Comunicato stampa Slai cobas sul suicidio dell’operaia Maria Baratto
        
            
                        
            
Fiat Pomigliano / suicidi operai:  stavolta è toccato a Maria Baratto, 47 anni, operaia Fiat in cigs da anni del WCL fantasma di Nola, si è ammazzata con quattro coltellate al ventre lo scorso martedì 20 maggio nella sua casa di Acerra e solo ieri ne è stato rinvenuto il corpo dopo che i vicini hanno allertato i Carabinieri che con l’ intervento dei vigili del fuoco sono entrati nell’appartamento.
Maria
 faceva parte del Comitato Mogli degli Operai di Pomigliano d’Arco, e 
già il 2 agosto 2012 aveva postato sul sito delle “donne operaie” un suo
 articolo scritto l’anno precedente e già riferito  al suicidio di un operaio della Fiat Pomigliano ed al tentato suicidio di un altro operaio sempre della Fiat di Pomigliano. 
Il suo scritto che di seguito riportiamo è un lucido testamento politico e sindacale:  “la
 nitida rappresentazione dell’attuale condizione e solitudine operaia 
fotografata dall’interno”, una “forte accusa” alla Fiat ed alle 
complicità istituzionali, politiche e sindacali che stanno contribuendo 
al fenomeno dei suicidi operai, da Pomigliano a Nola all’intero lavoro 
dipendente e fino ai piccoli commercianti. Appena lo scorso febbraio si è suicidato un altro operaio del reparto logistico fantasma di Nola: Giuseppe De Crescenzo impiccatosi nella sua casa di Afragola. 
SUICIDI IN FIAT di Maria Baratto post 2 agosto 2012 su www.comitatomoglioperai.it/?p=63    
“NON
 SI  PUO’ CONTINUARE A VIVERE PER ANNI SUL CIGLIO DEL BURRONE DEI 
LICENZIAMENTI, L’INTERO QUADRO POLITICO-ISTITUZIONALE CHE, DA SINISTRA A
 DESTRA, HA COPERTO LE INSANE POLITICHE DELLA FIAT E’ RESPONSABILE DI 
QUESTI MORTI INSIEME ALLE CENTRALI CONFEDERALI”. 
“Dopo
 aver lucrato negli anni scorsi finanziamenti pubblici multimiliardari 
lo speculatore Marchionne chiude e ridimensiona le fabbriche italiane e 
delocalizza la produzione all’estero per fare profitti letteralmente 
sulla pelle dei lavoratori che sono costretti ormai da anni alla miseria
 di una cassa integrazione senza fine ed a un futuro di disoccupazione.
A 
Pomigliano l’unica certezza dei cinquemila lavoratori consiste nella 
lettera di altri due anni di cassa integrazione speciale per cessazione 
di attività di Fiat Group Automobiles nella consapevolezza che buona 
parte di loro non saranno assunti da Fabbrica Italia. 
Il 
tentato suicidio di oggi di Carmine P., cui auguriamo di tutto cuore di 
farcela, il suicidio di Agostino Bova dei giorni scorsi, che dopo aver 
avuto la lettera di licenziamento dalla Fiat per futili motivi è 
impazzito dalla disperazione ammazzando la moglie e tentando di 
ammazzare la figlia prima di togliersi la vita, sono solo la punta 
dell’iceberg della barbarie industriale e sociale in cui la Fiat sta 
precipitando i lavoratori. 
Anche
 per questo la lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne ed a
 tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di 
tenuta democratica per l’intera società”. Maria Baratto
 
Mercoledì
 prossimo, in occasione del presidio alla Regione Campania commemoreremo
 Maria, Giuseppe e gli altri lavoratori vittime degli “omicidi bianchi 
da speculazione e sfruttamento della Fiat” perché, come ha scritto Maria: la
 lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei 
diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta 
democratica per l’intera società!
 
Slai cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate – Pomigliano d’Arco, 25 maggio 2014