un’altra grande vittoria per Scup Sport e Cultura Popolare e per il quartiere tutto!
A fine luglio verrà bonificato il tetto in amianto nello stabile di via della Stazione Tuscolana 82.
Un ulteriore passo verso la riqualificazione e la rigenerazione urbana dell’intero quadrante.
Da tempo come Scup, Sport e Cultura Popolare, denunciamo la situazione di abbandono di alcuni luoghi fisici e zone del quartiere, provando a dare risposte concrete, frutto di un ideale immaginario di ben-essere.
Alcuni esempi del nostro impegno:
1) il progetto di riqualificazione e di utilizzo ai fini di una mobilità sostenibile dell'ex deposito Atac di Piazza Ragusa, progetto presentato qualche anno fa ma infranto contro il muro di silenzio del Comune che ha deciso di ovviare al rischio di fallimento dell'azienda del trasporto pubblico con la svendita dei beni immobili di Atac, smettendo di recepire le proposte di chi nel quartiere ci vive;
2) l’attenzione al disagio che ruota attorno alla Stazione Tuscolana dove tre anni fa si è consumato uno stupro per il quale abbiamo organizzato una passeggiata lungo le vie del quartiere, cercando di sensibilizzare sul dilagante problema della violenza maschile sulle donne, oramai sistemico come ci dicono le donne in mobilitazione permanente in questi ultimi anni;
3) abbiamo più volte puntato i riflettori su spazi in disuso quali l'ex Circolo degli Artisti e l'ex Init in un territorio dove i luoghi di studio e aggregazione giovanile continuano a scarseggiare, questi spazi potrebbero essere riutilizzati per tali fini ;
4) abbiamo sostenuto progetti di riqualifica promossi da comitati e associazioni di quartiere riguardanti Villa Fiorelli, i giardini di Piazza Ragusa o il parchetto nei pressi dell'acquedotto lungo il Mandrione, collaborando nell'organizzazione di eventi pubblici in tali aree verdi.
5) E per ultimo l'incredibile sforzo, da noi compiuto, per la riqualificazione dei tre capannoni di via della Stazione Tuscolana 82/84, che abbiamo occupato quattro anni fa, a seguito di un violento sgombero che ci ha cacciato dagli stabili di via Nola 5 (che da quando noi non ci siamo più stanno marcendo nell’abbandono totale).
Quando siamo entrat* negli spazi di via della Stazione Tuscolana abbiamo avviato un lungo percorso di ristrutturazioni dei capannoni, tutt'altro che agibili, trasformandoli da cattedrali nel deserto in luoghi dedicati allo sport popolare, alle attività politiche e sociali, a quelle artistiche, culturali, teatrali e performative, all'aggregazione giovanile e intergenerazionale, praticando e rendendo reale il concetto di "rigenerazione urbana".
Un percorso che ha origine in una mobilitazione di piazza, un corteo, con un atto, quello di riprendere l'uso sociale e civico di un immobile abbondato occupandolo, ora criminalizzato dai Decreti Salvini sulla sicurezza, insieme a tante altre forme di protesta e di attivazione, dal blocco stradale, fino al grottesco divieto di salvare vite umane nel Mediterraneo.
All’interno di questo percorso affrontare il problema della copertura in eternit di uno dei tre capannoni è stata da subito una grande sfida, oltre che un enorme ostacolo.
Abbiamo effettuato grazie all’apporto di ditte specializzate controlli e analisi dell'aria che certificassero la non tossicità e pericolosità della copertura in eternit, affrontando una spesa molto costosa che non sarebbe spettata a noi ma alla proprietà dello stabile.
A seguito del comodato d'uso col quale, a dicembre 2018, la suddetta proprietà dello stabile, RFI, ha sancito la legittimità del nostro progetto e delle nostre attività, pretendere la bonifica dell'eternit è diventata una priorità, per permettere a chi frequenta Scup e a chi abita o passa nel quartiere di vivere in un contesto salubre e sicuro come ci spetterebbe di diritto.
Così grazie all'attivazione dal basso di occupanti, di attiviste ed attivisti, alla nostra perseveranza e tenacia, abbiamo raggiunto l'obiettivo e dall’ultima settimana di luglio partiranno i lavori di bonifica dell'amianto.
RFI bonificherà l’area!
Ma non vogliamo che finisca qui. Come sempre ci piace rilanciare.
La riqualificazione dei giardini di Piazza Ragusa, l’avvio dei lavori (finalmente!) a Villa Fiorelli, l’opera di riqualificazione e apertura di uno spazio culturale, sociale e sportivo nei tre capannoni di Scup, la bonifica di un tetto di eternit, sono solo alcuni risultati ottenuti grazie all’impegno, all’auto organizzazione e collaborazione di chi vive nel quartiere, di quella famosa “società civile” oramai ultimo baluardo contro la sciatteria di una città allo sbando.
Reputiamo tutto ciò non sufficiente per far fronte alla condizione di abbandono in cui versa gran parte di via della Stazione Tuscolana o al disagio abitativo e sanitario nei dintorni della stazione Tuscolana, che come tutte le stazioni si fa crocevia delle umane sofferenze, o alle zone diffuse di spaccio che vanno ad aggravare una situazione che ha tutti i presupposti per diventare esplosiva.
Abbiamo la convinzione che la marginalità sociale, lo spaccio, la violenza, la solitudine, che si annidano nelle sacche di abbandono urbano, non si risolvano con politiche repressive.
La repressione agisce sulla superficie dei problemi ma a noi interessa andare alla radice per poter prevenire derive incontrollabili e devastanti come già accaduto in altri quartieri di Roma saliti per questo agli onori della cronaca.
Per noi la soluzione del problema sta nel saper prevenire e intervenire con la riconnessione del tessuto sociale attraverso relazioni personali di condivisione e mutuo aiuto, con l’auto organizzazione e la partecipazione attiva, con l’incentivo, da parte delle Istituzioni preposte, di politiche sociali e culturali adeguate.
Abbiamo bisogno di un intervento complessivo integrato che sappia ridisegnare il quadrante secondo un’ottica di ben-essere collettivo, Municipio, associazioni e comitati, RFI, FS, Atac, devono essere tutti soggetti coinvolti in tale piano complessivo di “rigenerazione urbana”.
Sappiamo di essere in controtendenza nel voler costruire comunità e nel desiderare il ben-essere collettivo perché questa è l’epoca dei tagli alla sanità, ai servizi, all’educazione, dei contratti precari o della disoccupazione dilagante, ma non ci siamo mai arres* nel pretendere una vita degna, di certo non ci arrenderemo ora.
Dopo la pausa, necessaria ai fini dei lavori bonifica, riprenderemo l’impegno per la riqualificazione e valorizzazione del nostro territorio.
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