Mercoledì 7 febbraio 2018 INTO THE WEEK: 
https://boccaccio.noblogs.org/post/2018/02/04/into-the-week-07022018/
Qui di seguito un comunicato congiunto FOA Boccaccio & Tarantula sugli 
ultimi accadimenti monzesi:
https://boccaccio.noblogs.org/post/2018/02/03/quei-bravi-ragazzi/
Nella notte tra il 26 e il 27 Gennaio due soggetti appartenenti a Lealtà 
Azione si sono presentati con il volto coperto sotto casa di un nostro 
compagno e lo hanno minacciato tramite una sua stretta familiare, alla 
faccia di quell'onore e di quella "mentalità" di cui i camerati amano 
tanto riempirsi la bocca.
Vederne il viso non è l'unico modo di riconoscere con assoluta certezza 
una persona, soprattutto se questa è talmente stupida da essersi esposta 
già più volte nei nostri confronti con minacce attraverso vari canali, 
sia prima che dopo l'episodio in questione.
Questa azione schifosa, basata su una logica che in nessun modo ci 
appartiene, è un maldestro tentativo di intimidire chi, da un lato, 
contrasta attivamente e con successo la presenza pubblica di neofascisti 
e neonazisti in città e, dall'altro, è presente quotidianamente sui 
territori, nei quartieri e nelle strade, in modo concreto e a viso 
aperto.
Questi sono gli stessi personaggi che cercano consensi fotografandosi 
sorridenti mentre svolgono attività "benefiche", come la raccolta di 
cibo per italiani poveri (Bran.Co.), la sensibilizzazione contro la 
pedofilia o il maltrattamento degli animali; gli stessi che sono entrati 
nelle istituzioni comunali sostenendo un candidato sindaco e riuscendo a 
far nominare assessore allo sport un proprio camerata. Questa gente 
cerca di mostrare un volto socialmente accettabile, da "bravi ragazzi", 
cercando goffamente di nascondere quella parte di sé che 
scandalizzerebbe i cittadini perbene. Episodi come quello di sabato 
notte dimostrano chiaramente che il lupo può perdere il pelo, ma non il 
vizio.
Cosa aspettarsi di diverso dai nazisti? Questi soggetti hanno sempre 
dimostrato incoerenza tra affermazioni opportunistiche e azioni 
concrete: sostengono di essere "ribelli antisistema" e poi agiscono solo 
se protetti da sbirri e istituzioni; rivendicano per anni una presunta 
mentalità ultras per poi lanciarsi a capofitto sulla possibilità di 
parlare con la stampa; blaterano di valori quali coraggio e lealtà e poi 
sfogano la propria frustrazione con azioni come quella descritta.
Da parte nostra continueremo a portare avanti con determinazione le 
nostre pratiche. Basti pensare che, già la notte stessa delle minacce, 
un attacchinaggio antifascista ha interessato la piazza dove si sarebbe 
tenuto un banchetto dei militanti di CasaPound (altri che si spacciano 
per "ribelli", salvo poi strisciare per raccogliere le firme necessarie 
a guadagnarsi una poltrona in parlamento, e chiedere piangendo a 
istituzioni e forze dell'ordine di difendere i loro "diritti 
democratici"). Domenica 28 invece un corteo di oltre 100 compagni e 
compagne ha attraversato le vie di Monza ribadendo la presenza 
antifascista e costringendo le forze dell'ordine a blindare il centro a 
protezione di un altro banchetto di CasaPound.
Queste ultime mobilitazioni si inseriscono nella consuetudine che ci ha 
visti sempre contrastare neofascisti e neonazisti ogni volta che hanno 
provato ad alzare la testa. È accaduto già il 18 Febbraio 2017, in cui 
la presenza antifascista ha impedito ai nazisti di marciare per il 
centro di Monza col pretesto di ricordare le foibe; e allo stesso modo 
lo scorso 25 Aprile, quando i compagni e le compagne hanno presidiato 
gli ingressi del cimitero cittadino evitando che avesse luogo una 
provocatoria commemorazione dei gerarchi fascisti da parte di Lealtà 
Azione e CasaPound nel giorno della liberazione. Arriviamo infine alle 
recenti giornate di lotta del 19 e del 20 gennaio 
(
https://boccaccio.noblogs.org/.../cronache-di-resistenza-due.../ ) in 
cui un corteo antifascista si è confrontato con alcuni militanti di 
CasaPound e Lealtà Azione, schierati a difesa di un banchetto elettorale 
e salvati dall'intervento della celere che ha caricato il corteo.
Parallelamente alla lotta antifascista, nel corso degli ultimi anni ci 
siamo presi, oltre allo stabile di via Rosmini, spazi concreti in città 
grazie a una presenza attiva su diversi fronti. Oltre a cortei, presidi 
e volantinaggi anche dibattiti, cineforum itineranti, presentazioni di 
libri, iniziative di sport popolare, jam writing, TAZ, mostre, concerti: 
tutte pratiche lontane da qualunque logica di profitto e di propaganda 
elettorale, fondate su un'idea di socialità che si basa sulla 
solidarietà e sull'orizzontalità. Pratiche che nascono dalla volontà di 
vivere i nostri territori in modo diretto, autogestito e 
auto-organizzato, rifiutando la mediazione di ogni autorità e la 
sorveglianza di sbirri e controllori.
Non facciamo fatica a credere che tutto questo possa essere inviso a chi 
vuole costruire una società fortemente autoritaria e gerarchica, chi 
immagina una città iper-militarizzata e fondata su un controllo invasivo 
e poliziesco, chi semina idee razziste e invoca la repressione di 
chiunque turbi il "quieto vivere", l'"ordine" e il "decoro", chi si 
ispira al fascismo e ai suoi valori fondanti.
Non crediamo dunque sia casuale che nel corso del tempo ci siano 
arrivate da vari canali minacce e intimidazioni da parte di militanti di 
Lealtà Azione, ma in quest'ultimo caso riteniamo si sia superato un 
limite che merita anche una presa di parola pubblica.
Vogliamo quindi ribadire che questi episodi ci rendono ancora più 
determinati nello sviluppo della lotta antifascista in un momento 
storico caratterizzato da incertezze, paure, paranoia e ossessione per 
la sicurezza. È in queste situazioni di crisi che intervengono come 
avvoltoi i paladini della legalità a rinforzare i meccanismi di 
controllo dello Stato per riaffermarne politiche sempre più autoritarie 
e discriminatorie. Sguazzando in questo contesto, i neofascismi oggi 
acquistano consensi e legittimità.
Il nostro essere antifascisti si radica in una mentalità più ampia, in 
una visione del mondo e delle relazioni libera da qualsiasi forma di 
gerarchia, di autoritarismo, di controllo e di oppressione. Per questo 
la nostra risposta alle provocazioni dei fascisti non passerà certo 
attraverso denunce in questura, bensì tramite la crescita del nostro 
impegno quotidiano, sostenuto dalla solidarietà e dalla complicità dei 
compagni e delle compagne. Infatti, a differenza dei politicanti che 
sentono il bisogno di rinnegare le proprie pratiche per rassicurare 
l'opinione pubblica e gli amici nelle istituzioni, noi restiamo coerenti 
con quello che diciamo e che facciamo. La nostra sicurezza non passa 
dalle questure e dai tribunali: sono i legami che ci stringono l'uno con 
l'altra, la consapevolezza di seguire una strada comune e la certezza 
che di fronte
alle difficoltà ci saranno persone pronte ad aiutarci e sostenerci che 
ci permettono di proseguire a testa alta.
Il nostro modo di vivere non prevede capi, a differenza delle rigide 
strutture che contraddistinguono le associazioni neofasciste. Perciò, se 
questi individui pensano di poter portare lo scontro su un piano 
personale, come se qualcuno di noi possa essere elevato a rappresentante 
o referente, la nostra risposta sarà sempre collettiva: se toccano uno 
toccano tutti e tutte noi. "
Tarantula
Foa Boccaccio 003