Author: leo Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] a/i , social network, forum e cloud militanti
On 20 Dec 16:02, tibi@??? wrote: > On 2015-12-20 13:36, Mister Zeta wrote:
> >Il problema attuale nell'usare Facebook è che lui vuole essere sicuro che
> >ci
> >sia un umano dietro di sé e chiede numero di telefono e carta di identità
> >(stando alle notizie in rete).
>
> Il problema è che dobbiamo diventare capaci di separare le cose
> "laicamente". Tutte le volte che una cosa nuova cambia radicalmente i
> comportamenti, c'è un periodo in cui quella nuova cosa condiziona tutto e
> tutti e sembra l'unica. Ma non è così. Tanto è vero che gli adolescenti
> adesso si parlano su what's up e non più su Facebook. Dunque ci sono
> speranze.
> Facebook è ancora però, come abbiamo detto, un media importante. Ma la
> questione dell'identità è superabile. Si può gestire un profilo con nome
> fake, che parte da una mail di autistici per esempio, e non dare il proprio
> numero di telefono, e continuare lo stesso per anni(io). Il trucco è avere
> contatti con altre personalità e dimostrare che sono tutti vivi e veri.
> Anche se non lo sono, ma Facebook non lo saprà mai. Loro misurano la nostra
> vita da se abbiamo relazioni e se abbiamo scambi e ci raccontiamo episodi.
> Dunque è possibilissimo superare i problema dell'identità ma bisogna farlo
> in una rete che si supporti tatticamente. La rete che sconfigge la rete
> insomma. E' riflettendo su questi e altri meccanismi di Facebook che secondo
> me sarebbe bello sperimentare. Perché un algoritmo si può sempre fregare con
> il cervello :)
> ciao
In questo contesto il problema dell'identità è relativo. A fb interessa
relativamente se usi il tuo nome o uno pseudonimo. Pure il numero di
telefono non è rilevante. Interessano le reti sociali e i comportamenti
degli utenti. Il problema della sorveglianza pervasiva non è tanto
l'assenza di privacy (decidi te cosa pubblicare ecc.) quanto la
profilazione, cioè il controllo e monitoraggio prolungato nel tempo, il
dataminig per intenderci.
Sarò io miope, ma per eludere questo controllo sociale devo comportarmi
come non mi comporterei (come ha proposto tibi). Questo è certamente
intrigante, ma oltre ad un esperimento di ingegneria sociale non capisco
a cosa possa servire se lo si vuole utilizzare come strumento di
comunicazione. E i socialbot non sono certo una novità.
I progetti sui quali far convergere le forze personalmente trovo siano
altri, ad esempio quelli di reti autonome e il messaggio che vorrei
veicolare è che l'imperativo del condividi! è probabilmente la più
grande bufala mai architettata...
Invece mi pare che siamo affetti dalla sindrome del Fear Of Missing Out
(FOMO) e stiamo cercando una giustificazione all'uso di fb così da
rassicurarci della nostra esistenza e godere dell'attenzione e del
riconoscimento di avere un tot di mi piace per quello che
facciamo/proponiamo.