[NuovoLab] Stop ai disastri ambientali i cittadini guidano i…

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Author: Antonio Bruno
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Subject: [NuovoLab] Stop ai disastri ambientali i cittadini guidano i tecnici

Stop ai disastri ambientali i cittadini guidano i tecnici
Valbisagno: esperti sul campo con gli abitanti

GIULIA DESTEFANIS


QUATTRO proposte, quattro idee di città e di protezione del suolo. Arrivano da gruppi di residenti di Ponte Carrega-piazzale Adriatico, Quezzi, piazza Solari e Terralba. È così che i cittadini in Valbisagno sono stati protagonisti di una rivoluzione: non più loro ad ascoltare gli esperti, ma viceversa. Venerdì hanno portato i tecnici sul campo, in “passeggiate” su e giù per il Bisagno e dintorni, per far scorgere i problemi dall’ottica di chi ci convive.
Poi ieri si sono seduti tutti — ingegneri, geologi e idrologi, gli assessori Gianni Crivello e Valeria Garotta e i semplici cittadini — attorno a un tavolo a Palazzo Ducale, nel convegno “Dal dissesto idrogeologico un’opportunità per la città” organizzato con il Wwf.
Partendo dalle proposte dal basso, appunto. E allora eccole.
C’è quella sul Fereggiano, dell’associazione Vivere in collina di Quezzi, alternativa all’agenda di Tursi: «Il mini-scolmatore, da 45 milioni, risolverebbe solo parte dei problemi, non considerando la alta valle del Fereggiano e la minaccia dei versanti — spiega Giuseppe Pittaluga — Proponiamo altri 2 interventi, uno di regimentazione delle acque lungo i versanti, così che arrivino al torrente con meno violenza; e l’altro di allargamento dell’alveo sotterraneo del Fereggiano in più punti, dove lo spazio c’è e l’alveo si potrebbe portare da 3 metri a 9. Tutto ciò per un costo stimato inferiore,
di 25 milioni».
Ci sono le idee targate Amici di Ponte Carrega, gruppo che si è costituito due anni fa «nel fango », e da allora non ha smesso di lavorare perché l’alluvione non sia dimenticata. «Nella “passeggiata” in piazzale Adriatico abbiamo segnalato i rivi, le tombinature e le creuze problematiche — spiega Fabrizio Spiniello — Poi Giorgio Roth, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Genova,
ha condiviso le nostre perplessità sul progetto di Infrastrutture Liguria di ampliamento di via Piacenza e restringimento del Bisagno». Del resto, ha sottolineato nella presentazione del libro “Bisagno, il fiume nascosto” Renzo Rosso del Politecnico di Milano, «la storia del Bisagno è un restringimento continuo e dannoso della piana».
C’è, da San Fruttuoso, il comitato Protezione Bosco Pelato, che lotta per difendere l’area
verde accanto a piazza Solari dalla costruzione di un silos per auto di 5 piani. E ci sono i cittadini del comitato No Cementificazione a Terralba, che chiedono al Comune di rivedere il Puc per il Parco ferroviario: «È una zona inquinata e giudicata a rischio nel nuovo Piano di bacino del Bisagno — dice Stefano Lanzarotto — Non costruiscano uffici e alberghi, ma parchi e piste ciclabili».
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