-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     RIMAFLOW VUOLE VIVERE!
Data:     Fri, 17 Oct 2014 20:46:40 +0200
Mittente:     Piero Maestri <pieromaestri@???>
A:     undisclosed-recipients:;
ciao,
da un paio di giorni è partita "Rimaflow vuole vivere", una campagna di 
sostegno alle lavoratrici e lavoratori della fabbrica di Trezzano sul 
naviglio recuperata e autogestita, partita con un appello internazionale 
che ha tra i suoi primi firmatari Joao Pedro Stedile, del Movimento Sem 
Terra brasiliano, il regista Ken Loach, il teologo della liberazione 
Frei Betto, Themba Chauke del "Landless People Movement" (Via Campesina) 
del Sudafrica e Andrés Ruggeri, docente all'Università di Buenos Aires 
(e autore dell'interessante libro "Le fabbriche recuperate" 
<
http://ww.ilmegafonoquotidiano.it/libri/le-fabbriche-recuperate>, 
Edizioni Alegre).
Con questa mail vorrei invitarti a informarti sull'esperienza e quindi - 
sperando in una tua convinzione e scelta in tal senso - contribuire alla 
campagna.
Puoi sostenere il progetto sia attraverso una donazione sulla pagina 
della campagna di crowdfunding 
<
https://www.produzionidalbasso.com/project/rimaflow-vuole-vivere/>, sia 
direttamente con un bonifico bancario a: Associazione occupy Maflow, 
IBAN: IT93S0501801600000000158008 c/o Banca Etica, causale: DONAZIONE 
RIMAFLOW VUOLE VIVERE.
Per maggiori informazioni, puoi seguire i siti communianet.org 
<
http://communianet.org/> e rimaflow.it <
http://www.rimaflow.it/>
Ti ringrazio per l'attenzione a questa mail e spero davvero tu decida di 
sostenere il progetto.
Naturalmente è buona cosa far circolare il più possibile questa mail e 
la pagina FB della campagna 
<
https://www.facebook.com/events/561503167311678/?fref=ts>
un abbraccio, Piero
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/*Rimaflow vuole vivere!*/
/La crisi economica ha prodotto stravolgimenti sociali e perdite di 
posti di lavoro in tutto il mondo, distruggendo piani, prospettive e 
aspettative di milioni di uomini e donne. Le risposte date fino a questo 
momento sono state insignificanti da un punto di vista sociale e 
vantaggiose solo per i profitti del grande capitale finanziario senza 
alcuna ripercussione positiva sull'economia reale./
/A queste politiche sono in tanti finora ad essersi opposti: dalle 
mobilitazioni delle varie Occupy negli Stati Uniti, alle lotte degli 
operai nel sud-est asiatico, dei contadini in Africa e in America 
Latina, degli studenti in Quebec, dei movimenti in difesa dei diritti 
degli immigrati, di coloro che si battono per l'abolizione del debito, 
delle donne e di tutti coloro senza diritti./
/In piena solidarietà con un movimento internazionale, finora 
insufficiente a spezzare la gestione capitalistica della crisi, ma pur 
sempre generoso, si colloca l'esperienza della Ri-Maflow in Italia. La 
Ri-Maflow è una cooperativa di operai e operaie di Trezzano sul 
Naviglio, a Milano, fino al 2012 sede della Maflow che contava utili, 
commesse, stabilimenti in tutto il mondo. Alla sua chiusura, gli operai 
non si sono arresi, hanno deciso di occupare lo stabilimento, iniziando 
una nuova storia, fatta di autogestione e democrazia. Hanno alzato lo 
sguardo verso le esperienze delle Fabbriche Recuperate Argentine o del 
Movimento dei Sem Terra brasiliani. “Occupare, resistere e produrre” è 
diventato anche il loro motto./
/In un anno e mezzo molto è stato fatto: i capannoni dismessi sono 
tornati a funzionare, è stata realizzata la Città dell'Altra Economia, è 
nato un mercato alternativo, corsi culturali e di spettacolo ma anche 
uno spazio di distribuzione “Fuori mercato” in collaborazione con SoS 
Rosarno, l'esperienza calabrese in grado di strappare i migranti allo 
sfruttamento della produzione di arance./
/Dove qualcuno aveva scritto la parola fine, gli operai e le operaie, 
insieme ai giovani e alle giovani precarie hanno creato socialità./
/Questa storia, però, oggi vuole e deve compiere un passo in più. 
Realizzare l'obiettivo ambizioso di passare alla produzione per 
conquistare un salario pieno per tutte e tutti nel corso del 2015. Per 
questo ha avviato una campagna di solidarietà con l'obiettivo minimo, ma 
prezioso, di acquistare un impianto per la produzione e la distribuzione 
di aria compressa indispensabile per azionare tutti i macchinari. Non 
sfugge a nessuno la valenza politica che un tale successo avrebbe non 
solo per quegli operai ma anche per una prospettiva di autogestione e 
uscita dalla crisi dalla parte dei diritti di chi lavora, contro le 
prerogative del capitale./
/Per questo riteniamo utile e giusto sostenere questa campagna. Come 
studiosi e studiose, artisti e artiste, militanti politici sociali, 
operatori e operatrici del mondo dell'informazione, semplici cittadini e 
cittadine vogliamo spendere la nostra parola per dire che/
/RI-MAFLOW VUOLE VIVERE!/
/
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