Dallo sciopero generale del 22 settembre 2025 a sostegno della
resistenza palestinese e della Flotilla qualcosa è cambiato, o forse
tornato, nelle dinamiche di piazza. Abbiamo rivisto da una parte la
vitalità e la rabbia di attraversare le strade tutt* insieme, dall’altra
stiamo assistendo ai noiosi spettacoli dei teatrini eticomorali che
fanno il gioco dei buoni e dei cattivi. Giochino di distinguo, su cosa
sia lecito fare in piazza oppure no, taciuto da esempi e contingenze
virtuose messe in campo dall’eterogeneità di pratiche collettive contro
un nemico comune. Il rischio di sentirsi sol* e senza strumenti
condivisi per capire quali strategie usare e quali scelte fare è dietro
l’angolo: vediamoci e parliamone insieme, condividendo esperienze
passate per seminarne il terreno di nuove e creative, con la speranza
che divampino ovunque.
Come ti fanno sentire a livello emotivo e politico questi giorni di
mobilitazione permanente?
Cosa rende, dal tuo punto di vista, una piazza (presidio, corteo, blocco
etc.) efficace?