Re: [Pacifistat] Buone nuove da Londra

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Author: Fabiola Riccardini
Date:  
To: Romana Mancini
CC: pacifistat
Subject: Re: [Pacifistat] Buone nuove da Londra
da noi secondo il BES, nel 2013 le donne italiane nei consigli di amministrazione erano il 12%, nel 2014 il 10% e nel 2015 il 15,8%. Le donne italiane in Parlamento nel 2008 erano il 20,3% e nel 2014 erano il 30,7%. Vedremo cosa succederà con la prossima legislatura.



----- Messaggio originale -----
Da: "Romana Mancini" <romancin@???>
A: "pacifistat" <pacifistat@???>
Inviato: Venerdì, 16 febbraio 2018 11:31:29
Oggetto: [Pacifistat] Buone nuove da Londra

Finalmente un buon risultato nella lotta per l'emancipazione femminile e da noi?

Corriere della Sera
La Ventisettesima Ora


Westminster e l’ultimatum alla City: Se non promuovete le donne, scrivetene le ragioni
di Luigi Ippolito



La City londinese è finita nel mirino del Parlamento di Westminster per la questione irrisolta della parità di genere. La presidente della commissione Finanze della Camera dei Comuni, la combattiva deputata Nicky Morgan, che appartiene all’ala liberal del partito conservatore, ha scritto una dura lettera alle principali istituzioni finanziarie lanciando un ultimatum: o aderiscono alla Carta per le Donne in Finanza, lanciata due anni fa per promuovere la presenza femminile ai vertici di banche e fondi, o motivano per iscritto il loro rifiuto.


A ricevere la missiva sono stati 33 grandi nomi della City: da banche d’affari come Goldman Sachs e JP Morgan a fondi d’investimento come Pimco o Amundi (che ha appena acquisito Pioneer in Italia). Finora sono state 162 le aziende che hanno sottoscritto la Carta, che impegna a stabilire obiettivi per la promozione delle donne e a rendere pubbliche le misure intraprese per raggiungerli. Ma i gruppi maggiori si sono tenuti a distanza. «Lo scopo – ha spiegato Nicky Morgan – deve consistere nel vedere tutte le aziende finanziarie sottoscrivere la Carta e fare uno sforzo concertato per migliorare la diversità di genere, specialmente nei ruoli di responsabilità». Pertanto la commissione parlamentare continuerà a indagare «sulle barriere verso le donne all’ingresso e nella progressione di carriera nell’ambito dell’industria finanziaria».








In Gran Bretagna le quote di genere non hanno mai preso piede, anche perché la cultura liberista inglese mal digerisce iniziative dirigiste. Ma nel 2010 Helena Morissey, una delle donne più in vista della City, che amministra un fondo d’investimento da 60 miliardi, aveva lanciato il 30% Club, un network che si poneva l’obiettivo di portare al 30 per cento la presenza femminile nei consigli d’amministrazione. Nel 2008 soltanto il 12 per cento dei direttori delle maggiori 100 aziende britanniche era donna: oggi quella percentuale è salita al 28.


15 febbraio 2018 (modifica il 16 febbraio 2018 | 10:39)

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