STREET BOOKS #6
Giovedì 31 maggio 2018 h 21.30, Piazza Indipendenza, Monza (in caso di 
maltempo l'iniziativa si terrà presso la FOA Boccaccio di via Rosmini 
11)
Hevalen. Perché sono andato a combattere l'Isis in Siria.
Davide Grasso (2017 Alegre)
https://boccaccio.noblogs.org/post/2018/04/02/street-books/
Rojava. In curdo vuol dire "ovest", ma per arrivarci dobbiamo andare 
verso est, giungere nelle terre che un tempo chiamavamo Asia minore.
"Rojava" è il Kurdistan siriano, dove dal 2011 è in corso una 
rivoluzione, il grande esperimento delle comuni e del "confederalismo 
democratico". Un movimento di liberazione egualitario, libertario e 
femminista, ispirato al pensiero di Abdullah Öcalan e cresciuto come un 
bosco in pieno deserto, nel più devastato – e strategico – teatro di 
guerra del pianeta. Un processo sociale accerchiato da forze reazionarie 
e sanguinarie: l'Isis, il regime di Assad a Damasco e il regime del 
caudillo turco, Erdogan, appena oltre il confine.
Nel 2014 abbiamo trepidato per Kobane, città assediata dall'Isis e 
difesa da forze popolari chiamate Ypg e Ypj. Abbiamo visto le immagini 
di donne guerrigliere sorridenti scalzare dai media quelle dei tetri 
tagliagole di Daesh, e poi la riscossa: da Kobane, divenuta la 
"Stalingrado del Medio oriente", è partita una controffensiva che ha 
meravigliato il mondo. Meno di tre anni dopo è stata liberata Raqqa, 
sedicente "capitale" dello Stato islamico.
Come non accadeva dai tempi della guerra civile spagnola, uomini e donne 
da tanti paesi hanno deciso di raggiungere la Siria e partecipare alla 
rivoluzione, armi alla mano. Uno di loro era Davide Grasso, militante 
del centro sociale torinese Askatasuna e del movimento No Tav. A fargli 
prendere la decisione è stata la strage al Bataclan di Parigi, il 13 
novembre del 2015.
Hevalen, che in curdo significa "gli amici", "i compagni", è la storia – 
ibrida, ruvida, entusiasmante – del suo viaggio, della sua guerra, delle 
contraddizioni che ogni rivoluzione si porta dentro e deve affrontare.
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ALLA FACCIA DI CHI CI VUOLE MALE
Centinaia di calici di vino buono fanno risuonare il Boccaccio.
Ci eravamo detti che questa sesta edizione della critical wine avrebbe 
dovuto segnare un salto di qualità rispetto alle già riuscite edizioni 
passate e così è stato: portando a maturazione un percorso di 
collaborazioni e sperimentazioni iniziato nel 2013, la Volpe, l'uva e 
l'oliva dello scorso week end è stata un' inebriante miscela di 
degustazioni, workshop, parole e spettacoli, che ha registrato la 
presenza di centinaia di persone dal quartiere, dalla città, dalla 
Brianza.
(Guarda il FOTORACCONTO)
Protagonista di questo appuntamento un lunghissimo elenco di produttori 
di vino, di olio, di pietanze a filiera corta, mastri birrari, 
panificatori, pizzaioli, scrittori, musici e teatranti provenienti da 
tutta Italia: è a loro che va il nostro più sentito ringraziamento per 
aver contribuito in maniera determinante alla riuscita dell'iniziativa.
Come ogni anno la Volpe e l'uva, oltre a soddisfare il palato di tutti e 
far risuonare lo spazio sociale monzese di centinaia di calici di vino, 
ha costituito un momento di confronto e approfondimento su metodologie 
di produzione virtuose e sul senso delle scelte alimentari che ciascuno 
di noi opera nel proprio vissuto quotidiano. Confronto che ha trovato 
spazio sia in dei momenti strutturati sia nell'informalità della 
relazione diretta che ognuno ha potuto instaurare con i singoli 
produttori che per 2 giorni hanno condiviso con tutti il loro sapere in 
questa meravigliosa esperienza.
E' questa atmosfera unica fatta di socialità, autogestione e radicale 
ripensamento delle regole di mercato che la giunta Allevi definisce 
"abusivismo", "sacca di illegalità", "situazione intollerabile", 
invocando come un disco rotto lo sgombero del Boccaccio. In risposta a 
queste minacce e infamie, crediamo che il successo di tutte le nostre 
iniziative e la crescita del patrimonio di relazioni e complicità che ne 
stanno alla base, siano i dati tangibili su cui misurare il valore 
dell'esperienza politica che da quindici anni rivendica la legittimità 
del proprio percorso in città. Ma anche il potenziale di risposta che 
metteremo in campo, qualora qualcuno decida di assecondare i deliri 
securitari del Sindaco e della sua giunta.
Archiviamo quindi la Volpe e l'uva "sbronzi e felici", pronti a 
proseguire nel fitto calendario di iniziative in programma e nella 
progettazione politica dentro e fuori le mura dello spazio di via 
Rosmini.
FOA Boccaccio 003