Dite a Renzi che anche la Germania sbaglia. Eccome se sbaglia
di Marcello Foa - 05/11/2014
Fonte: blog.ilgiornale
Alcuni economisti, e in particolare <
http://goofynomics.blogspot.it/>
Alberto Bagnai, lo sostengono da tempo: la Germania sta segando il ramo
dellalbero su cui è seduta. E ora molti iniziano a dargli ragione. Pochi
ancora, per la verità. I più, a cominciare dal premier Renzi, continuano a
vagheggiare unItalia che assomigli al colosso tedesco. Il che è
culturalmente impossibile oltre che fuori tempo massimo. Diciamola tutta:
Non-si- può-fare. Perché gli italiani sono italiani e i tedeschi sono
tedeschi. Trattasi di due culture del lavoro, di due entità sociali, di due
mentalità completamente diverse, talmente differenti da essere, semmai,
complementari. LItalia è una metà, la Germania laltra metà. La vera
grandezza è di esaltare e ottimizzare due diversità, non di schiacciarne una
a beneficio dellaltra.
Questo suggerisce il buon senso ma nellEuropa dellomologazione culturale e
identitaria vale la regola opposta: appiattire tutto. E a pagare è il Paese
più attaccabile, meno forte politicamente, ovvero, lItalia con i risultati,
drammatici, che sono sotto gli occhi di tutti. Dal Dopoguerra gli italiani
non sono mai stati tanto poveri e sfiduciati. Nemmeno ai tempi del
terrorismo. Altro che assomigliare ai tedeschi
Ma se anche, per assurdo, lItalia potesse trasformarsi in una nuova
Germania, economicamente non sarebbe un affare. Già, perché il sistema
tedesco è sì incentrato sullesportazione ma soprattutto verso i Paesi
dellarea euro. La Germania non ha conquistato il mondo, ha conquistato
lEuropa, anzi gli europei, i quali per acquistare le merci tedesche si sono
indebitati allettati dai bassi tassi di interesse, facendo esplodere non
solo il debito pubblico ma anche, soprattutto, quello privato.
Poi il meccanismo si è rotto. La Grecia ha pagato un prezzo sconvolgente,
Italia, Spagna, Portogallo sono tramortiti e non riescono a riprendersi,
Paesi un tempo virtuosi come Francia e Olanda sono sullorlo del precipizio
e da qualche mese persino la Germania si affaccia al Club dei Paesi
Infelici, sebbene con modalità ed effetti non paragonabili a quelli dei
partner europei. Continua a stare meglio degli altri ma rallenta
vistosamente, col rischio di fermarsi del tutto. Rischio che eviterebbe se
spingesse i suoi concittadini a consumare di più per compensare con la
crescita interna il ridimensionamento delle esportazioni. Ma la Merkel non è
flessibile, né lungimirante. E non cambia strada, con latteggiamento tipico
del primo della classe che non accetta di rimettersi in discussione e
rifiuta di riconoscere la realtà, continuando a tenere un atteggiamento
tanto ottuso quanto irragionevole svelando uno degli aspetti più sgradevoli
dellindole nazionale: lorgoglio che sfocia nella superbia.
Anche per questo gli italiani non potranno mai essere davvero tedeschi.