Re: [NuovoLab] L'HONDURAS E' LONTANO

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Author: brunoa01
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Subject: Re: [NuovoLab] L'HONDURAS E' LONTANO
si, l'honduras e' lontano, molti non sanno nenache che esista, alcuni a sinistra storcono il naso perche' zelaya non e' un uomo di sinistra, forse e' "solo" un uomo.
Quando, nel novembre scorso, partecipando alla carovana per l'acqua in centro america sono stato ospitato nella sede del sindacato Stybis, dove in queste settimane si rganizza la resistenza al colpo di stato a Tegugigalpa.
Sede molo spartana. Un camerone per i maschi, uno per le femmine.
Ma anche un ufficio con parecchie connessioni internet, dove ho aiutato i media attivisti a fare i loro servizi.
Niente doccia, solo alcuni lavandini.
Appena arrivati ci e' stato comunicato di far presto che arriva il presidente ("il presidente di che?") ci chiedemmo.
Dell'Honduras ovviamente.
Di quell'incontro mi e' rimasto impresso che Zelaya ci disse sostanzialmente due cose (l'acqua e' un bene pubblico esenziale e provero' a fare una legge che la mantenga statale) e che, essendo cattolico, provava disagio verso la politica europea che ostacola i ricongiumenti familiari degli immigrati.
Molto attuale per noi sfortunati (anche se ce la siamo tirata) italiani.

Ci sarebbe anche molto da dire sugli incontro avuti nl paese con le comunita' resistenti, ma sarebbe troppo lungo.

Se qualcuno fosse disponibile potremmo fare manifestazione davanti a consolato honduregno in piazza Dante.

ciao antonio
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GOVERNO ‘DE FACTO’ IMPONE RESTRIZIONI, SALE TENSIONE



Il governo ‘de facto’ ha radicalizzato nel fine-settimana la sua posizione di fronte alla comunità internazionale, decidendo la sospensione temporanea di alcune garanzie costituzionali, respingendo una delegazione di ambasciatori e avvertendo il Brasile dell’imminente revoca dell’immunità alla sua delegazione a Tegucigalpa. E’ motivato dagli “atti di violenza” attribuiti ai sostenitori di Zelaya, il decreto con cui le attuali autorità hanno ristretto la libera circolazione, disposto il prolungamento del coprifuoco, vietato le riunioni pubbliche non autorizzate e ordinato ai mezzi di comunicazione di non pubblicare informazioni che “offendano la dignità umana” o attentino contro “risoluzioni governative”. Un decreto definito “una barbarie” da Zelaya che, dal suo rifugio nell’ambasciata brasiliana di Tegucigalpa, parlando con ‘Radio Globo’ ha rivolto un appello al parlamento affinché ne sospenda l’applicazione ed esortato i deputati a riallacciare il dialogo tra le parti, dato per imminente Venerdì; Zelaya ha allo stesso tempo convocato i suoi sostenitori “alla resistenza civile” esortandoli nuovamente a mobilitarsi in tutto il paese. Il ministro degli Esteri ‘de facto’, Carlos Lopez, ha riferito intanto che è stato impedito l’ingresso in Honduras di quattro funzionari dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) perché la crisi in corso “è affare interno dell’Honduras”. Una decisione “incomprensibile” per José Miguel Insulza, segretario generale dell’Osa, che “mette seriamente in difficoltà gli sforzi per promuovere la pace sociale e la ricerca di soluzioni”. Reazioni a cui l’esecutivo ‘de facto’ non ha dato risposta, informando anche di non essere disposto a ricevere esponenti diplomatici di Spagna, Argentina, Messico e Venezuela – paesi che hanno rotto unilateralmente i rapporti con l’Honduras – “come misura di reciprocità”. Duro anche il ‘braccio di ferro’ col Brasile a cui è stato rivolto un ultimatum: se entro 10 giorni non definirà lo status di Zelaya, ha detto Lopez, “il privilegio del Brasile di avere una missione in Honduras terminerà”. Immediata è giunta la replica del presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva che ha comunicato di non accettare “ultimatum da un governo golpista” e ha definito il successore di Zelaya, Roberto Micheletti, “un usurpatore del potere”. Il Fronte popolare contro il colpo di stato, rete che riunisce diversi movimenti della società civile, ha nel frattempo riferito che una ragazza è morta Sabato a causa dei gas lacrimogeni respirati Mercoledì durante disordini tra polizia e manifestanti di fronte all’ambasciata brasiliana: salgono così a tre le vittime accertate da quando, la settimana scorsa, Zelaya è rientrato a sorpresa nel paese dopo 86 giorni di esilio forzato.[FB]





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