*Libia, l’infinita scelleratezza delle guerre occidentali *
*Il rapimento dei 4 italiani ha improvvisamente fatto scoprire a larga
parte del Belpaese l’attuale situazione libica. Media, politici, esperti
dinonsisabenecosamaospitifissideitalkshow, tutti a pontificare e giudicare.
Dimenticandosi che la coscienza occidentale è tutt’altro che innocente. Le
armi sono arrivate da Italia e altri paesi e la destabilizzazione, per
esempio, son state portate da paesi europei …*
Il principe Harry fu protagonista, poco più di 8 anni fa, di un vero e
proprio caso politico che fu al centro delle cronache britanniche per
settimane. Il rampollo della casa reale inglese aveva deciso di voler
andare a combattere in Iraq, ma la regale nonna e gli altissimi vertici
militari si opposero decisamente. Dopo settimane e settimane di fiumi
d’inchiostro dedicati (in Iraq erano quotidianità, così come ancora oggi ma
ormai non “fa notizia”, attentati, bombardamenti, centinaia se non migliaia
e migliaia di morti ma l’inchiostro non era attirato particolarmente…) fu
trovato una sorta di reale compromesso: lo “scalpitante eroe” fu inviato in
Afghanistan dove però non ebbe la possibilità di essere “parte attiva” nei
combattimenti. Ricordate la retorica sulla civiltà minacciata, sulla Patria
bella da difendere, sui nostri ragazzi che andavano a combattere “per tutti
noi” e tutte quelle belle parole. Decine di migliaia di soldati vennero
mandati al fronte, migliaia morirono per la Patria e le “missioni di Pace”.
Erano vite che furono sacrificate, e mai lor signori dissero che sarebbe
stato meglio fossero rimasti a casa piuttosto che andare a morire in Iraq o
Afghanistan. Per il figlio della real casa invece si fece di tutto perché
non partisse … E’ un piccolo episodio (infinitamente minore rispetto a
tantissimi altri) ma che svelò, se ce ne fosse ancora bisogno quanto alla
vuota retorica sulla Patria, sul militarismo bello e glorioso, su
democrazie, libertà e giustizie da esportare sulla punta delle baionette,
in realtà non hanno mai creduto fino in fondo, sapendo benissimo di aver
creato un mostro sporco e cruento, orrendo e disumano. Ma, come scrisse
Ernest Hemingway, le guerre sono “provocate e iniziate da precise rivalità
economiche” per il profitto di alcuni (che il celebre scrittore definì
testualmente maiali) e quindi il mostro viene periodicamente alimentato.
La Libia non è da meno. In questi anni i pacifisti, gli antimilitaristi e
gli antimperialisti hanno ben denunciato e documentato gli interessi
economici e geopolitici che hanno portato a bombardarla Francia, USA ed
altri Stati. Italia compresa, nonostante la “vicinanza” di Berlusconi a
Gheddafi e i vari trattati degli anni precedenti. Trattati che hanno avuto
conseguenze drammatiche, brutali e disumane anche su migliaia e migliaia di
migranti. Ma se le Borse e le lobby sono ben ascoltate dal Palazzo, analogo
trattamento sicuramente non viene riservato agli ultimi e agli impoveriti.
Nel 2011 precisi interessi portarono a cambiare posizione su Gheddafi,
riguardiamo oggi “Come un uomo sulla terra”. Tutto quello non esisteva per
i Potenti e le loro corti…
Su PeaceLink abbiamo ampiamente criticato
http://www.peacelink.it/editoriale/a/33892.html la gravità dell’appoggio
di Berlusconi, Napolitano e PD ai bombardamenti in Libia, nuovo gravissimo
strappo all’articolo 11 della Costituzione italiana e al diritto
internazionale, e denunciatone l’infinita scelleratezza e follia
http://www.peacelink.it/pace/a/33494.html. Erano settimane con una
dinamica non molto diversa da oggi: l’Italia scoprì che in Afghanistan si
moriva ancora, che la guerra stava massacrando migliaia e migliaia di
persone e che le roboanti promesse di democrazia e civiltà di Bush e della
pomposa comunità internazionale erano state cancellate dai fatti. Lo scoprì
solo con la morte di un soldato italiano. Oggi televisioni, giornali,
politici, sapientoni e sapientini che quotidianamente pullulano su schermi,
quotidiani, settimanali, mensili et similia hanno scoperto che la Libia è
un paese totalmente destabilizzato (come accadde alla Somalia nel 1994…)
dopo il rapimento dei 4 lavoratori italiani, che si muore e si viene
uccisi, che le brutalità della guerra non sono mai cessate e la Pace è un
miraggio sempre più lontano. Sono passati 4 anni e la Libia ha fatto
capolino solo quando ci si è voluti “lamentare” del mancato stop alle
partenze dei migranti verso l’Italia e l’Europa (nostalgici dei tempi
andati denunciati da “Come un uomo sulla terra”?!). Ma ben poco in
Occidente i “Potenti” della Terra possono lamentarsi. Quattro anni fa hanno
voluto piegare ancora una volta il diritto e i trattati internazionali a
ben altro che il “bene comune”, hanno sostenuto e armato (compresa
l’Italia, che quasi certamente ha inviato armi sequestrate a trafficanti
d’armi, detenute per anni nelle “riservette” della Maddalena e che una
sentenza del Tribunale di Torino del 2006, mai applicata, imponeva
venissero distrutte) i cosiddetti “insorti di Bengasi” senza porsi nessuna
domanda su fondamentalismo islamico, tagliagole, bande armate, brutali
criminali o altro.
Il meccanismo è sempre lo stesso, che sia l’ISIS, la Libia, i migranti in
fuga da schiavismo, guerre, sfruttamento, miseria, fame le cui
responsabilità conducono dritti dritti ai centri del potere economico,
finanziario, militare e politico mondiale con sede nel ricco, opulento e
“civile” Occidente. E poi voler apparire come le “vittime” e i “buoni
samaritani” che vogliono risolvere i problemi dell’umanità e portare il
bene in ogni angolo della Terra. Ma, come già scritto sopra, è solo
propaganda e retorica. La Libia di oggi (così come l’Afghanista, l’Iraq e
prima ancora la Somalia) racconta l'arroganza, l'ipocrisia, la stupida e
cieca violenza di un Occidente che si definisce civile e democratico e
pretendere di insegnare agli altri popoli il progresso e la libertà.
Nessun’altra specie animale ha ideato qualcosa anche solo lontanamente
paragonabile alla guerra. E' falso e ipocrita invocare il progresso, la
civiltà, lo sviluppo, la democrazia, la libertà se realmente si pensa
ancora che sia utile massacrare, uccidere, spargere sangue. L’unica verità
della guerra è che uccide, la guerra è morte, dalla guerra nasce solo altra
guerra. Oltre al fiorire di secondi, terzi e quarti fini economici,
geo-politici, di dominio e di possesso.
*Alessio Di Florio*
*PeaceLink – Telematica per la Pace *
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