Condivido in pieno. Se anche voi siete d'accordo, fate girare.
Ciao
Sandra
-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:     Lo spirito del contratto: ognuno per sè. Il commento del Naga.
Data:     Sat, 19 May 2018 14:51:17 +0200
Mittente:     naga@???
  Lo spirito del contratto: ognuno per sè.
È stato reso pubblico ieri il contratto di governo Lega - 5stelle 
che verrà sottoposto all'approvazione dei rispettivi elettori 
questo weekend.
Quello che colpisce al di là dei singoli provvedimenti è l'idea 
di società che ne emerge. Una società frammentata, divisa, 
spezzata, impoverita, vecchia, triste e arrabbiata composta da tanti 
portatori d'interesse individuali senza un interesse comune collettivo. 
Un'idea antica ma, forse, anche contemporanea. Una semplificazione 
della complessità in singole istanze che fanno accantonare l'idea che al 
di là di quelli singoli rilevino gli interessi generali. Una società 
dove le fragilità, le vulnerabilità, le povertà, le disuguaglianze non 
sono condizioni da tutelare, ma colpe da punire o ignorare.
L'occhio del Naga cade sul capitolo a pagina 26 dedicato a IMMIGRAZIONE: 
RIMPATRI E STOP BUSINESS. Basta il solo titolo per capire che il 
fenomeno, complesso, dell'immigrazione viene ridotto a
questione di ordine pubblico e di malaffare; già dal titolo si comprende 
che non si parlerà di persone, ma di un problema, una grana, da 
risolvere. Rapidamente e in modo risoluto.
Scopriamo così una prima parte dello svolgimento che 
apparentemente propone azioni che noi stessi sosteniamo da tempo: il 
superamento del regolamento di Dublino, la condivisone a livello europeo
dell'accoglienza e una gestione pubblica coordinata 
dell'accoglienza stessa. Le proposte sono, tuttavia, in salsa acida; 
l'obiettivo è quello di scaricare il "peso" dei migranti il più 
possibile sugli altri paesi europei -un mero trasferimento di quote- non 
certo quello di introdurre un approccio pragmatico e di 
legittimità dell'immigrazione.
Proseguendo nella lettura ecco che si arriva all'impianto ideologico che 
regge lo schema; è chiaro, è il solito: gli stranieri sono un problema, 
vi diciamo noi come risolverlo; un po' li diamo ad altri paesi, i 
restanti li rimpatriamo (e i fondi li prendiamo da quelli 
per l'accoglienza).
Anzi, meglio ancora, non li facciamo nemmeno arrivare perché istituiamo 
delle commissioni nei paesi di transito che valutino se possono 
proseguire o se devono tornarsene indietro. Insomma un bel container nel 
deserto nigerino o libico dove, con "sicura" attenzione ai diritti 
umani, verranno selezionati i salvati, gli abbandonati, i sommersi.
Nessun accenno, nessuna idea, su come rivedere il meccanismo di ingresso 
in Italia che crea proprio quell'irregolarità tanto odiata. Perché in 
Italia essere irregolari è inevitabile, non esiste -di fatto- un modo 
per accedere regolarmente; ma questo non conta, perché, appunto, non 
stiamo parlando di persone, non stiamo riflettendo sulla complessità del 
fenomeno, bensì su come annientare coloro che rappresentano di per sé 
il problema, solo per il fatto di aver osato lasciare il paese dove sono 
nati.
Per quelli che poi, nonostante tutto, ce l'hanno fatta sono 
previsti ricongiungimenti familiari molto più complicati perché è noto 
che la famiglia è un elemento destabilizzante, a meno che la famiglia non
sia italiana e in quel caso va bene, anzi.
Infine, dulcis in fundo, una vigorosa stretta sull'Islam, inteso 
come minaccia assoluta e d'altra parte antico cavallo di battaglia 
leghista rafforzato dai recenti, odiosi, attentati. E anche qui non una 
parola sulle migliaia di persone che fuggono proprio da quel fanatismo 
di cui sono imputati a priori.
Ci prendiamo un rischio e scommettiamo, da oggi, che gli 
intendimenti della prima parte del programma rimarranno lettera morta 
così come gran parte di quelli della seconda.
Tuttavia siamo certi di una cosa: la vita dei migranti diventerà ancora 
più difficile e, insieme, quella di tutti noi. E ciò, non solo e non 
tanto, per i singoli provvedimenti, peraltro coerenti con l'approccio 
fallimentare degli ultimi anni, ma per lo spirito che ribadiscono: 
ognuno per sé.
La solidarietà è espunta dal corpo sociale. Chissà se mai la ritroveremo.
Noi andiamo avanti, controvento.
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