegno che si è 
presa nei confronti della musica prodotta è sempre stato tenuto in 
seria considerazione cosiccome quello nei confronti dei musicisti che 
hanno deciso di entrare a farne parte e il rischio di vanificare tutto 
è una minaccia che ci soffia sul collo. Ci siamo ritrovati nel baratro 
che ci aspettavamo: impossibilità di dare una continuità all'attività 
del musicista (sia in termini di possibilità concrete di suonare, sia 
in termini di sostegno economico alla propria attività) e a quella 
dell'etichetta, per gli stessi motivi. Nessuna delle collaborazioni 
attivate in questi anni si sono rivelate risolutive in tal senso. Però 
c'erano delle buone idee in cantiere, situazioni interessanti nate 
spesso dalle circostanze (ad esempio il corso di autoproduzione e 
autopromozione che sto tenendo ad una associazione di musicisti 
marchigiani, i contatti con il cinema, ecc.). Non abbiamo fatto altro 
che selezionarle e metterle insieme.
Tuttavia questo assemblaggio di fortuna non si è rivelato sufficiente a 
giustificare una "rinascita", avevamo bisogno di qualcosa di diverso, 
capace di dare un coordinamento a tante direzioni spesso sfocate e 
frammentarie. CFA è stato pensato per fare questo, proporre e 
coordinare idee dall'alto lasciando alle realtà concrete la completa 
autonomia di realizzarle. Fate bene attenzione CFA non è Anomolo e se 
oggi è composto dalle stesse persone è perché quelle ne hanno discusso 
e ne hanno stilato una bozza, domani non si sa, potrebbero esserci 
altre figure completamente nuove, non lo possiamo prevedere. Oggi 
lavora per Anomolo ed è' stato pensato come una proiezione ASTRATTA, 
una calamita di idee, qualcosa fondamentalmente di estraneo alle 
attività pratiche. Immaginatelo come un faro che guarda in tutte le 
direzioni e ad ognuna indica un percorso possibile. Ma si ferma lì. Ciò 
non vuol dire che debba sostituirsi a Left o alla stessa Anomolo, a 
Scarph Record o a PDB anzi serve proprio ad individuare quali tra 
queste oggettività possono suggerire percorsi nuovi e interessanti 
verso lo scopo che ci si è posti come etichetta prima di tutto: 
riuscire a dare maggiore sostegno ai musicisti pur preservando lo 
spirito iniziale della diffusione free delle nostre produzioni. Ciò non 
vuol dire, nella maniera più assoluta, che si stia cercando una 
soluzione generale ai problemi del CL/NO-C, che si voglia assoggettare 
un coordinamento come Left alle volontà di Anomolo. Stiamo pensando ad 
una soluzione specifica, che è quella che ho detto sopra, e se abbiamo 
deciso di farlo inizialmente in autonomia è perché quella specifica 
direzione non ha mai interessato le altre realtà di Left già occupate 
in altri ambiti. In questo momento storico ci preme dare contenuti 
nuovi all'etichetta, siamo costretti a farlo se vogliamo conservare 
quel poco di stima che ci siamo conquistati in tre anni e CFA 
rappresenta un mezzo probabile per riuscirci. Secondo il nostro punto 
di vista è necessario che il nostro modello di produzione e 
distribuzione acquisti una visibilità di gran lunga maggiore di quella 
che possiede attualmente e che sappia offrire maggiori opportunità al 
musicista che ora gode solo di una visibilità appena superiore.
Alcune delle azioni pensate, e sottolineo questa parola in virtù del 
fatto che non rappresentano certezze, sono il risultato di quanto ho 
esposto sopra. Il modello brasiliano (tra l'altro neanche il Brasile è 
ancora in grado di applicarlo per ovvii motivi politici e per 
difficoltà oggettive nei rapporti con le major) ci è sembrata l'unica 
strada perseguibile per permettere agli artisti di guadagnare qualcosa 
pur permettendo il download gratuito e la libera copia. Ma non sappiamo 
se quello sarà il sistema che utilizzeremo perché richiede l'entrata in 
gioco di forze con le quali probabilmente avremo difficoltà a misurarci 
(politici, società di telefonia, provider) e perché se funziona in 
Brasile non è detto che si riesca a farlo funzionare in Italia (vedi 
CC). L'ACS ha delineato soltanto un percorso, batterlo è un'altra cosa. 
L'incontro con Cortiana dei Verdi è avvenuto in occasione di un 
convegno a Roma al quale partecipava Cludio Prado, l'uomo che insieme a 
Gilberto Gil si occupa delle politiche digitali nel proprio paese e al 
quale era necessario arrivare per invitare il ministro/musicista a 
raccontare quel tipo specifico di esperienza. Quello che vogliamo fare 
al MEI e che non ha nulla  a che vedere con il banchetto dello scorso 
anno, è portare una testimonianza, una dimostrazione che promuovere 
l'arte musicale in maniera alternativa e proficua per il musicista è 
possibile. Il MEI, come polo attrattivo è il luogo migliore per aprire 
una discussione come questa. fondamentalmente di Sangiorgi e del MEI 
come istituzione in senso stretto non ci importa un beato cazzo, ma 
siamo consapevoli che lì confluiranno in quel giorno preciso soggetti 
ai quali è possibile suggerire una risposta alternativa a quella che 
conoscono. Tutto ciò in coerenza con l'obbiettivo che Anomolo si è 
posto e che può essere o non essere condiviso ma che fa parte 
integrante del "piano di ristrutturazione" in atto. In quanto al resto, 
alla presenza fisica durante il meeting ho chiesto direttamente a 
Sangiorgi perchè ha permesso ad uno sconosciuto di organizzare un 
dibattito sul copyleft quando esiste un coordinamento di realtà che se 
ne occupa e lui ha risposto che il MEI da spazio a tutti.
Ecco il testo integrale:
>>
>>> Mi togli una curiosità, perché è stato chiamato Radossevich ad 
>>> organizzare un dibattito sul copyleft quando in Italia esiste un 
>>> coordinamento (Left) e tante realtà che hanno esperienza diretta 
>>> sulla musica da parecchi anni?
>>> Solo per capire bene la cosa.
>>> Ciao
>> e' di una semplicità incredibile la risposta: si è proposto lui!
>> il Mei è fatto così, da coloro che si propongono e hanno voglia di 
>> fare
>> senza limitare la partecipazione ad altri come abbiamo sempre fatto...
>> giordano
> E' una modalità abbastanza rischiosa. Soprattutto per il MEI. Dovrebbe 
> essere un luogo di incontro tra professionisti non tra improvvisatori.
> Senza nulla togliere a Marco con il quale ho già chiarito le mie 
> posizioni.
> Era solo curiosità.
> Marco
certo, hai ragione,  pero' tante altre volte si è rivelata 
assolutamente vincente!
il mei in gran parte è cresciuto proprio così! sulla base delle 
passioni... come quella che hai anche tu, mi sembra...
mi piace, ciao e grazie
Giordano
Le considerazioni che avete fatto sulle proposte contenute nel 
documento e che sono state interpretate come elementi di rottura non 
hanno fondamenti concreti;
al MEI ci ha invitato Sangiorgi e gli abbiamo proposto un incontro con 
GIL. Q
Tenete presente che quello che stiamo organizzando (incontro con Gil al 
MEI) non è ancora una certezza. Che venga Gil ci sono dubbi, sappiamo 
che nella peggiore dell ipotesi registrerà un video commentato a Faenza 
da Prado. Ecco perché parteciperemo al WSIS per raccontare ciò che 
stiamo facendo (e in questo tireremo in ballo anche Left) e incontrare 
direttamente il ministro che almeno a Tunisi ci sarà sicuramente.
Sulle riflessioni specifiche mosse intorno a Left, quello che ho detto 
in altre occasioni e in un documento precedente a quello CFA è ciò che 
penso anche oggi. Ritengo il coordinamento frammentario (chi lo può 
negare?) e a volte autoreferenziale e ritengo il Meeting una bella 
occasione per fare il punto della situazione ma non un punto di arrivo 
e di condivisione totale. Questo significa che progetti specifici, 
secondo me e secondo gli altri ragazzi di Anomolo, non possono essere 
gestiti da tante persone con finalità così diverse. Non basta un punto 
di comunione (il copyleft o il no-copyright) per affrontare tutte le 
situazioni, in alcuni casi menti diverse possono rivelarsi 
compromettenti allo sviluppo di un progetto o prolungarlo all'infinito 
per mancanza di accordo. Io non mi sento di condividere tutto con Left 
per una questione di gestione e per una questione di affinità che non 
ci sono. Inutile negarlo. Ciò non toglie che per Anomolo questo 
coordinamento rimane un punto di riferimento e di discussione su alcune 
tematiche. Ci sono realtà che seguiamo con attenzione particolare 
perché le riteniamo più vicine al nostro modo di pensare ed agire (PDB 
e S8Radio in testa) altre che ci interessano molto meno. Credo sia una 
condizione del tutto normale.
Per rispondere invece a Gianluca e Pinna sulla questione 
dell'appartenenza politica: avere contatti con Cortiana dei Verdi non 
significa che diveteremo verdi e saremo assimilati perché non siamo 
così stupidi da farci strumentalizzare con così tanta facilità.
Infine per chiarire anche la questione Buttiglione dovete sapere che  
non lo abbiamo invitato noi ma Sangiorgi e per quanto ci riguarda che 
ci sia o meno non ha nessuna importanza.
Grazie dei feedback che a qualcosa ci serviranno.
A presto, Marco.
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