Re: [Hackmeeting] Cos'è l'HackMeeting?

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Author: Giacomo Tesio
Date:  
To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] Cos'è l'HackMeeting?
Ciao 朱莉娅酷,

grazie per la risposta.

On Mon, 19 May 2025 14:54:15 +0200 朱莉娅酷 via Hackmeeting
<hackmeeting@???> wrote:

> On 19/05/2025 14:18, Giacomo Tesio wrote:
> > leggendo la lista mi è sorto un dubbio: ma l'hack meeting è ancora
> > un incontro di hacker o è lentamente diventato qualcosa di diverso?
> >
>
> c'è un grosso equivoco, in cui sono caduta anche io rimanendoci per
> anni: hackmeeting è *sempre* stato un evento politico, di una
> politica ben precisa (libertaria, autogestita). questa natura
> politica è *a monte* dell'etica hacker e ha sempre avuto il primato
> su essa- necessariamente, perché senza, andrebbe ripensato tutto


Per la verità credo sia ovvio che si tratti di un evento politico.
Non a caso ho fatto riferimento ai totalitarismi novecenteschi basati
sui valori (che spesso definisco totalizzanti) della libertà e della
comunione.

Quanto si possa definire "ben precisa" la connotazione politica del
HackMeeting non saprei. Tu per esempio menzioni solo una ispirazione
libertaria, ma vi è anche un evidente ispirazione comunitaria (nel
senso etimologico, comunione, condivisione etc...) nel motto "porta ciò
che vuoi trovare".

Laddove tu vedi una contraddizione organizzativa (assemblee quotidiane
vs talk, "forse addirittura incompatibili"), io rilevo semplicemente
un'espressione dell'equilibrio dinamico fra libertà e comunione che la
curiosità permette. Curiosità di ascoltare qualcuno che mette in comune
i propri hack accanto alla curiosità che spinge a partecipare ad
un'assemblea per condividere idee, soluzioni, problemi etc...

Peraltro è evidentemente un equilibrio molto dinamico perché comunque
poi anche un talk si può trasformare in un bel dibattito laddove chi
ascolta qualche esperienza sul tema del talk ce l'ha già.


Né vedo alcuna contraddizione fra l'etica hacker e l'autofinanziamento
(che è un modo di mettere in comune risorse che preserva libertà ed
autonomia del HM permettendo a tutti di parlare con onestà
intellettuale) o sull'uso di spazi occupati (di nuovo, curiosità,
comunione e libertà al lavoro...) etc.



Direi dunque che un modello etico fondato sulla curiosità entro la
quale libertà, comunione ed onestà intellettuale trovano continuamente
un equilibrio dinamico descrive meglio il comportamento osservabile
all'HackMeeting di una sola prospettiva libertaria.

La libertà rimane un pilastro dell'etica (e del comportamento) hacker,
ma semplicemente perché senza libertà non si potrebbe perseguire la
propria curiosità (che può essere informatica, filosofica, sessuale,
agricola o con qualsiasi altro tema).



La crescente tensione in lista non sembra invece riconducibile a questo
modello valoriale: è come se si scontrassero nuovamente valori
totalizzanti, come la libertà o la comunione, che non riescono a
trovare una sintesi perché la curiosità hacker è vissuta come totalmente
secondaria.


Ad esempio potremmo ricondurre il dibattito attuale sui talk non-misti
ad uno scontro fra questi valori:

- da un lato il desiderio di condividere determinate conoscenze entro
una comunità [1] più omogenea (e dunque necessariamente priva di chi
non vi si riconosce)
- dall'altro il desiderio che tutti possano accedere liberamente a
qualsiasi spazio e talk dell'hackmeeting

Ma naturalmente potremmo anche descriverlo invertendo i valori di
riferimento:

- da un lato il desiderio di poter parlare liberamente senza subire
la presenza di maschi cis che, per esperienze pregresse, sono
considerati dannosi
- dall'altro il desiderio che tutte le conoscenze siano condivise e
messe in comune


Ora, questa tensione sarebbe perfettamente conciliabile se l'etica
hacker caratterizzasse effettivamente l'incontro: banalmente,
potrebbe bastare l'onestà intellettuale dei maschi cis presenti per non
fargli occupare spazi dedicati a donne e lgbtqi+, senza che nessuno
vieti loro di partecipare (e dunque senza limitarne la libertà).

E d'altro canto, laddove alcuni posti restassero liberi, ci si potrebbe
ragionevolmente aspettare l'accesso di qualche maschio cis e la
curiosità (in vece dell'ostilità) da parte del resto del gruppo per
questa persona diversa.



Al contrario lo scontro frontale fra valori totalizzanti come libertà e
comunione non è conciliabile (come appare evidente in lista) e genera
tensioni crescenti che sfociano in aggressività verbale (e a volte non
solo verbale).


Ora forse ti sembrerà un discorso molto teorico e astratto, ma
l'hacking è profondamente politico: immagina un mondo in cui la ricerca
collettiva ed individuale della conoscenza (ovvero, individualmente, la
persecuzione della propria curiosità) costituisca il valore fondante,
andando a sostituire la volontà di potenza (ovvero la brama di
potere, ovvero la massimizzazione dei profitti e delle relazioni
oppressive) che caratterizza la società patriarcale/capitalista.


Personalmente credo sinceramente che l'etica hacker possa avere un
ruolo nel produrre una sintesi dinamica fra libertà e comunione,
permettendo di trovare una nuova alternativa praticabile su vasta
scala sia al capitalismo sia al comunismo.
Il che sarebbe un hack estremamente interessante, non credi?


Per questo ho posto la domanda iniziale: hack meeting è ancora un
incontro di hacker (come sembrerebbe, stando a quanto ho osservato al
più tardi nel 2022, ma non sembrerebbe osservando le tensioni in lista)
o è diventato qualcosa d'altro?


E se sì, cosa?



Giacomo

[1] Sarebbe utile qui aver chiaro il concetto di comunità ovvero 
    un gruppo di persone che si da delle regole per regolare l'accesso
    ad un bene in comune di cui beneficiano tutti i membri (vedi Ostrom)