-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:     I: Sull'attuale dibattito sulla crisiidrica
Data:     Fri, 28 Jul 2017 18:57:18 +0200
Mittente:     amalia.navoni <amalia.navoni@???>
A:     Clnsm_Simpatizzanti@Egroups. Com <clnsm_simpatizzanti@???>
Carissimç
Vi giro questa mail del Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua che 
mette in risalto che cosa succede quando i Beni Pubblici vengono 
privatizzati.
Amalia
PS: lunedì a Roma si terrà un sit.in di protesta davanti ad ACEA.
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*La crisi idrica mette a nudo i danni***
*di mala gestione e privatizzazione dell'acqua***
*Stop alla distribuzione dei dividendi, tutti gli utili per la 
ristrutturazione delle reti idriche*
*Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua*
*L'emergenza idrica è oramai un'evidenza conclamata*, con effetti 
nefasti sulla disponibilità per uso umano, sull'agricoltura e più in 
generale sull'ambiente.
Si tratta di una drammatica realtà provocata dall'acuirsi dei 
*cambiamenti climatici* a cui, da oltre vent'anni, si sono sovrapposti i 
*processi di mercificazione e privatizzazione dell'acqua*.
I fautori dell'ingresso dei privati nella gestione dell'acqua avevano 
utilizzato come argomento forte la grande opportunità di apporto di 
capitali da parte di quest'ultimi per rendere più efficiente il 
servizio, per restrutturare le reti e costruire gli impianti di 
depurazione. Inoltre, grazie al mercato e alla concorrenza, il tutto 
sarebbe stato più economico per i cittadini.
La proposta comprendeva anche l'ovvio benificio all'ambiente visto che 
si sarebbe salvaguardata maggiormente la risorsa.
Vent'anni dopo *le tariffe e le perdite delle reti sono aumentate, gli 
investimenti sono diminuiti*, l'Italia è sotto procedura d'infrazione da 
parte dell'Unione europea per l'inadeguatezza del trattamento delle 
acque reflue.
E' evidente che qualcuno non l'ha raccontata giusta.
Oggi i fautori del mercato e delle privatizzazioni, non contenti del 
permanere in tariffa, sotto mentite spoglie, della remunerazione del 
capitale investito abrogata dal referendum, sostengono che le tariffe 
non forniscono abbastanza soldi per fare gli investimenti per cui devono 
essere ulteriormente innalzate fino ad allinearsi ai livelli europei.
Che qualcosa non torni in queste argomentazioni è molto semplice 
dimostrarlo:
  * *le quattro “sorelle dell'acqua” (IREN, A2A, ACEA, HERA)*, ossia le
    quattro grandi società multiutilitiy quotate in borsa, tra il 2010 e
    il 2014 *hanno distribuito oltre 2 miliardi di € di dividendi* ai
    propri soci, addirittura oltre 150 mln di € in più degli utili
    prodotti nello stesso periodo;
  * *ACEA ATO 2 S.p.A.*tra il 2011 e il 2015 *ha distribuito* in media
    *come dividendo* ai propri soci (quasi esclusivamente ACEA S.p.A.)
    *il 93 % degli utili* prodotti, ossia circa 65 mln di €/anno, per
    poi ottenere dalla stessa ACEA S.p.A. dei finanziamenti a tasso di
    mercato che utilizza per fare gli investimenti.
Utilizziamo questi esempi perchè le 4 multiutility rappresentano gli 
operatori più rilevanti del mercato italiano rifornendo complessivamente 
circa 15 mln di cittadini.
Mentre ACEA ATO 2 S.p.A. è un caso emblematico rispetto al *fallimento 
del modello di gestione privatistico* che ancora oggi si vorrebbe 
estendere a tutta Italia: perdite delle reti che sono quasi raddoppiate 
negli ultimi 10 anni, emersione del disastro ambientale dovuto 
all'abbassamento del livello delle acque del lago di Bracciano, la 
minaccia dell'azienda di razionare l'acqua a 1,5 mln di cittadini romani 
a seguito dell'imposizione dello stop alle captazioni dal lago, 
diminuzione degli investimenti.
I dati ci dicono in maniera palese che *i soldi ci sono ma che non sono 
utilizzati per effettuare gli investimenti* e garantire così un servizio 
essenziale, *ma per remunerare gli azionisti* (pubblici e privati), 
ossia il modello di gestione privatistico, secondo cui il costo totale 
del servizio idrico è interamente coperto dalla tariffa e l'affidamento 
viene fatto a soggetti privati, ha dimostrato il suo fallimento.
*E' necessaria dunque una radicale inversione di tendenza* rispetto a 
questo modello, che si può realizzare unicamente con la 
ripubblicizzazione del servizio idrico e un nuovo sistema di 
finanziamento, basato sulla leva tariffaria, sulla finanza pubblica e la 
fiscalità generale. Parte integrante di questo modello di gestione 
pubblica è la predisposizione di un Piano nazionale per la 
ristrutturazione delle reti idriche.
In coerenza con quest'impostazione, a fronte della situazione di 
emergenza idrica che si è evidenziata in quest'ultimo periodo di tempo e 
che comunque ha caratteristiche strutturali, occorre mettere in campo 
rapidamente alcuni interventi in grado di aggredirla e dare ad essa 
soluzioni utili. In particolare, due ci sembrano le misure prioritarie 
che si possono assumere in tempi brevi, anche attraverso una 
strumentazione legislativa come il decreto legge, che contempli:
  * *la destinazione degli utili delle aziende che gestiscono il
    servizio idrico alla ristrutturazione delle reti idriche*, sulla
    base del Piano nazionale ad esso dedicato;
  * *incentivi all'ammodernamento degli impianti di irrigazione*in
    agricoltura (ad es. irrigazione a goccia) e all'utilizzo delle acque
    piovane;
  * *incentivi alla realizzazione di reti idriche duali*ed
    all’installazione di dispositivi per il risparmio idrico
    nell’edilizia di servizio, residenziale e produttiva.
*Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua*