E’ UN “NORMALISSIMO” MOSTRO E SI CHIAMA CLUB ALPINO ITALIANO (CAI)
E’ la sezione monzese del Club Alpino Italiano, supportata dal fiuto 
affaristico di alcuni imprenditori locali, a voler comprare l’area dove 
sorge dal 2011 la FOA Boccaccio 003.
https://boccaccio.noblogs.org/post/2019/11/29/un-normalissimo-mostro-chiamato-c-a-i/
LA TRAMA.
Membri del CAI stanno provando a concludere con la Federcalcio (attuale 
proprietaria) una trattativa di acquisto dell’area di via Rosmini 11 per 
poi realizzare un progetto chiamato QUOTA 162, o “Casa della montagna” 
che incorpori anche una nuova sede del CAI.
Di questo si parla da almeno due anni: dato per imminente sia sulla 
stampa locale che da persone a conoscenza dei fatti, avrebbe dovuto 
prendere forma in un’area abbandonata di proprietà comunale in via della 
Lovera, ma evidentemente tra CAI e amministrazione qualcosa si deve 
essere rotto proprio sul più bello e la questione si è risolta con un 
nulla di fatto.
E si arriva ad oggi, con il CAI che, perdendosi tra le decine di aree 
dismesse e abbandonate della città, schiaccia lo stivale proprio 
sull’area da noi occupata e riqualificata. Un inciampo imperdonabile, se 
accadesse. E inqualificabile, anche quando questo tentativo di 
accaparrarsi l’area avvenisse millantando l’apertura alle passioni 
sportive della città, le possibilità offerte a chi ama gli sport 
verticali e chissà quale altra retorica offerta a chi è giovane o si 
sente tale.
NOI.
La realtà esige da noi poche parole, ma chiare: ci sono centinaia di 
palazzine vuote da scalare. Qualche vostro collega le ha costruite, 
qualche altra associazione avrà immaginato di entrarci. E’ roba del 
vostro sacco.
Invece via Rosmini 11 non è vuota e non è da riqualificare: per alcuni è 
casa, per altri è luogo di passioni e relazioni, di politica e 
solidarietà; per tutte e tutti è spazio antifascista e antirazzista, 
aperto ai progetti di affermazione del sé, alle singole tensioni e alle 
lotte contro il capitalismo, spesso incarnato in questi normalissimi
mostri.
Insomma un punto di riferimento per tutto il territorio, in cui si 
incrociano le strade di migliaia di persone, in larga parte giovani, che 
si attivano quotidianamente nelle più diverse iniziative politiche, 
culturali, sportive.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
E se qualche politico locale pensa che tutto possa serenamente svolgersi 
tra privati si sbaglia; non ci sarà alcun tentennamento o mediazione: 
non saremo noi a pagare per l’inadempienza dell’amministrazione comunale 
né per le urgenze progettuali di chicchessia.
Che questa trattativa di vendita/acquisto si interrompa subito o 
ciascuno si assumerà le responsabilità delle proprie scelte. La nostra 
scelta, come già detto, sarà quella di difendere il luogo che abbiamo 
occupato nel 2011, salvato dall’abbandono in ogni suo metro quadro e 
fatto rivivere in maniera autogestita, senza sosta, fino a oggi.
FOA Boccaccio 003