[foa_Boccaccio003] Lettera aperta agli iscritti e alle iscri…

Delete this message

Reply to this message
Author: monzantifascista
Date:  
To: boccaccio
Subject: [foa_Boccaccio003] Lettera aperta agli iscritti e alle iscritte della sezione monzese del C.A.I.
Questa settimana ci trovate al consueto appuntamento sul cavalcavia
Bussa agli Alter
Bej<https://boccaccio.noblogs.org/post/2019/11/21/alter-bej-2019/>!
Il nostro banchetto, come sempre, vedrà presenti libreria, serigrafia e
sculture biomeccaniche.
Vi aspettiamo là!

Vi anticipiamo poi che settimana prossima sarà particolarmente intensa,
con 4 iniziative in programma!

******************************


Pubblichiamo qui di seguito la lettera aperta agli iscritti e alle
iscritte del CAI di Monza distribuita martedì 3 dicembre in occasione
dell’assemblea straordinaria convocata dal CAI per votare l’acquisto
dell’area di via Rosmini 11, attuale sede del Boccaccio: l’assemblea si
è espressa a favore dell’acquisizione dell’area e nel mese di gennaio
dovrebbe avvenire il passaggio di proprietà da Federcalcio Servizi a
Club Alpino Italiano. Daremo a breve aggiornamenti e valutazioni su
quanto accaduto e sugli scenari che ci attendono.

QUALCUNO HA GIA’ SCELTO PER VOI.
E HA FATTO UNA PESSIMA SCELTA.

Lettera aperta agli iscritti e alle iscritte della sezione monzese del
C.A.I.

E’ con rabbia e stupore che nelle scorse settimane abbiamo appreso da
alcuni vostri associati che la sezione monzese del C.A.I. ha intrapreso
una trattativa per acquistare dalla società Federcalcio Servizi l’area
di via Rosmini 11, con l’obiettivo di realizzarvi il progetto Quota162 o
“Casa della montagna”, la cui collocazione è stata votata anni fa dalla
vostra assemblea in via della Lovera, in un’area comunale vuota e
dismessa.

Ha poco senso approfondire qui gli aspetti tecnici per i quali le
trattative con l’amministrazione comunale su quest’ultima area si siano
interrotte, ma oggi che l’acquisizione di via Rosmini sembra a un passo
da un esito “felice” riteniamo doveroso rivolgerci alle persone che si
assumeranno la responsabilità di dare (o non dare) il proprio supporto a
questo progetto.

La questione principale è che l’area di via Rosmini non è né vuota né
dismessa.

Occupata quasi dieci anni fa (ottobre 2011) al termine di un lungo
periodo di mobilitazioni per la riapertura di uno spazio sociale a Monza
ospita le attività della FOA Boccaccio 003, il centro sociale cittadino.
E’ in questo luogo che abbiamo consolidato la nostra esperienza quasi
ventennale sul territorio, attivando un processo autogestito di recupero
dello stabile: ogni metro quadro dell’ex centro sportivo è stato
destinato a progetti differenti, ne sono testimonianza oltre al campo da
calcio, la palestra popolare/sala concerti/sala teatro, la sala prove
musicale, uno spogliatoio, l’archivio, il magazzino, la foresteria, il
laboratorio serigrafico e sartoriale, il baretto e la sala riunioni,
un’aula bimbi, l’orto biodinamico, gli spazi esterni adibiti a pizzeria
con forno a legna.
Questi spazi non costituiscono semplicemente ambiti di aggregazione
aperti a tutti/e, ma luoghi di sperimentazione sociale e politica in cui
chi indossa i guantoni o tira un calcio al pallone, chi regge un
microfono o sta dietro a un bancone, è protagonista di un progetto di
ripensamento del mondo circostante in un’ottica di autogestione,
solidarietà, giustizia sociale.
Nessuna persona coinvolta in queste attività percepisce compensi o
remunerazioni di nessun genere: tutto si basa sulla gratuità e il mutuo
soccorso.

Scegliendo di acquistare questi spazi il C.A.I. decide consapevolmente
di mettere a repentaglio la nostra esperienza, innescando l’iter di
sgombero che nemmeno l’attuale giunta comunale era riuscita a
intraprendere. Un enorme favore politico ad Allevi, Arbizzoni, Arena &
co.

Vi racconteranno che ci è stata proposta una forma di
collaborazione/coesistenza con Quota162, ma anche su questo aspetto c’è
poco da dire: si è trattato di un maldestro tentativo (fosse anche in
buonafede) che di fatto mette in discussione i cardini su cui da 16 anni
operiamo in città, in piena autonomia e autogestione. Ma soprattutto
lontani da logiche di business e sponsorizzazioni, fattori che
indubbiamente attraverseranno l’implementazione di Quota162.

Scegliendo di acquistare questi spazi il C.A.I. decide consapevolmente
di schierarsi contro i giovani della città (gli stessi a cui si vorrebbe
principalmente destinare Quota162!) che, a migliaia, vivono le
iniziative organizzate dalla FOA Boccaccio come unica alternativa
culturale e politica costruita dal basso, in un contesto cittadino dove
invece tutto è mercificato, tempo libero compreso. In una città dove
chiudono i cinema e aprono i centri commerciali, abbiamo costruito un
modello di aggregazione slegato da logiche di profitto, partecipato e
diversificato, capace di intercettare un’ampia fetta di popolazione
giovanile che, occorre sottolinearlo, vi si rivolterà contro se
deciderete di intraprendere la strada dello sgombero. Dovrete blindare
le vostre presentazioni pubbliche, le vostre inaugurazioni e tutte le
occasioni in cui cercherete di creare consenso intorno a questo
progetto, perché noi saremo lì a ricordarvi, insieme alle tante realtà
che già si sono pronunciate in difesa del Boccaccio, che l’errore
commesso è stato inqualificabile.

Vi racconteranno che questa è l’unica soluzione possibile. Difficile
crederlo, in una città in cui le aree dismesse sono decine, di tipi,
estensioni e destinazioni d’uso differenti. Forse semplicemente è quella
che costa meno, ma pensiamo sia opportuno ribadire che nel bilancio
dell’operazione qualcuno dovrà assumersi anche il costo sociale e
politico delle proprie scelte, e su questo fronte ci impegneremo perché
sia il più salato possibile. Senza inutili infingimenti, abbiamo già
pubblicamente dichiarato che, così come nel 2011 questo spazio è stato
acquisito con un percorso conflittuale di lotta, allo stesso modo la sua
difesa sarà ferma e determinata.

Scriviamo queste cose perché pensiamo di avere di fronte persone
sensibili e interessate a capire. Comprendiamo le passioni che muovono
il vostro operato associativo e non mettiamo in discussione l’importanza
che riveste per la vostra assemblea la realizzazione di Quota162, ma in
nessun modo possiamo transigere sulla scelta sciagurata di guardare a
via Rosmini come possibile ambito per dar vita al vostro progetto.

VIA ROSMINI NON E’ IN VENDITA. IL BOCCACCIO NON SI TOCCA.