[RSF] lettera da Nella Ginatempo

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Author: Radio Città Aperta
Date:  
Subject: [RSF] lettera da Nella Ginatempo
Vai Nella, sono/siamo d'accordo con te. Dopo settimane entusiasmanti ma
anche estenuanti in questa "attesa della guerra guerreggiata" ci stiamo
avvicinando al momento in cui questa interminabile vigilia si trasformerà in
una drammatica e devastante realtà.
la redazione di RCA



SITO: http://www.radiocittaperta.it
MAIL: segreteria@???
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From: <nellagin@???>
To: <forumroma@???>; <forumromanord@???>
Sent: Sunday, March 16, 2003 8:44 PM
Subject: [RSF] lettera da Nella Ginatempo


Carissime, carissimi, di tutte le liste, di tutte le reti, di tutte le
situazioni locali. Dopo l?assemblea di Livorno del nostro Forum sociale
europeo (movimenti e organizzazioni) che ha rilanciato la sua agenda,
proposta
e iniziativa, sono stata risucchiata come tempo ed energie dalla
partecipazione
ad iniziative (moltiplicatesi a ritmo convulso) contro la guerra e dalla
partecipazione al comitato nazionale Fermiamo la Guerra (tranne ad una
riunione
improvvisata a Livorno dove mi è stato impossibile raggiungerli). Ciò spiega
il mio apparente silenzio di questi ultimi giorni, visto che sedermi davanti
al computer mi è stato impossibile. Ma oggi, questa domenica sera in
cui la guerra è imminente e i tre assassini internazionali si nascondono
nelle Azzorre per lanciare la loro dichiarazione di guerra, mentre il mondo
accende le candele come segno di speranza in tutto il pianeta, stasera sento
la necessità di inviare un messaggio e perciò avviso tutte e tutti coloro
che non sono interessati a leggerlo di buttare questa mia lettera nel
cestino
e di non aversene a male se, in assenza della possibilità di inviare
allegati,
mi metto a scrivere un messaggio lungo. Chiedo scusa in anticipo.

Primo: la speranza.
Se non fermeremo questa guerra nelle sue macchine di morte e nella sua
catena
di sterminio, l?abbiamo tuttavia fermata nella testa di milioni di persone,
l?abbiamo fermata come sistema plausibile, accettabile e normale di governo
del mondo. L?abbiamo fermata in Europa, anche in alcune sedi istituzionali
e governi presso cui gli interessi materiali della vecchia Europa e delle
sue multinazionali si sono intrecciati con la gigantesca pressione dei
popoli
che hanno richiesto di fermare questa guerra. In un certo senso, anche
se appare paradossale alla vigilia dei bombardamenti, in un certo senso
la guerra è finita. E? l?opposto di ciò che dice Bush ?the game is over?
cioè il gioco è finito ed oggi comincio la mia guerra imperiale. E? la
guerra
imperiale che è finita perché oggi finisce l?egemonia USA sul mondo, finisce
la loro possibilità di organizzare il consenso e la sudditanza ed anche
?vedrete- le regole imposte della ingiustizia economica del mondo. Oggi
invece comincia una nuova partita, quella di un movimento mondiale che si
oppone a quell?unico ordine mondiale che vuole imporre neoliberismo e guerra
permanente globale.
Oltre questo infame sterminio programmato contro il popolo dell?Iraq,
dobbiamo
organizzare organizzare organizzare la resistenza di lunga durata alla
guerra
permanente . Il nostro obiettivo va oltre perché siamo l?unico soggetto
politico mondiale che ha la speranza. La speranza che un altro mondo è
possibile.

Secondo: l?organizzazione.
Poiché si tratta di attrezzarsi nel lungo periodo, dobbiamo crederci,
reagire
allo scoramento, rimanere collegati con le sedi del movimento, mantenere
l?unità nelle lotte tra i diversi soggetti di movimento, tenere sempre
legata
l?analisi della guerra e l?iniziativa contro la guerra alla analisi del
contesto globalizzazione e diritti, la politica all?etica all?economia,
la guerra militare alla guerra economica e sociale.
Organizzarsi significa fare il lavoro delle formiche, non solo quello delle
cicale, significa lanciare ad esempio le campagne di boicottaggio contro
le multinazionali angloamericane del petrolio (Esso-Exxon Mobil; Texaco;
Chevron; BP-Amoco). Lottare contro gli interessi petroliferi italiani (vedi
la questione dell?ENI e dei suoi contratti del dopoguerra in Iraq).
Significa
riprendere la campagna di boicottaggio delle banche armate e delle più
grandi
multinazionali dell?economia di guerra. Significa sostenere la lotta contro
EXA per il disarmo economico. Significa rilanciare la campagna di obiezione
fiscale alle spese militari.
Organizzarsi significa costruire forme nuove di resistenza, guardando alle
basi militarti, ai loro depositi di armi nucleari e a tutti gli ordigni
di morte (vedi anche la proposta di una vera inchiesta parlamentare sulle
basi militari e sui cosiddetti accordi secretati). E? tutto da studiare,
dal boicottaggio alle azioni dirette nonviolente sul territorio alle varie
forme di sabotaggio. Ma cominciamo da subito, con l?organizzazione della
giornata delle basi il 22 e 23 marzo. Ci sono le mobilitazioni a Sigonella
e ad Aviano, ma anche a Salto di Quirra in Sardegna e al comando navale
di Taranto e all?aeroporto militarizzato di Fiumicino a Roma. C?è solo il
caso di ricordare che, se prima del 22 marzo gli infami bombardieri faranno
piovere morte su Baghdad, allora quel 22 marzo diventa la giornata nazionale
di mobilitazione con le manifestazioni nelle città.
Non sono brava in organizzazione, ma darò il mio contributo. Intanto credo
che sarebbe necessario che si riunisse il gruppo di continuità FSE subito
dopo le prime mobilitazioni contro la guerra e si desse una mossa
organizzativa
insieme al gruppo di lavoro Bastaguerra.

Terzo: vogliamoci bene.
Smettiamola con le competizioni le risse, la solita roba testosteronica.
Teniamoci per mano in questi giorni tristi.Che ciascuna e ciascuno sia
speranza
per l?altro, l?altra. Cobas, disobbedienti, lillipuziani,
femministe,cattolici,
sindacalisti, rifondaroli, ambientalisti e chissà quanti altri me ne scordo,
non so pregare, ma se sapessi pregare questa sarebbe una preghiera.
Per quella donna pacifista di 23 anni massacrata dalle ruspe di Sharon in
Palestina poco fa, per Rosa Luxemburg, assassinata dalla socialdemocrazia
tedesca dopo la prima guerra mondiale (e quante altre se n?è perse !), vi
prego di ascoltare il messaggio di tante donne che lottano per la pace,
che urlano FUORI LA GUERRA DALLA STORIA , che si richiamano all?unità del
movimento, oggi più che mai bene prezioso.
Martedì dalle ore 13 a oltranza saremo a Montecitorio, con la ferma volontà
di fermare almeno la partecipazione italiana alla guerra, così i treni e
i porti e gli aeroporti della morte. Ma quanti saremo se non c?è uno scatto
del cuore, oltre che della mente, verso l?unità e la compattezza tra tutti?
Vi abbraccio Nella Ginatempo


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