Caro Marcantonio
il tuo commento alla notizia della occupazione ipotizzata di Wall Street il
20 0ttobre prossimo in un primo momento mi ha sorpreso, ma poi mi ha
stimolato ad una riflessione. Tu hai scritto seccamente <<pura poesia ...
pura poesia>> senza alcuno spiraglio di speranza. Io uno spiraglio per la
speranza voglio lasciarlo aperto. Comunque, già che ho cominciato, continuo
a fare poesia, per non cadere in depressione.
Ieri e oggi ho dedicato il pomeriggio a leggere varie analisi sul movimento
spagnolo M15. Sono più vecchio, o meglio, meno giovane (assai ahimé!) di te
per illudermi di essere alla vigilia di una rivoluzione intesa nel senso
classico, cioè di un ribaltamento con la forza di un sistema putrescente. Ma
forse di una "rivoluzione in corso", espressione che rubo al mio amico
messicano Gustavo Esteva che ha scritto un lungo testo che chi ha tempo e
voglia può trovare, tradotto si intende, sul sito
www.kanankil.it alla voce
America Latina/Saggi.
La rivoluzione di cui parlo è quella di un difficile cambiamento di
paradigmi, che ci ripulisca la testa (decolonizzare il nostro immaginario,
dice Latouche), salvando ciò che vale la pena di essere salvato e
cancellando ciò che la storia ha ormai condannato. Per il mondo che muore, i
nostri vecchi paradigmi non servono per tenerlo in vita. Meglio così. Per
quello che nasce, ancora nelle doglie del parto, non abbiamo ancora
elaborato quelli che servono, ma mi pare che essi si stiano abbozzando, e
questo non è poco. Qualcosa del genere aveva già detto Gramsci, a conferma
che certi processi storici sono lenti e difficili, ma forse proprio per
questo profondi e reali. Convincere quelli che amano continuare a definirsi
di "sinistra" (anche qui la parola nuova non è stata ancora creata) a
ripulirsi il cervello è una condizione sine qua non per aprire una strada
nuova. Le macerie ingombranti sono difficili da sgomberare.
Sulla scuola primaria Neno Zanchetta di Oventic (Chiapas, Mx), nel bel
murale che copra tutta la facciata, in basso a sinistra figura una lumaca
con il passamontagna zapatista con la scritta "andiamo piano perché siamo
rivoluzionari" (in altra versione, più comprensibile, la scritta è "andiamo
piano perché andiamo lontano"). Un paradosso che non piace a molti, a
conferma di quanto detto prima.
In un bel libro recente Armando Bartra, un economista possente nella parola
e nello sguardo, più abituato alle assemblee di villaggio che ai tornei
accademici, figlio di esuli repubblicani spagnoli in Messico e massimo
studioso delle ribellioni contadine messicane e centroamericane, dopo una
citazione iniziale di John Berger "Nonostante tutto resto marxista", inizia
una critica serrata alla sinistra del XX secolo in cui non risparmia neppure
certi aspetti della "dottrina" marxista per arrivare ad affermare
perentoriamente "La sinistra ha bisogno di una purga da cavallo". Ovvia,
prendiamola e cachiamo allegramente.
Di fronte al movimento "Democrazia reale subito" (Democrazia real, ya!)
stiamo probabilmente applicando un criterio di giudizio scettico, frutto di
lunghi anni di delusioni e frustrazioni e abbiamo forse ceduto all'obbiettivo
dei padroni del sistema: renderci individualisti, pessimisti, scoglionati.
Ti dico francamente che mi costa ormai un certo sforzo per non cedere a
pronunciare espressioni rinunciatarie del tipo "tutta poesia", ma come
diceva Gramsci (oggi sono per le citazioni) : il pessimismo della ragione, l'ottimismo
della volontà. In fondo, secondo come la leggiamo, la tua affermazione
<<pura poesia>> potrebbe andare nel senso giusto: abbiamo necessità di un po'
di poesia, e il tuo impegno artistico, cioè poetico, è altrettanto
importante delle ostiche analisi razionali.
La tentazione di pensare che anche l'M15 finirà assai meno gloriosamente di
come è iniziato è forte. E assieme a lui le rivoluzioni nei paesi arabi, i
referendum incredibili in Islanda, le battaglie nelle piazze greche, le
"occupazioni" progettate di Wall Street. Ma come vedi resisto, con la
poesia. Altrimenti non resta che il mitra, che non so e non voglio usare.
Forse bisogna pensare a tutti questi movimenti pensando ai torrenti carsici,
che emergono irruenti per poi scomparire e riemergere poi ingrossati
lontano.
Ma quello che è certo, andando a leggere i programmi che il movimento va
faticosamente elaborando (ma con allegria, e senza togliere a nessuno la
parola) e le analisi che sembrano caratterizzarlo, è in atto quella "purga
da cavallo" auspicata da Bartra. Leggo così oggi che ieri, dopo avere
ascoltato il discorso farsa di Trichet, hanno elaborato una proposta sui
compiti e la non ingerenza nazionale della BCE. Certo, i media non hanno
interesse a diffondere né gli uni e né gli altri. E neppure la sinistra
spagnola ufficiale, dal PSOE a Izquierda Unita. Figuriamoci quella italiana,
piegata a votare una legge finanziaria "della quale non approviamo alcunché"
(Bersani) senza chiedere nulla in cambio, salvo una cosa che sapevano
puramente formale e inutile, le dimissioni di Berlusconi.
So che i discorsi lunghi tediano, e vado alla conclusione. Il 23 luglio sono
giunti a Madrid i circa 500 marciatori provenienti da varie città spagnole.
Per strada, in improvvisate assemblee popolari nei villaggi attraversati,
hanno raccolto lagnanze e proposte, che il governo "socialista" e
"progressista" di Zapatero non ha voluto neppure ricevere (ovvero l'ennesimo
abbaglio di una sinistrucola analfabeta italiana che ormai sa vivere solo di
delusioni a posteriori). Tutto inutile?
A Madrid hanno elaborato una piattaforma che 30 di loro, rimessisi già ieri
in marcia, porteranno a Bruxelles per l'8 ottobre, mentre altri gruppi si
sono messi in marcia da Tolosa, da Aachen in Germania passando per l'Olanda.
A Parigi si uniranno alle delegazioni francesi, portoghesi, greche,
svizzere, inglesi, irlandesi. Altri si muoveranno? Gli italiani ci saranno?
Il 15 ottobre, in coincidenza con la "occupazione" di Wall Street, ci sarà
una grande manifestazione a Bruxelles indetta dall'M15. (vedi
tomalaplaza.net). Penso di esserci. Ma passando per la Val di Susa. Con in
tasca un libro di poesie di Brecht.
Se rinunciamo anche alla speranza, siamo i perfetti schiavi che il sistema
sta confezionando (non una entità astratta, quelli del Bilderberg o della
Trilaterale)
Ti saluto con l'affetto che sai ho per te, e scusa se quanto scritto in
qualche punto non ti sarà gradito. Ma so che l'amicizia è comunque salva.
Aldo
PS Visto che, volente o nolente, avrò un agosto sedentario, mi riprometto da
domani, per i pochissimi sedentari come me, di raccontare qualche storia di
ordinaria resistenza nel mondo. Di quelle reali, dove la poesia costa spesso
la vita. Ci raccontano che c'è chi non si arrende.
PPSS Mi pare che il secondo tempo della crisi, ormai evidente, obbligherà
molti a svegliarsi.