Volevano ricostituire Ordine Nuovo, sognavano una nuova strage
dell’Italicus?
dicembre 22 18:30 2014
di Alessio Di Florio <
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Ha coinvolto varie regioni l’inchiesta che ha smantellato una rete
neofascista accusata di voler riorganizzare Ordine Nuovo e di preparare
vari attentati. Inquietante solidarietà agli arrestati sui social network
L’alba di oggi è stata un tuffo negli Anni Settanta. Mentre milioni di
persone si preparavano ad iniziare la giornata, dai siti web, dai
televisori e dalle radio veniva annunciata un’operazione dei Ros nata su
disposizione della Procura de L’Aquila. Dopo i riferimenti in “Mafia
Capitale”, esponenti neofascisti nuovamente sono interessati da
un’operazione giudiziaria. 14 arresti, altri 31 indagati, smantellata
un’organizzazione ramificata in varie regioni e al cui vertice è accusato
esserci un ex carabiniere residente a Montesilvano Stefano Manni, che
puntava alla ricostituzione di Ordine Nuovo, l’organizzazione neofascista
sciolta nel 1973 dopo la condanna di 30 dei suoi dirigenti per
ricostituzione del Partito Nazionale Fascista, alcuni militanti coinvolti a
vario titolo nelle indagini per le stragi di Piazza Fontana, Piazza della
Loggia (su cui nel processo intervennero prescrizioni e assoluzioni), di
Bologna e di Peteano, e che avevano nel mirino alcuni esponenti politici
tra cui l’ex governatore di centro destra abruzzese Gianni Chiodi e
Pierferdinando Casini. Durante la recente campagna elettorale regionale
abruzzese un allarme sulla sicurezza di Gianni Chiodi partì da Torino che
portò ad assegnarli una scorta 24 ore su 24.
E’ accusato di essere l’ideologo dell’organizzazione Rutilio Sermonti, ex
combattente della Repubblica Sociale Italiana e membro del direttivo dal
1956 proprio del Centro Studi Ordine Nuovo. Secondo gli inquirenti
l’organizzazione si era dotata in vario modo di un vero e proprio arsenale
da guerra con il quale colpire sedi istituzionali e di Equitalia. Nelle
intercettazioni emerge infatti l’intenzione di compiere stragi “*vanno
colpite banche, prefetture, questure, uffici di Equitalia, con i dipendenti
dentro*“,“*è arrivato il momento di farlo, ma farlo contestualmente. Non a
Pescara e poi fra otto mesi a Milano*” “*poi credo che la via dell’Italicus
sia l’unica percorribile*” si legge nelle trascrizioni delle
intercettazioni rese note, dove “*la via dell’Italicus*” evoca il ripetersi
dell’attentato compiuto la notte del 4 agosto 1974 sul treno Roma-Monaco di
Baviera. In un’altra trascrizioni si riporta la frase “*1-10-100-1000
Occorsio*” (magistrato assassinato il 10 luglio 1976 e per il quale fu
condannato all’ergastolo l’ex Ordine Nuovo Pierluigi Concutelli). Tra gli
obiettivi dell’organizzazione ci sarebbe stato anche l’assassinio di Marco
Affatigato, esponente di Ordine Nuovo dal 1973 al 1976, attualmente
latitante e accusato di “associazione sovversiva”, ritenuto “infame” perché
secondo l’organizzazione sgominata stamane sarebbe legato ai servizi
segreti.
Manni, secondo gli investigatori, sfruttava moltissimo il web, e
soprattutto Facebook, come “*strumento di propaganda eversiva, incitamento
all’odio razziale e proselitismo*”. Addirittura erano due i livelli
comunicativi sul popolare social network: uno pubblico, dove suscitare
anche odio razziale, e uno privato limitato ad una ristretta cerchia di
sodali dove discutere e organizzare i progetti del gruppo, oltre a rimanere
in contatto con altri gruppi neofascisti con il quale coordinare le
attività eversive. E uno dei segnali più inquietanti della giornata giunge
proprio da facebook e la possibilità, fornita ormai da tantissimi siti di
informazione, di commentare i propri articoli. Vari sono i commenti che
accusano l’operazione odierna di essere tutta una montatura
mediatico-giudiziaria, che esprimono una sorta di indignazione perché sono
stati colpiti cittadini italiani e non “politici” o – in molti più commenti
– migranti considerati tutti terroristi e criminali nei commenti stessi,
fino ad arrivare a veri e propri attestati di una specie di solidarietà ai
“camerati” arrestati, esaltazione dell’onore e saluti neofascisti.
Xenofobia, razzismo, presunto orgoglio neofascista, segnali inquietanti a
corollario di una vicenda che, e non è la prima volta nella storia recente
della Repubblica Italiana, sfruttando “tensioni sociali” (anche create ad
arte), denuncia tentativi di riportare indietro agli anni più bui.
*Alessio Di Florio*
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