Author: Antonio Bruno Date: To: ambiente liguria, forumsege, Forum Sociale Ponente Genovese, amici barcellona, lilliput-ge, forumgenova inventati Subject: [NuovoLab] Pontedecimo, la marcia dei No-Tav“Il terzo valico? Inutile e dannoso”
Pontedecimo, la marcia dei No-Tav “Il terzo valico? Inutile e dannoso”
Settecento in corteo: c’è un rischio-amianto che viene sottovalutato
AVA ZUNINO
UNA ragazza di Campomorone spiega: «La Tav è un simbolo: io sono qui per protestare contro il terzo valico e contro tutte le politiche attuali». I volti noti sono pochi. Spiccano Andrea Agostini di Legambiente, Antonio Bruno, consigliere comunale della federazione della sinistra, e Paolo Putti dei Cinque Stelle, che è appena sceso da Murta, dove ha cotto frittelle alla mostra della zucca. Ma nel lungo corteo che ieri pomeriggio ha attraversato Pontedecimo fino all’area del cantiere che è sopra al mercato dei fiori, ci sono soprattutto quelli che rischiano l’esproprio, o che, raccontano, rimarranno ad
abitare vicino alla nuova linea o vicino agli scavi da dove “fa paura l’amianto, che è un pericolo e uccide”.
Ci sono madri e padri e bambini di San Quirico e Pontedecimo, che hanno allestito banchetti per l’autofinanziamento: vendono palloncini bianchi con il disegno a cartone animato di una velenosissima ammanita rossa e la scritta “No terzo valico”. Ma anche tante persone dal basso Piemonte, di Busalla e Arquata arrivati con due pullman. «Oggi sono venuti loro — raccontano gli esponenti del comitato della Valpolcevera — domani andiamo noi ad Arquata dove ci sarà una marcia di protesta come questa». Tutti insieme a dire no al treno ad alta velocità.
Il corteo parte dal posteggio accanto alla piscina di Pontedecimo.
Fischi, altoparlanti, bandiere e palloncini. Una festa, che poco prima delle cinque del pomeriggio sarà guastata da un acquazzone violentissimo, proprio mentre a due passi dal cantiere le stufe cominciavano
a crepitare e l’impasto per le frittelle stava per finire nei padelloni.
Sono tanti, ma il messaggio è rivolto a chi non c’è. Spiega Massimiliano, che abita a Fegino: «siamo in strada a protestare
da due anni; quattro o cinque espropri siamo riusciti a bloccarli. Ci chiamano quando annunciano gli espropri e noi andiamo».
Due anni sono lunghi e adesso comincerà davvero la stagione
degli espropri, quelli che il Comune ha appena rinviato. «Abbiamo avuto piccole vittorie ma anche piccole sconfitte, perché qualcuno ha ceduto ed ha venduto terreno e casa: noi non giudichiamo. Hanno ricevuto un rimborso. So che non è semplice. Ma il problema è di chi resta, chi dovrà convivere con i cantieri aperti, con il rischio dell’amianto».
E il messaggio è proprio a chi resta. Il corteo, lungo il tragitto, si ferma più volte e mentre partono fumogeni rossi, dall’altoparlante si alzano messaggi a chi è a casa e sta dietro le finestre. Dicono: «Qualcuno pensa di lavarsi la coscienza prendendo quattro soldi: ma passerà l’amianto dove vivono i nostri figli, i nostri vecchi e dove viviamo noi. I soldi non vi servono per guarirvi». Da un
balcone scende un lenzuolo con la scritta rossa “Il progresso non è cementificare ma preservare”. Dall’altoparlante continuano i messaggi: «C’è gente che pensa che non sarà toccata da quest’opera ma saranno toccati tutti: l’ospedale sta chiudendo, per i pendolari ci saranno meno treni e l’amianto toccherà tutti».
Sono tanti e orgogliosi di esserci, le donne e gli uomini che si danno appuntamento a Pontedecimo: «qualcuno dice che siamo briciole ma intanto abbiamo già salvato una scuola (villa Sanguineti che era nei cantieri ed è stata lasciata fuori). Non crediamo ai disfattisti, a chi dice che è inutile la protesta perché tanto lo fanno lo stesso: per noi il terzo valico non verrà mai fatto».
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antonio bruno
capogruppo Federazione Sinistra Comune di Genova
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