[nuovopci] Saluto al I° Congresso Nazionale dell’Unione dei …

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Author: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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To: npci.inter
Subject: [nuovopci] Saluto al I° Congresso Nazionale dell’Unione dei Sindacati di Base


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Comunicato CC 24/2013 - 30 maggio 2013


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SALUTO DEL CC DEL NUOVO PCI
AL I° CONGRESSO NAZIONALE
DELL’UNIONE DEI SINDACATI DI BASE

_A nome del Comitato Centrale del
(n)PCI mando calorosi auguri di buon lavoro a tutti voi delegati e
dirigenti dell'USB che celebrate il vostro I° Congresso Nazionale. _


Il vostro Congresso si svolge in un momento di grandi difficoltà per
le masse popolari del nostro paese e del mondo intero. In tutti i paesi
imperialisti le masse popolari vengono private pezzo dopo pezzo dei
diritti e delle conquiste che nel secolo scorso sulla scia della prima
ondata della rivoluzione proletaria mondiale avevano strappato alla
borghesia e al clero. Ma proprio per questo è anche un momento in cui
grandi e decisivi cambiamenti sociali, politici ed economici sono
diventati necessari e possibili, come ben dice il vostro documento
congressuale.

Il capitalismo è in crisi in tutto il mondo. In tutti i
paesi imperialisti le piccole e medie imprese sono strettamente
dipendenti dalle grandi imprese capitaliste e dal capitalismo di Stato
che a loro volta sono strettamente dipendenti dal capitale finanziario.
Questo domina e via via inaridisce l'economia reale dei paesi
imperialisti attraverso mille agenti e canali. Sempre più la guerra e il
riarmo diventano l'unica alternativa alla recessione. Per il resto è
riduzione dei posti di lavoro nel privato e nel pubblico, riduzione dei
redditi e dei consumi delle masse popolari, degli investimenti e delle
attività produttive dei capitalisti e dei lavoratori autonomi, riduzione
dei servizi pubblici e perfino della manutenzione e conservazione del
patrimonio edilizio e artistico, delle infrastrutture e del territorio.
I disastri naturali diventano più disastrosi anziché essere prevenuti.
Le relazioni internazionali sono un intreccio caotico di contrasti e di
guerre.

Il sistema di relazioni sociali e di relazioni internazionali
basato sulla produzione di beni e servizi fatta da aziende capitaliste
getta ai margini della vita sociale una parte crescente della
popolazione e distrugge il pianeta. È sorpassato dalle forze e dalle
condizioni che ha generato.

La lotta di classe detta ovunque le sue
leggi. La crisi del capitalismo peggiora le condizioni delle masse
popolari in tutto il mondo. La borghesia non è in grado di porle fine,
guadagna tempo con misure che peggiorano le condizioni delle masse
popolari. Chi crede e spera che nel nostro paese i capitalisti, il clero
e le loro autorità, la Corte Pontificia o il governo
Letta-Napolitano-Berlusconi pongano un qualche rimedio agli effetti
della crisi del capitalismo sulle masse popolari, resterà deluso. Se
cedono cento ad alcuni, tolgono duecento ad altri. Le misure che
adottano, mirano solo a dividere le masse popolari, a togliere ad alcuni
più che ad altri, in modo da metterli gli uni contro gli altri e
promuovere la mobilitazione reazionaria. Questo è il corso delle cose a
cui dovete far fronte con adeguate decisioni congressuali.

Il primo
paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale
dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti aprirà la via
anche alle masse popolari degli altri paesi e rafforzerà la loro lotta.
Esse in ogni paese devono far fronte a problemi analoghi e cercano per
lo più ancora disperatamente e alla cieca la via d'uscita dalla crisi
del capitalismo. La lotta delle masse popolari di tutto il mondo
rafforzerà la lotta dei paesi che via via romperanno le catene del
sistema imperialista mondiale. Essa impedirà l'aperto divampare di una
nuova guerra mondiale.

Questo è il contesto in cui si svolge il vostro
Congresso. L'importanza del ruolo che il vostro Congresso avrà nella
storia del nostro paese e del mondo dipende principalmente dalle
decisioni che voi prenderete.

Il sindacalismo di base e alternativo ai
sindacati di regime è nato ed è cresciuto contro la collusione dei
sindacati di regime con i vertici della Repubblica Pontificia. Ha
impugnato la bandiera e praticato le linee dell'autorganizzazione sui
luoghi di lavoro e nelle categorie e del conflitto prima contro la linea
della moderazione salariale (EUR 1978) imposta dal CAF
(Craxi-Andreotti-Forlani) e dai loro complici nella CGIL e nel PCI (tra
cui Giorgio Napolitano) e poi contro la linea della concertazione e
della compatibilità imposta dai governi Ciampi e Amato all'inizio degli
anni '90 in nome dell'adesione all'Unione Europea e al sistema
dell'euro.

Oggi il sindacalismo di base e alternativo oppone con
coraggio e determinazione la linea del conflitto alla linea della
complicità con i padroni e i governi Berlusconi-Prodi-Monti promossa dai
dirigenti dei sindacati di regime. Ma di fronte alla crisi generale del
capitalismo e del conseguente sfascio generale del tessuto produttivo,
anche la linea delle rivendicazioni e del conflitto è sempre meno
efficace sia nei confronti dei padroni sia nei confronti dei loro
governi. I padroni chiudono le aziende, riducono il personale,
delocalizzano. La Pubblica Amministrazione riduce i servizi. Contro la
partecipazione e l'irruzione delle masse popolari, i vertici della
Repubblica Pontificia blindano sempre più le istituzioni elettive.
Aggirano e scavalcano persino le parvenze della democrazia borghese. A
febbraio i vertici della Repubblica Pontificia hanno perso le elezioni
che Berlusconi aveva fatto indire per ritornare in sella, ma con un
colpo di Stato hanno costituito con i partiti che hanno perso le
elezioni un governo pilotato da Berlusconi. Riducono sempre più
apertamente il Parlamento a camere di ratifica e registrazione delle
decisioni del governo. Il governo rapina le masse popolari e devasta il
paese a beneficio del capitale finanziario della Comunità Internazionale
dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. In questo
contesto mantenersi sul terreno puramente sindacale e rivendicativo vuol
dire restare sulla difensiva e perdere diritti e salario, un pezzo dopo
l'altro.

Da qui viene "la crisi oggettiva di funzione del sindacalismo
di base" a cui è dedicato un capitolo del documento preparatorio del
vostro Congresso. Se mantengono la lotta sul terreno puramente
sindacale, i sindacati di base e alternativi non riescono più neanche ad
adempiere ai propri compiti sindacali e quindi perdono forze.

Per
avviare il nostro paese ad uscire dalla crisi del capitalismo bisogna
spostare la lotta principalmente sul terreno politico. Anche i sindacati
di base e alternativi devono gettare il peso dell'organizzazione
sindacale nella lotta per costituire un governo d'emergenza delle masse
popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare [7]. Su questo
terreno i sindacati di base e alternativi possono far valere tutta la
forza accumulata con la lotta coraggiosa condotta nei decenni passati.
Possono svolgere un ruolo promotore della coalizione delle altre
organizzazioni, gruppi e settori e conquistare nuove forze. Infatti
anche i lavoratori combattivi che aderiscono ancora ai sindacati di
regime diretti dai Bonanno, dagli Angeletti e da Susanna Camusso,
l'allieva di Bettino Craxi e di Ottaviano del Turco, la collega di
Maurizio Sacconi, sono in numero crescente insofferenti della complicità
dei sindacati di regime con i padroni e le loro autorità. La CGIL e la
FIOM sono ridotte a reprimere e perfino espellere i loro aderenti più
combattivi. La pratica della complicità penalizza nei diritti e nel
reddito anche la grande maggioranza dei lavoratori che hanno ancora un
lavoro stabile e perfino una parte dei funzionari dei sindacati
complici: i padroni e i loro governi premiano le clientele CISL e UIL
che per tradizione e formazione sono più affidabili delle cricche della
CGIL, dei Landini e degli altri capi della FIOM.

Giustamente molti
lavoratori esperti non vedono sbocco ad una lotta solo rivendicativa e
limitata al conflitto solo sul terreno sindacale. Ma contemporaneamente
sono sempre più insofferenti delle condizioni imposte dai padroni, dalle
loro autorità e dai sindacati complici. I sindacati di base e
alternativi oggi devono fare un nuovo passo avanti, devono rompere con
quella parte della loro tradizione che non corrisponde più alla
situazione attuale e rinnovarsi. I sindacati di base e alternativi hanno
un grande compito storico da compiere. Essi possono diventare centri di
mobilitazione e di aggregazione delle masse popolari perché si
organizzino, prendano in mano capillarmente e su scala crescente la vita
sociale fino a far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia un
proprio governo d'emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Questo è il
compito storico che i sindacati di base e alternativi possono e quindi
devono compiere in questo periodo. Se essi prenderanno con coraggio e
fiducia queste iniziative adeguate alle necessità della grande
maggioranza dei lavoratori, essi acuiranno le divisioni in seno ai
vertici della Repubblica Pontificia, paralizzeranno o almeno ridurranno
la loro capacità di azione e di repressione e costringeranno anche i
dirigenti delle organizzazioni arretrate e perfino delle organizzazioni
complici a trascinarsi al loro seguito per non perdere consensi e
prestigio tra i lavoratori e le masse popolari.

Bando al
minoritarismo! Bando al settarismo! Passare all'attacco! Fare leva sulle
forze già accumulate!
Promuovere su larga scala l'organizzazione delle
masse popolari! Portare la lotta sul terreno politico!
Promuovere la
costituzione di un governo d'emergenza delle masse popolari, il Governo
di Blocco Popolare!

Oggi un sindacato che non fa politica, che non
assume il suo ruolo nel movimento per costituire il GBP, non riesce
nemmeno a fare il lavoro tradizionale dei sindacati, quindi perde
consensi e seguito. Di fronte al precipitare della crisi del
capitalismo, i sindacati alternativi e di base, se non si distinguono
dai sindacati di regime assumendo il ruolo che possono svolgere nel
movimento per costituire il GBP, incontrano le loro stesse difficoltà.
Non basta opporre la linea del conflitto alla linea della complicità con
i padroni e il loro governo. Nella tormenta della crisi del capitalismo,
il conflitto, la rivendicazione e la protesta non bastano. Bisogna
concorrere a mobilitare e organizzare le masse popolari perché si
rendano capaci di governare il paese e costituiscano un loro governo
d'emergenza, il Governo di Blocco Popolare che avvierà la trasformazione
dell'intero sistema di relazioni sociali del nostro paese e le sue
relazioni internazionali.

Questo è il ruolo che il nuovo PCI vi
sollecita a far assumere alla vostra organizzazione. A nome del CC vi
auguro di porvi con le decisioni che prenderete nel vostro I Congresso
nazionale all'altezza di questo compito storico. Su questa strada il
nuovo PCI sarà senza riserve al vostro fianco. La lotta sarà dura, ma la
vittoria sarà nostra!

IL SEGRETARIO GENERALE DEL CC DEL (N)PCI,
COMPAGNO ULISSE.

 

_**************_

_Per mettersi in contatto con
il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo
dalla Polizia, una via consiste nell'usare TOR [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [8]_], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [8]_]. _

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[8]
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