La Federazione Nazionale delle Rappresenzanze Sindacali di Base RdB-CUB ha aderito all'appello lanciato dal Social Forum di Londra contro le direttive sugli orari e Bolkestein.
Propongo ad associazioni, sindacati, partiti, singoli che si ritrovano nell'appello lanciato dal Social Forum di Londra contro la Direttiva Bolkestein e la direttiva sugli orari, di fare tutti insieme iniziative pubbliche, anche tavoli, volantinaggio, altro per informare i lavoratori, i cittadini, per creare un movimento di opinione contrario all'applicazione dei contenuti delle direttive.
Potrebbe essere un'iniziativa da attuare dalla metà di novembre in poi:
CONTRO IL NATALE DELLE MERCI IL NATALE DEL LAVORO
Fatevi vivi
Federazione RdB CUB LUCCA
Corradina Donatelli
QUALE EUROPA ? QUALE LAVORO ?
Due direttive dellUnione europea, emanate dalla Commissione Prodi, sono in discussione in questo periodo e se approvate nella stesura attuale produrranno enormi danni ai diritti dei lavoratori.
Direttiva europea orario lavoro
La revisione della Direttiva sugli orari peggiora ancora normative, già pessime, che hanno attivato flessibilità selvagge nei tempi di lavoro. Si estenderebbe per tutto lanno la flessibilità a 48 ore settimanali. Si darebbe la possibilità a deroghe individuali allorario settimanale fino a 65 ore. Si peggiorerebbe ulteriormente la condizione dei lavoratori a chiamata e di tutti coloro che non hanno un orario definito. La nuova Direttiva sugli orari è per questo inaccettabile, essa distrugge i Contratti nazionali e crea lo spazio per lassoluto arbitrio negli orari settimanali, per la totale individualizzazione di essi. Questa Direttiva va quindi combattuta e La FIOM, il Sindacalismo di base ( RdB-CUB, COBAS, SLAI COBAS, SinCobas) e Rifondazione chiedono a tutte le forze politiche di attivarsi affinché non vengano messi in discussione fondamentali diritti dei lavoratori.
Direttiva Bolkenstein
Durante il Social Forum di Londra, è stata lanciata una campagna per fermare la DIRETTIVA BOLKENSTEIN dellUnione Europea . Tale direttiva, approvata dalla Commissione europea nello scorso gennaio verrà discussa a partire dal prossimo 11 novembre nel Parlamento europeo e verrà approvata probabilmente nella primavera del 2005.
La gravità della Direttiva è che essa annulla quei principi di solidarietà e eguaglianza, di estensione dei diritti sociali e del lavoro, che dovrebbero essere alla base dellUnione e che sono alla base di molte costituzioni, compresa quella della Repubblica italiana.
La Direttiva, nel nome dellestensione del libero mercato e della libera concorrenza, afferma il principio della più selvaggia delle competizioni sul piano dei servizi, delle attività economiche, dei rapporti di lavoro. Molti sono i punti inaccettabili della Direttiva, ma quello più grave è contenuto nellarticolo 16, relativo al principio del paese dorigine.
Secondo questo nuovo principio un fornitore di servizi è sottoposto esclusivamente alla legge del paese in cui ha sede limpresa, e non a quella del paese dove fornisce il servizio. Unimpresa quindi può assumere i lavoratori e poi trasferirli in un altro stato, mantenendo leggi, contratti, norme di sicurezza e di controllo del paese dorigine.
Si può così realizzare un gigantesco caporalato europeo, perfettamente legalizzato, ove i lavoratori vengono assunti nei paesi a più basso salario e con meno diritti e poi, trasferiti per lavorare nei paesi ove ci sono migliori condizioni di lavoro, senza che questo produca per loro nessun mutamento. E chiaro che con questa normativa si possono aggirare i contratti, le norme di legge e di sicurezza, si crea così una concorrenza selvaggia tra imprese e anche tra lavoratori, che porta allo smantellamento dei diritti sociali europei.
La FIOM, il Sindacalismo di base ( RdB-CUB, COBAS, SLAI COBAS, SinCobas) e Rifondazione hanno aderito con convinzione alla campagna, ritengono necessaria la cancellazione anche di questa Direttiva e chiedono ai movimenti sociali e alle forze politiche, di far sì che un tema di questa portata non sia affrontato e deciso dalle istituzioni, tenendo alloscuro gran parte dellopinione pubblica.
Contro queste direttive, emanate nel nome del liberismo selvaggio, cè bisogno di creare una grande mobilitazione italiana ed europea per conoscerle e fermarle e per riaffermare quei principi di solidarietà sociale e di uguaglianza dei diritti che devono essere alla base dellEuropa comunitaria, lEuropa dei popoli, non lEuropa dei capitali.
Lucca, novembre 2004 Federazione Sindacale RdB-CUB LUCCA
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