Re: [Hackmeeting] Pandemia. Di tecno-assoluzionismo e di com…

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Author: Blackflag
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To: hackmeeting
Subject: Re: [Hackmeeting] Pandemia. Di tecno-assoluzionismo e di come la tecnologia non ci salvera'
On 5/9/20 5:14 AM, pinke wrote:

...
> [considerazioni sparse]
>
> - quando si inizia a scrivere dobbiamo avere molto chiaro i concetti
> di cui vorremo andare a parlare. le idee si possono espandere,
> correggere, evolversi, ma una volta avviato il processo di scrittura
> non si puo' ripartire continuamente da capo.
>
> - quando si elabora qualcosa insieme si operano necessariamente una
> serie di compromessi.
> come in tutte le situazioni collettive costruttive, bisogna essere
> capaci di calmare il proprio ego e permettere che le nostre idee
> vengano invece potenziate dall'incontro con quelle degli altri.
> banalmente: a volte bisogna saper rinunciare ai nostri preziosissimi e
> imprescindibili pareri.
> in cambio gli altri devono saper valorizzare il contributo di tutte.
>
> - ci deve essere un meccanismo di fiducia per cui a un certo punto
> qualcuno (e io insisto perche' sia una sola persona) cucia il tutto in
> uno stile piacevole da leggere. il piacere non e' un concetto da poco,
> e si porta dietro anche quello di semplicita' e chiarezza.
>
> - credo che dietro al pensiero "io l'avrei scritto meglio" (che
> probabilmente abbiamo avuto tutte leggendo questo testo) ci sia una
> dose di convincimento egotico del "saperne di piu'", ma anche una dose
> di voglia di vedere quel testo migliore. bisogna fare in modo che la
> seconda parte abbia piu' modo di esprimersi e la prima sia smussata
> dall'autodisciplina di ognuna di noi.
>

Ciao, a me queste considerazioni non piacciono proprio, forse perche' le
ho mal interpretate.

Chiedere a delle persone di "rinunciare ai propri pareri" e "calmare il
proprio ego" la leggo come "zitta e lascia fare...". Per me non esiste
la delega, tutte devono avere il diritto di esprirmere il proprio
pensiero con i propri modi e le opinioni di tutte devono essere prese in
considezione in egual modo.

Altrimenti potrei dire che queste tue considerazioni sono paternaliste e
dettate dal tuo ego, e non e' piu' finita...

Forse invece di giudicare la modalita' e le personalita' degli altri,
bisognerebbe andare all'essenza del contenuto espresso, sintetizzarlo,
discuterlo e arrivare ad una vera sintesi che sia espressione
dell'intera assembla, senza filtri o deleghe di sorta.

Ho passato anni a fare assemblee dove si usciva con dei testi che poi,
guardacaso, dopo essere stati sistemati "per uno stile piacevole da
leggere" venivano stravolti nel senso ed esprimevano le finalita' di un
piccolo gruppo. 

Il testo che e' uscito personalmente mi e' piaciuto molto, forse piu'
che "delegare" lo stile bastava prendersi piu' tempo per aggiustarlo
collettivamente ma capisco che l'urgenza non lo permetteva quindi, per
quanto disomogeneo, lo trovo molto bello.


> [tentativi di metodo]
>
> vi proporrei di provare una cosa del genere:
>
> 1) si parte da una discussione a voce. ci si confronta tutto il tempo
> che serve, si chiacchiera, si discute, ognuna mette sul piatto le
> proprie considerazioni. si decide cosa vorremmo venisse detto, come e
> per chi.

+1
>
> 2) una persona si prende la briga di tirare giu' una bozza di
> partenza. deve essere una bozza che tenga conto della discussione
> appena avvenuta e la interpreti nella sua interezza, sapendone fare
> una buona sintesi.


Qui c'e' la criticita' della soggettivita' di chi prende appunti, forse
sarebbe il caso che almeno 3 persone buttassero giu' una bozza.

>
> 3) ci diamo un periodo di tempo x per brutalizzare la bozza. ognuno
> scrive, corregge, integra, commenta, taglia, cuce, devasta, come gli
> pare. sempre tenendo conto della faccenda dell'ego, e della cura per
> gli altri.


Secondo me la prima bozza creata dai 3 individui dovrebbe essere resa
pubblica e ogniuno prepara, a parte, delle modifiche da fare al testo
che poi propone in assemblea.

>
> 4) scaduto il tempo x, la bozza viene congelata. nessuna ci puo' piu'
> mettere il becco, basta.
> una persona (magari non la stessa di prima) si prende la briga di
> trasformare tutto questo in un testo coerente e leggibile. questa
> persona deve avere la sensibilita' di saper dare valore al contributo
> di ognuna senza penalizzare e depotenziare l'interezza del testo.
> se non interferiamo, questa cosa si puo' fare e viene bene


Qui secondo me uno dei 3 iniziali legge la bozza una frase alla volta,
chi ha preparato delle modifiche o integrazioni alla frase corrente la
propone e se tutte sono d'accordo la si approva.


> 5) rivediamo tutte il testo e lo correggiamo SOLO in caso di refusi o
> fraintendimenti gravi.
> non e' piu' il momento di aggiungere o di cambiare o di reintrepretare
> da capo.


Seguento frase per frase, come ho proposto al punto 4, si avra' un
consenso da parte di tutti e tutte all'intero testo, senza lasciare
alcune parti "sulla fiducia".

My 50 cent.

blackflag

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