Author: Emiliano Bussolo Date: Subject: [Cerchio] argentina senza moneta- da UENNE
Da "Umanità Nova" n. 38 del 17 novembre 2002
Le monete alternative. Argentina: senza denaro, senza banche
Dall'autogestione delle fabbriche a quella degli scambi
Il governo argentino non ha rimborsato all'FMI i 3 miliardi di dollari che erano in scadenza la prima settimana di settembre. E non rimborserà neppure gli 836 milioni di dollari che scadono in ottobre. Nel gergo dell'usura internazionale questo é un "default". Nella vita quotidiana della gente comune, questa parola si traduce così: disoccupazione galoppante, collasso del sistema produttivo e commerciale, assoluta mancanza di soldi in circolazione.
Le cronache ci hanno portato le notizie delle proteste popolari massive e ripetute contro il congelamento dei conti bancari, i blocchi stradali effettuati dai piqueteros, l'autorganizzazione degli espulsi dalla produzione che rieditano forme associative di mutuo appoggio per garantirsi diritti vitali. E sono nati gruppi di autoproduzione per il pane, i mattoni, per l'assistenza ai bimbi e agli anziani. Sono rimbalzate le notizie sui circa 400 centri produttivi di cui si sono appropriati - o sono stati assegnati - agli operai, dopo che i proprietari si diedero alla fuga nel dicembre scorso.
I modi in cui le vittime della logica ferrea della macroeconomia neoliberista si organizzano per far fronte alla situazione includono anche gli acquisti comunitari. Liste di famiglie centralizzano i loro acquisti, e con un camion vanno direttamente alla fabbrica, per ridurre i costi ed ottenere prezzi da grossisti.
E poi vi sono settori sempre più numerosi, famiglie in cui tutti sono stati licenziati, che già non hanno redditi monetari, e han dato vita alla Rete Globale del Baratto. Si tratta di reti di scambio di merci e di servizi che usano una moneta alternativa denominata "credito". Sembra paradossale, però la risposta alle drammatiche conseguenze prodotte dalla dittatura fondomonetarista, é il ricorso all'antico sistema del baratto.
Nel maggio del 1995, i primi nuclei della futura Rete Globale del Baratto cominciarono, tra mille difficoltà, a dare una risposta concreta e pratica al darwinismo sociale che caratterizzava la politica irresponsabile del governo argentino. E lo faceva appellandosi alla mutua solidarietà per combattere l'esclusione, alla capacità di mettere in comune beni e competenze, e scambiarseli.
Oggi la Rete é composta da 5800 gruppi, che sommano ben 2 milioni e mezzo di persone. Recentemente si é creata anche un'altra rete, quella del Baratto Solidario che riunisce 800 mila persone organizzate in 1500 gruppi. Se si tengono presenti le rispettive famiglie, non é una esagerazione dire che una diecina di milioni di persone risolvono, almeno parzialmente, i problemi della sopravvivenza grazie all'economia alternativa e alla moneta sociale denominata "credito".
Questa moneta, raccoglie e riattualizza l'eredità di Silvio Gesell, che negli anni '20, durante la grande depressione, fu ministro delle finanze della breve Repubblica dei Consigli Operai e Contadini della Baviera. In quella circostanza, Gesell emise una moneta che doveva circolare velocemente, che si "ossidasse", e che fosse il più possibile simile alle merci, cioè che perdesse un po' del suo valore con il passar del tempo. Era una moneta che doveva servire solo come mezzo di scambio e che non era vantaggioso accumulare. Per conservare il suo valore nominale, era necessario applicare un bollino mensile pari all'1% del suo valore. Si constatò che circolava con una velocità 40 volte maggiore a quella dei marchi ufficiali iperinflazionati.
Gesell non arrivò mai a vedere il suo denaro "ossidabile" in circolazione. Tuttavia un decennio dopo, in cinque comuni dell'area meridionale germanica e austriaca i rispettivi consigli comunali, per porre un freno alla disoccupazione incontenibile, fecero ricorso a questo strumento. A decretare la fine dell'esperimento arrivò il divieto della banca centrale.
L'Argentina massacrata dall'FMI e dai suoi governanti inetti e corrotti, é protagonista del primo e storico esperimento su scala di massa del denaro alternativo che penalizza l'accumulazione, che si limita ad essere unità di conteggio e mezzo di scambio. I "credito" misurano solo le ore di lavoro contenute nei servizi e nei beni che si scambiano.
Siamo in presenza di un fenomeno di non trascurabile importanza che attrae l'attenzione dei falsari, delle istituzioni pubbliche e degli accademici. Nella circolare del 28 agosto, la Rete Globale del Baratto annuncia l'emissione di nuovi "credito" per neutralizzare la crescente falsificazione. Le nuove banconote, prodotte direttamente con la tecnologia comprata dalla Rete, avranno filigrana, numerazione stampata con laser e codice a sbarre. Inoltre, quando si fotocopiano, apparirà la dicitura "copia". Annunciano che a partire dal 2003, i "credito" perderanno l'1% mensile del proprio valore, e giustificano tale misura con riferimenti a Gesell e all'economista Margritte Kennedy.
La falsificazione non ne ha frenato l'espansione, visto che le liste di scambio si estendono ora anche ai medici, oculisti, architetti, orti organici, disoccupati, scuole di musica, turismo, massaggi ecc. E aumenta anche la periodicità delle Fiere in cui tutti i gruppi appartenenti alla rete si riuniscono per proporre al pubblico, che affluisce in gran numero, la lista dei servizi, delle professionalità e delle merci disponibili allo scambio.
Nella provincia di Mendoza vi é stata la prima riattivazione di una piccola fabbrica che, prima della chiusura, impiegava un centinaio di dipendenti. Hanno riaperto i battenti grazie a un "prestito di onore" concesso dalla Rete, attraverso il gruppo PYMES che riunisce micro-industriali falliti. I proprietari hanno potuto contare sul lavoro di elettricisti e muratori retribuiti con "credito", e potranno pagare così anche le future maestranze.
La rilevanza di questa nuova economia non sfugge nemmeno alle istituzioni pubbliche, che vorrebbero metter mano in questa materia per regolarizzarla e disciplinarla sotto un controllo centrale. Questi tentativi sono finora falliti perché cozzano contro questioni come la legittimità di sottoporre le reti solidarie al regime fiscale e alle tassazioni. Il vasto spazio sociale che vive dei "credito" si sottrae a queste attenzioni, rifiuta l'abbraccio istituzionale, sostenendo che loro non creano profitti accumulabili ma solo benefici sociali immediati. E difendono gelosamente la loro autonomia contro la classe politica, che in Argentina é screditata oltre ogni immaginazione. "Che se ne vadano tutti!" é lo slogan che gridano a muso duro.
A livello locale, invece, i municipi della provincia di Buenos Aires, di Chabacano, Quilmes e Avellaneda accettano i "credito" per il pagamento delle tasse.
Dodici province, a loro volta, han già dovuto far ricorso all'emissione di segni monetari locali per far fronte al mantenimento dei residuali servizi sociali. Però la moneta di maggiore accettazione e circolazione é il "credito", perché ha la credibilità fornita da alcuni milioni di persone che ne fanno regolarmente, o saltuariamente, uso. Rispetto ai titoli emessi dalle province, sono più attrattivi perché presentano il gran vantaggio che non implicano ulteriore emissione di debito, che a sua volta genera ulteriore accumulazione di interessi.
Come é pensabile che l'Argentina, paese storicamente agro-esportatore, oggi non riesca a garantire le calorie sufficienti a molti dei suoi cittadini? Com'é stato possibile che un paese che al tempo della dittatura militare risolveva i problemi alimentari dell'Unione Sovietica fornendogli tutto il grano di cui aveva bisogno, oggi é una economia che non riesce a soddisfare i bisogni alimentari della sua gente?
Gli unici in grado di rispondere sono i savi del Fondo Monetario Internazionale. Un manipolo d'un migliaio di tecnocrati più megalomani e scellerati dei pianificatori sovietici. Se questi ultimi erano responsabili di pianificare l'attività umana della terza parte del pianeta, l'FMI ha la pretesa di pianificare il... mondo intero! Ad unico ed esclusivo vantaggio dei 7 paesi più ricchi e, all'interno di questi, a vantaggio dei signori del denaro, cioè il 2% della popolazione.
Gli argentini sapevano produrre per sé e per il mondo. Poi é arrivato il miracolo neoliberista e ora non hanno a sufficienza neppure per se stessi. Fame vostra, accumulazione mia, dice l'FMI.
Nel frattempo, c'è chi sta dimostrando che si può - e si deve - prescindere dai banchieri se si vogliono risolvere problemi immediati di sopravvivenza e di socialità. Si sono riappropriati dell'uso di un utensile trascurato e decisivo - affatto neutrale - quale la moneta, piegandola alla misura delle comuni necessità. È un granello di sabbia nel meccanismo di un sistema basato sulla riproduzione perenne del debito. Il premio Nobel Perez Esquivel sintetizzò così: "Mi presti 1, quando ti ho rimborsato 2, ti devo ancora 3."