Oggi L’Altra Europa con Tsipras presenta la proprie liste elettorali nei 5 capoluoghi di circoscrizione, forte delle più di 220 mila firme raccolte in un mese per rendere possibile la nostra partecipazione alla scadenza delle elezioni del Parlamento europeo. Lo faremo con iniziative gioiose e colorate, intanto perché festeggiamo questo risultato, che una legge elettorale perlomeno di dubbia legittimità costituzionale rendeva quasi impossibile da realizzare. E poi anche perché, per noi, la raccolta delle firme ha rappresentato a tutti gli effetti l’apertura della campagna elettorale e questa scelta — al di là dell’obbligo di legge — è già un timbro di come la intendiamo. Il rapporto diretto con centinaia di migliaia di persone, il fatto di aver ragionato con ciascuno di loro sulle ragioni e sui contenuti che qualificano la lista. Non una riedizione di esperienze già compiute in passato ma un’ operazione inedita. Facendo leva, contemporaneamente, sui soggetti politici (Sel e Rifondazione Comunista) e sociali organizzati che condividono quest’approccio e su quelle realtà di sinistra diffusa e di cittadini impegnati che in questi anni sono stati protagonisti di tanti conflitti e proposte nelle vertenze nazionali e territoriali. Con la disponibilità di tutti di mettersi in discussione e di provare ad uscire dai recinti e da una dimensione settoriale che per troppo tempo ha caratterizzato le esperienze politiche e sociali da diversi anni in qua.
220 mila firme in un mese, un dato — per usare un riferimento un po’ improprio — che corrisponde al numero delle firme necessarie in 3 mesi per indire un referendum. È stato possibile perché ci siamo dotati di un minimo di organizzazione, con un nucleo centrale e una rete diffusa di centinaia di militanti e volontari, i primi protagonisti dell’attività concreta della raccolta delle firme, ma, ancor più, perché abbiamo raccolto un bisogno di nuova politica, di chi vuole fuoriuscire dai populismi più o meno dolci di Renzi e Grillo e misurarsi realmente con la necessità di far camminare un progetto di trasformazione reale degli assetti di potere esistenti e di uscire da una logica, apparentemente oppositiva ma in realtà non così dissimile, di chi si appiattisce sulle “riforme strutturali” che vengono imposte da Bruxelles e di chi ipotizza irrealistici ritorni alla “sovranità nazionale”, che da sola non potrebbe comunque uscire dai vincoli dettati dai mercati internazionali.
Ci aspetta ora la sfida difficile, di una campagna elettorale che sappiamo si proverà a contrassegnare con una rappresentazione falsata tra chi sta con l’Europa, magari limando le politiche di austerità, e chi si oppone ad essa, con relativo corollario tra chi è favorevole e chi è contrario all’euro. E che tenterà di oscurare la presenza della lista dell’Altra Europa per Tsipras, magari dipingendola come puro residuo di una sinistra passatista e magari anche litigiosa. Sta a noi, ai tanti e diversi che si stanno impegnando in questo progetto, far emergere un percorso inedito e condiviso al di là delle appartenenze e delle esperienze di provenienza. Che si unifica appunto nell’idea di un’altra Europa e che si può ben identificare in un approccio che, dentro la più grave crisi del capitalismo dagli anni ’30 del secolo scorso, è radicale nei contenuti che propone, maggioritario nello sguardo della propria proposta, innovativo nelle forme della discussione e dell’agire politico. L’esperienza della raccolta delle firme ci dice che tutto questo è possibile, che, tra il subire le politiche dell’austerità e dei sacrifici e limitarsi a urlare la propria indignazione, si può pensare di percorrere la via della trasformazione e del cambiamento.
* coordinatore nazionale raccolta firme L’Altra Europa con Tsipras
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