Re: [Forumlucca] Fra disperazione e poesia, preferisco la po…

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Author: marcantonio lunardi
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To: forumlucca
Subject: Re: [Forumlucca] Fra disperazione e poesia, preferisco la poesia
capisco benissimo le tue posizioni ma forse ci siamo fraintesi e questo è decisamente colpa mia ... quando rispondo che siamo davanti alla poesia ho l'abitudine di legarlo a notizie che mi fanno sentire bene, reagisco così soprattutto a notizie che mi permettono di vedere realizzate riflessioni, azioni ed emozioni mi si passi il termine "rivoluzionarie".

Quando parlo di poesia penso ad un'utopia realizzata :-) ... quindi perfettamente in linea con la notizia che fra le altre cose mi sono permesso di farla rimbalzare tra amici e compagni.

Quindi Aldo avanti così che siamo sulla stessa strada, sullo stesso binario e sicuramente sulla stessa barricata.

Un abbraccio libertario

marcantonio





Il giorno 05/ago/2011, alle ore 17.29, Aldo Zanchetta ha scritto:

> Caro Marcantonio
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> il tuo commento alla notizia della occupazione ipotizzata di Wall Street il 20 0ttobre prossimo in un primo momento mi ha sorpreso, ma poi mi ha stimolato ad una riflessione. Tu hai scritto seccamente <<pura poesia ... pura poesia>> senza alcuno spiraglio di speranza. Io uno spiraglio per la speranza voglio lasciarlo aperto. Comunque, già che ho cominciato, continuo a fare poesia, per non cadere in depressione.
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> Ieri e oggi ho dedicato il pomeriggio a leggere varie analisi sul movimento spagnolo M15. Sono più vecchio, o meglio, meno giovane (assai ahimé!) di te per illudermi di essere alla vigilia di una rivoluzione intesa nel senso classico, cioè di un ribaltamento con la forza di un sistema putrescente. Ma forse di una "rivoluzione in corso", espressione che rubo al mio amico messicano Gustavo Esteva che ha scritto un lungo testo che chi ha tempo e voglia può trovare, tradotto si intende, sul sito www.kanankil.it alla voce America Latina/Saggi.
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> La rivoluzione di cui parlo è quella di un difficile cambiamento di paradigmi, che ci ripulisca la testa (decolonizzare il nostro immaginario, dice Latouche), salvando ciò che vale la pena di essere salvato e cancellando ciò che la storia ha ormai condannato. Per il mondo che muore, i nostri vecchi paradigmi non servono per tenerlo in vita. Meglio così. Per quello che nasce, ancora nelle doglie del parto, non abbiamo ancora elaborato quelli che servono, ma mi pare che essi si stiano abbozzando, e questo non è poco. Qualcosa del genere aveva già detto Gramsci, a conferma che certi processi storici sono lenti e difficili, ma forse proprio per questo profondi e reali. Convincere quelli che amano continuare a definirsi di "sinistra" (anche qui la parola nuova non è stata ancora creata) a ripulirsi il cervello è una condizione sine qua non per aprire una strada nuova. Le macerie ingombranti sono difficili da sgomberare.
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> Sulla scuola primaria Neno Zanchetta di Oventic (Chiapas, Mx), nel bel murale che copra tutta la facciata, in basso a sinistra figura una lumaca con il passamontagna zapatista con la scritta "andiamo piano perché siamo rivoluzionari" (in altra versione, più comprensibile, la scritta è "andiamo piano perché andiamo lontano"). Un paradosso che non piace a molti, a conferma di quanto detto prima.
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> In un bel libro recente Armando Bartra, un economista possente nella parola e nello sguardo, più abituato alle assemblee di villaggio che ai tornei accademici, figlio di esuli repubblicani spagnoli in Messico e massimo studioso delle ribellioni contadine messicane e centroamericane, dopo una citazione iniziale di John Berger "Nonostante tutto resto marxista", inizia una critica serrata alla sinistra del XX secolo in cui non risparmia neppure certi aspetti della "dottrina" marxista per arrivare ad affermare perentoriamente "La sinistra ha bisogno di una purga da cavallo". Ovvia, prendiamola e cachiamo allegramente.
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> Di fronte al movimento "Democrazia reale subito" (Democrazia real, ya!) stiamo probabilmente applicando un criterio di giudizio scettico, frutto di lunghi anni di delusioni e frustrazioni e abbiamo forse ceduto all'obbiettivo dei padroni del sistema: renderci individualisti, pessimisti, scoglionati.
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>
>
> Ti dico francamente che mi costa ormai un certo sforzo per non cedere a pronunciare espressioni rinunciatarie del tipo "tutta poesia", ma come diceva Gramsci (oggi sono per le citazioni) : il pessimismo della ragione, l'ottimismo della volontà. In fondo, secondo come la leggiamo, la tua affermazione <<pura poesia>> potrebbe andare nel senso giusto: abbiamo necessità di un po' di poesia, e il tuo impegno artistico, cioè poetico, è altrettanto importante delle ostiche analisi razionali.
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> La tentazione di pensare che anche l'M15 finirà assai meno gloriosamente di come è iniziato è forte. E assieme a lui le rivoluzioni nei paesi arabi, i referendum incredibili in Islanda, le battaglie nelle piazze greche, le "occupazioni" progettate di Wall Street. Ma come vedi resisto, con la poesia. Altrimenti non resta che il mitra, che non so e non voglio usare.
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> Forse bisogna pensare a tutti questi movimenti pensando ai torrenti carsici, che emergono irruenti per poi scomparire e riemergere poi ingrossati lontano.
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> Ma quello che è certo, andando a leggere i programmi che il movimento va faticosamente elaborando (ma con allegria, e senza togliere a nessuno la parola) e le analisi che sembrano caratterizzarlo, è in atto quella "purga da cavallo" auspicata da Bartra. Leggo così oggi che ieri, dopo avere ascoltato il discorso farsa di Trichet, hanno elaborato una proposta sui compiti e la non ingerenza nazionale della BCE. Certo, i media non hanno interesse a diffondere né gli uni e né gli altri. E neppure la sinistra spagnola ufficiale, dal PSOE a Izquierda Unita. Figuriamoci quella italiana, piegata a votare una legge finanziaria "della quale non approviamo alcunché" (Bersani) senza chiedere nulla in cambio, salvo una cosa che sapevano puramente formale e inutile, le dimissioni di Berlusconi.
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> So che i discorsi lunghi tediano, e vado alla conclusione. Il 23 luglio sono giunti a Madrid i circa 500 marciatori provenienti da varie città spagnole. Per strada, in improvvisate assemblee popolari nei villaggi attraversati, hanno raccolto lagnanze e proposte, che il governo "socialista" e "progressista" di Zapatero non ha voluto neppure ricevere (ovvero l'ennesimo abbaglio di una sinistrucola analfabeta italiana che ormai sa vivere solo di delusioni a posteriori). Tutto inutile?
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> A Madrid hanno elaborato una piattaforma che 30 di loro, rimessisi già ieri in marcia, porteranno a Bruxelles per l'8 ottobre, mentre altri gruppi si sono messi in marcia da Tolosa, da Aachen in Germania passando per l'Olanda. A Parigi si uniranno alle delegazioni francesi, portoghesi, greche, svizzere, inglesi, irlandesi. Altri si muoveranno? Gli italiani ci saranno? Il 15 ottobre, in coincidenza con la "occupazione" di Wall Street, ci sarà una grande manifestazione a Bruxelles indetta dall'M15. (vedi tomalaplaza.net). Penso di esserci. Ma passando per la Val di Susa. Con in tasca un libro di poesie di Brecht.
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> Se rinunciamo anche alla speranza, siamo i perfetti schiavi che il sistema sta confezionando (non una entità astratta, quelli del Bilderberg o della Trilaterale)
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> Ti saluto con l'affetto che sai ho per te, e scusa se quanto scritto in qualche punto non ti sarà gradito. Ma so che l'amicizia è comunque salva.
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> Aldo
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> PS Visto che, volente o nolente, avrò un agosto sedentario, mi riprometto da domani, per i pochissimi sedentari come me, di raccontare qualche storia di ordinaria resistenza nel mondo. Di quelle reali, dove la poesia costa spesso la vita. Ci raccontano che c'è chi non si arrende.
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> PPSS Mi pare che il secondo tempo della crisi, ormai evidente, obbligherà molti a svegliarsi.
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