https://www.infoaut.org/antifascismonuove-destre/porti-contro-la-guerra-senza-ipocrisie
"Una nave carica di armi, la Bahri Yambu, è in arrivo nel porto di Genova.
Grazie all’impegno e all’impulso di alcuni lavoratori del porto che 
hanno sollevato la gravità dei fatti, è in corso una mobilitazione 
contro l’arrivo della nave saudita e il suo carico. Una mobilitazione 
giusta e doverosa che dovrà porsi fino in fondo, e non solo a parole o a 
mezzo stampa, con quali mezzi raggiungere il proprio obiettivo: non far 
attraccare quella nave a Genova, bloccare il suo carico di morte!
Alcune precisazioni però, mentre prendono parola in molti e persino 
illustri deputate PD come Raffaella Paita e Lia Quartapelle, vanno fatte.
I traffici di armi a Genova non sono una novità: la compagnia Bahri fa 
toccate costanti al Genoa Metal Terminal – Steinweg e in questi anni ha 
già imbarcato armi e mezzi militari – non ultimi una quindicina di carri 
armati italiani quest’autunno e altri mezzi d’assalto diretti in Pakistan.
Le bombe della Rwm (Rheinmetall) prodotte tra Ghedi (Brescia) e Domus 
Novas (Sulcis) passano abitualmente dal nostro porto, con la linea Bahri 
ma anche con la linea Messina con la nave Jolly Cobalto; anche qui: 
bombe Rwm prodotte in Italia e vendute per le commesse dell’Arabia 
Saudita che le utilizza per bombardare lo Yemen, o mezzi Iveco, 
utilizzati con gli stessi fini in altri paesi arabi.
Ha quindi ragione la Capitaneria di Porto a ricordare che questi 
traffici ci sono già stati: ma si sbaglia di grosso quando dice che 
nessuno ha mai sollevato il problema.
Lo facemmo più volte e in diversi modi e, inoltre, diversi portuali si 
sono più volte rifiutati di lavorare con “merce” di questo tipo. Sia per 
motivi etici, sia per motivi di sicurezza.
Forse tutte le altre volte non siamo arrivati a far preoccupare gli alti 
vertici di partito, purtroppo non c’erano scadenze elettorali vicine: le 
uniche occasioni in cui i politici si ricordano della sorte dei lavoratori.
Aggiungiamo, proprio perché non abbiamo la memoria corta, che il PD è 
l’ultimo partito che può farsi paladino della pace, avendo il ministro 
della Difesa (2014/2018, governi Renzi e Gentiloni) Roberta Pinotti 
avuto un ruolo cardine nel supportare e formulare quegli accordi con i 
sauditi in cui la fornitura di armi era un pilastro. Un pilastro da 400 
milioni di euro all’anno.
Il fatto che il tutto avvenga, o meno, nel rispetto delle leggi 
internazionali è fatto che non ci interessa come, immaginiamo, non 
interessa alle decine di migliaia di morti di Sana’a, capitale yemenita 
distrutta dalle bombe italiane.
La spesa militare annua italiana è calcolata intorno ai 26 miliardi di 
euro (dati 2017) e ogni anno aumenta. Sono circa 70 milioni di euro al 
giorno!!! Settanta milioni di euro al giorno spesi per produrre armi e 
mezzi che servono ad uccidere altri esseri umani, perché le armi e i 
mezzi militari, e gli eserciti che li usano esistono per assolvere 
questo ruolo: uccidere, distruggere case, provocare esodi di massa.
Ricordiamocene la prossima volta che sentiremo qualcuno dire “se ne 
stiano a casa loro”.
Questa nave va fermata, e invitiamo tutti coloro vogliono realmente e 
genuinamente raggiungere quest’obiettivo a farsi avanti e unirsi in 
questa lotta.
Senza ipocrisie e, soprattutto, senza ipocriti.
del *Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali* – Genova"