[Cm-roma] gente a rota, fixa

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Author: Mepesaerculo
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Subject: [Cm-roma] gente a rota, fixa
più banalmente:
c\'è chi sta in fissa coi scassoni casi clinici (es.io), c\'è chi sta in
fissa co le MTB da supermercato (es. S. Alberto), c\'è chi sta in fissa co
le bici da corza (es. tutti l\'artri). c\'è poi chi sta in fissa co la
fissa. poi c\'è pure chi c\'ha sia MTB, che cityB e che B da corza da nun
zapé più do mettele e sta semplicemente in fissa co la bici (es. io come
tanti).
la cosa è semplicemente semplice.



--------- Original Message --------
Da: \"critical mass roma - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/
::: la rivoluzione non sara\' motorizzata !!!\" <cm-roma@???>
To: \"critical mass roma - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/
::: la rivoluzione non sara\' motorizzata !!!\" <cm-roma@???>
Oggetto: [Cm-roma] gente a rota, fixa
Data: 14/12/04 11:46



\"Mi chiedo Come mai sempre più gente si sta interessando alla ruota fissA?
\"


allora, siccome proprio ieri alla snia sentivo parlare di fazioni pro e
contro, di mormorii su mode e modajoli, di patologie&contrazioni
psicoaddominali varie, mi va di ripetere alcuni concetti che dovrebbero
sfatare e/o fissare (eheheheh) alcune cose. chi non vuole non legga, non
sarò breve, e sarò pure un po\' peda(la)nte. (nunzio, tu devi leggere, poi
t\'interrogo).

perché pedalare con la ruota fissa?

a) quel tipo di movimento é quasi una preghiera. il movimento fluido e
continuo innesca una respirazione tipica della meditazione, una sorta di
mantra che scaturisce naturale, e senza l\'emissione di alcun suono.
galleggi sull\'asfalto in uno stato mentale che é contemporaneamente di
distacco dalla realtà E assoluto contatto con la realtà.

b) la distrazione semplicemente non é ammessa, senza alcun decreto ad
importelo ma la realtà dei fatti: non devi far male e non devi farti male,
devi fare ciò che devi -spostarti per andare da A a B- e ne sei consapevole
ad ogni frazione di secondo. la pena é immediata: evitabile se fai ciò che
devi ma inesorabile se non aderisci corpo e anima a questa semplice verità.

c) viaggi leggero, su un mezzo che pesa il meno possibile: il peso totale é
il tuo corpo più il mezzo che lo potenzia nel movimento, ad un prezzo in
termini di energia spesa assolutamente ridicolo rispetto agli analoghi
risultati ottenibili con altri mezzi.

d) non finisci di meravigliarti di quanto cambi il tuo ambiente circostante,
quello che pensavi di conoscere a memoria. non é più lo stesso, asperità e
pendenze -soprattutto le discese: la fatica maggiore, mentre prima
fischiettavi con i pedali fermi ora trattieni con muscoli prima ignoti
l\'avanzamento dell\'insieme uomobici- hanno un\'altro aspetto e soprattutto
diventano familiari, concretissime, ognuna con la sua caratteristica, come
fossero umane.

e) il tuo mezzo é assurdamente crudo. un filo di ferro sapientemente
angolato, a vederlo da lontano; dall\'alto quasi invisibile, di lato il
disegno di un bambino molto concentrato sulle linee dritte e sulla
miracolosa curvatura delle ruote.

concentrazione. fluidità. modulazione dell\'avanzamento. si é
contemporaneamente motore, cambio e freno. cominci a prevedere
l\'accadibile. valuti velocissimamente una serie ampia di possibilità e
punti su quella più probabile, in meno di niente. un viaggio sul filo senza
la rete sotto. impari ad apprezzare la non ricerca del rischio, in tempi che
ancora propongono adrenalina ad un tanto al chilo, mentre ora la utilizzi
solo quando serve, come giusto, come dovrebbe essere. l\'inciviltà si
allontana dalla tua persona con un passo deciso: sei responsabile al grado
massimo della tua azione. l\'opposto dello sciagurato no limits: coscienza
del limite, come mai prima. ma, allo stesso tempo, dimostrando sul campo che
ciò che si pensa impossibile é in realtà solo un\'altra cosa rispetto a ciò
che conoscevi. calabrone e elicottero non possono volare, secondo la logica.
tu accartocci la logica e vai.

FAQ

\"la ruota fissa serve a fare della città un velodromo\".

Chi vuole (io vuole) sì. Ma ovviamente non é obbligatorio, né la pedalata
fissa serve a questo. La bici a ruota fissa non é necessariamente un missile
urbano: lo é a varie condizioni, essenzialmente:
a) il rapporto
b) le gambe
c) la voglia.
E questo vale per qualunque bici.
Tra le mie varie fisse ne ho una che uso per ragioni di famiglia: é un
telaio da passeggio, con manubrio olandese e sella brooks. Niente freni.
Come ho già avuto occasione di dire, ci porto a spasso o a scuola o in giro
per la spesa le mie figlie, una o due alla volta. Rapporto 42-21, ci puoi
dormire su.

\"ti voglio vedere quando incontri un ostacolo improvviso\".

Che ci si creda o no (la risposta comunque é no ahimè) l\'ostacolo
improvviso non esiste. Non so più come dirlo. Io mi sono cappottato due
volte all\'inizio della mia avventura, una perché un signore ha deciso di
cambiare improvvisamente traiettoria e sono finito su un prato, l\'altra
perché una mia amica ubriaca che mi precedeva in bici (ubriaco anch\'io) ha
fatto la stessa cosa. Ma non mi é più capitato, e non per fortuna: continuo
a girare ubriaco con la fissa, e la gente continua a cambiare traiettoria
all\'improvviso. Solo che ora non é più improvviso, ma prevedibile. Si
sviluppa, anzi si affina, il sesto senso dell\'imprevedibile che può essere
previsto. Le macchine, poi, sono ancora più prevedibili.

\"ahahah, ti voglio vedere in montagna\".

Ma é una gara? Io dico di no, a meno che non si voglia organizzare un
contest, peraltro inutile. Si tratta di esperienze diverse. E\' stupido
mettere a confronto mezzi diversi su percorsi più o meno specializzati, o
mostrare con orgoglio la superiorità presunta del proprio mezzo. La bici a
ruota fissa non é superiore o inferiore per prestazioni alle altre, é solo
un tipo di pedalata (e che pedalata...) diversa. Provare per credere: oppure
affidatevi all\'emozione degli altri: quando arriva qualcuno che dice \"ho
provato la fissa, che ficata/stronzata\" (ma il secondo commento non l\'ho
ancora visto), ci sarà pure un motivo. Così come ci sarà un motivo per veder
crescere questo fenomeno, a partire quasi da zero. apritevi almeno al dubbio
che qualcosa di \"potente\" ci sia, in questo nuovo/vecchissimo modo di
pedalare.

\"é impossibile frenare all\'improvviso\"

a) falso
b)ripeto, non ce n\'é mai un bisogno vero.

La prima cosa da imparare (se non si ha il freno) é la \"contropedalata\"
come si dice in gergo da pista: si rallenta resistendo con le gambe alla
rotazione dei pedali. Poi, con tempo, voglia, pazienza, si impara a
bloccare: i pedali alle dieci e venti, gamba tesa, la ruota si blocca e
sgomma: si va in derapata. Frenata un po\' più lunga, ma considerate che non
si va mai al di sopra della velocità determinata dal rapporto: in discesa
non ti lanci, e non raggiungi mai velocità notevoli.

Riconoscete, o almeno cosiderate, che fino a qualche mese fa non se ne
parlava proprio. Adesso non solo se ne parla ma si creano anche \'ste
fazioni pro/contro. Magari perché siamo \"i soliti italiani\" (oddìo che
palle...). Credo invece che stia nascendo un fenomeno nuovo in Italia, e ci
stiamo girando tutti intorno come scimmiette incuriosite.

se é moda, non posso nè voglio fare niente per controllarla. ma c\'é
qualcosa di più del semplice sentirsi fico, e mi aspetto che chi si
definisce \"critico\" esca da logiche personalistiche (simpatie/antipatie) e
si interroghi sul valore anticonsumistico e contemporaneamente gioioso di
questo mezzo: la negazione del \"voglio di più\", l\'affermazione del
\"voglio di meno\".
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