Author: I-330 Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] sessismo negli hacklab
Ciao,
Il 12/10/19 2:25 AM, Autistici ha scritto: > Al di la dell'HM, in generale secondo me ci vorrebbero anche
> discussioni fatta SOLO da maschi etero (in seguito "MaEt"),
>
> blackflag
A me piace molto questa proposta e mi sembra che sia utile avere una
conversazione di questo tipo. L'unica possibile problematica che ci vedo
è il rischio di viversi questo momento come il workshop che vi da il
bollino di antisessisti da sbandierare in giro. Mi spiego meglio: io ci
credo che alcuni dei compagni in HM questa conversazione se la vivranno
seriamente e si faranno molte critiche e lasceranno che la scomodità
delle questioni discusse diventi un momento di riflessione. Sono
altrettanto sicura che altri si presenteranno a sgranare il rosario e a
fare l'autodafè senza neanche capire il nocciolo della questione.
Penso anche che dobbiamo uscire dall'illusione che ne stiamo discutendo
a bocce ferme perché non c'è nessuna "emergenza" visibile ad occhio
nudo: ci sono criticità irrisolte da anni sul modo in cui alcuni
collettivi ed individui dentro ad HM si scrollano di dosso le questioni
di genere con una superficialità rivoltante. Criticità che fanno sì che
quelle di noi che rimarranno fuori da quella stanza vedranno l'elefante
che c'è dentro. Criticità che non sono uscite allo scoperto per mancanza
di fiducia, vergogna, o semplicemente stanchezza nel vedere traumi
piccoli e grandi trattati come irrisori o secondari rispetto a progetti
di lotta più importanti.
Io vi proporrei di spostare la discussione dal piano astratto (ovvero
chiedervi SE queste cose succedono anche tra noi e PERCHÉ succedono
anche tra noi) a uno più concreto: sono successe aggressioni fisiche,
verbali, e sessuali a compagne non MaEt, sia all'interno di HM sia
all'interno delle strutture attigue e degli spazi che attraversiamo come
individui che fanno parte di HM. Alcuni di questi episodi magari
riguardano persone che non sono direttamente collegate ad HM ma che noi
conosciamo o con cui abbiamo avuto contatti come hacklab. Come avete
gestito queste criticità? Le avete notate oppure no? Pensate che siano
risolte? La "vittima" (per mancanza di un termine migliore che la mia
formazione statunitense mi ha fatto totalmente dimenticare) è d'accordo
con voi che le criticità sono state debitamente affrontate? Ovviamente,
prendete le precauzioni del caso (ad esempio controllate che chi ha
subito questi atteggiamenti sia d'accordo nel condividere la propria
storia all'interno di un'assemblea di sconosciuti e non).
Vi dico queste cose perché la mia esperienza politica finora è stata che
spesso le discussioni in astratto diventano un luogo in cui tutti noi
performiamo la nostra appartenenza alla lotta ripetendo i quattro punti
chiave su cui (si spera) siamo tutti d'accordo, e glossiamo sulla
pratica quotidiana che invece è estenuante, difficile da mettere in
atto, e a volte richiede di mettere a rischio relazioni personali.
Spero di essere riuscita ad articolare bene quello che penso: io mi fido
che i compagni che hanno proposto queste discussioni sono perfettamente
in grado di capire i rischi di svalutazione della questione e le
complessità legate a questa. Proprio per questo mi spiacerebbe vedere
che passate un pomeriggio a farvi fare una lezione sulla forma da gente
che ha girato la faccia dall'altra parte quando si trattava di infondere
di contenuto le proprie pratiche.
Un abbraccio,
I-330
--
«E tu quale ultima rivoluzione vuoi? Non ci sarà mai un’ultima rivoluzione, le rivoluzioni sono senza fine.
L’ultima, cioè, è per i bambini: l’infinito spaventa i bambini ed è necessario che i bambini dormano tranquilli la notte…»