http://www.notav.info/movimento/si-apre-il-processo-ai-notav/
Il  mattino del 26 gennaio 2012 un' enorme retata  preconfezionata dalla 
Procura di Torino e condotta da centinaia di agenti delle forze dell'ordine 
con svariate perquisizioni in tutta Italia , ha portato a 26 custodie 
cautelari in carcere, svariate denunce e pesanti restrizioni per le 
imponenti manifestazioni di dissenso al TAV avvenute 6 mesi prima. La 
sproporzione delle dure restrizioni rispetto ai fatti di cui siamo accusati, 
è solo uno degli aspetti che ha svelato dall'inizio la natura dell'attacco 
politico!
Le imputazioni sono varie ma genericamente quelle di " lesioni, resistenza , 
violenza ecc": i crimini che la magistratura e polizia utilizzano quando 
attaccano per reprimere manifestazioni e scioperi, come è avvenuto per 
esempio dalle mobilitazioni contro il G8 a Genova nel 2001 al "non" cantiere 
di Chiomonte.
Tra gli scopi dell'inchiesta vi è il tentativo di indebolire il movimento No 
Tav ( visto da sempre con timore dai vari Governi e padroni ), dividere i 
manifestanti in buoni e cattivi e cercare di impaurire chiunque protesti 
date le ampie mobilitazioni in corso: per questo  un attacco a uno è un 
attacco a tutti!
Infatti, il periodo degli arresti avviene in un momento di varie lotte nel 
paese: in particolare le resistenze di operai e lavoratori, il movimento dei 
cosiddetti forconi e dei pastori sardi, le manifestazioni dei 
tassisti,agricoltori e vasti settori sociali contro le proposte di 
strangolamento economico e tassazioni varie del Governo. Momenti di lotta 
che potrebbero rafforzarsi reciprocamente ed è perciò che attacchi 
repressivi come questo vorrebbero fungere da monito per qualunque forma di 
dissenso scomoda. Parallelamente, inizia una campagna politico-mediatica 
denigratoria e mistificatoria a senso unico , dando spazio quasi interamente 
agli accusatori, contro noi imputati-e, raffigurati-e addirittura come 
infiltrati nel movimento No Tav e tesa a personalizzare  insistendo sul 
fatto che molti-e di noi non siamo della Valsusa e che vi sono imputazioni 
per fatti specifici e circoscritti ma noi tutti sappiamo bene che "gli 
infiltrati" sono le forze di polizia che hanno occupato la Valsusa e li 
riteniamo responsabili della devastazione della valle e delle torture ai 
danni dei manifestanti no tav."
Dalle prime ora degli arresti e fermi inizia una risposta in solidarietà al 
pesante attacco a noi e al movimento No Tav riassunta nel bellissimo slogan: 
" La Valle non si arresta: liberi tutti ". Dalle assemblee in Valsusa, negli 
spazi sociali e nelle scuole, ai presidi fuori dalle carceri, ai cortei e 
blocchi stradali in tutta Italia con alcuni casi anche all'estero. Oltre a 
mostrare la vicinanza a tutti-e noi ( e non è poco) ha fatto e continua a 
far rivivere le ragioni della protesta.
Da anni il movimento No Tav si batte contro questa opera costosa, dannosa, 
nociva e utile solo ai padroni:
la devastazione ambientale che provocano i lavori per l'opera è enorme,tra l'altro 
le montagne della zona sono amiantifere ; la linea sorge sui terreni 
espropriati ai contadini dove la non accettazione di compensazioni 
economiche (comunque sempre al ribasso ) dei valligiani dimostra ancora una 
volta la compatta contrarietà all'opera e la non rassegnazione;  la tanto 
propagandata necessità di una mobilità più fluida è una finzione infatti è 
provato che quelle tratte viaggerebbero a treni semi vuoti oltre che a costi 
enormi, mentre  l'esigenza di mobilità per i pendolari in tutto il paese 
rimangono come sempre inascoltate; i fondi necessari per la realizzazione 
sono sottratti alla sanità, alle scuole, al risanamento ambientale mentre 
vengono imposti tagli ulteriori al sociale ( si stima che l'opera verrebbe a 
costare circa 1300 euro per ogni famiglia);  il tutto in un territorio 
sempre più militarizzato che ricorda gli scenari propri dell'occupazione 
militare nei teatri di guerra come nel moderno apartheid della Palestina.
Nel concreto,   l'ampiezza di questa lotta continua a dimostrare che non è 
solo un treno in questione. Di fatto, viene messo in discussione, nelle più 
svariate forme, il modello criminale economico sociale in cui viviamo che 
crea guerre,miseria e  sfruttamento, razzismo, disastri ambientali ecc. 
Inoltre le decisioni prese sempre sulla testa delle persone lasciando sempre 
più inascoltate le esigenze reali della popolazione per garantire come 
sempre il tornaconto ad una cricca di speculatori e affaristi.
Nell'infinità di processi e forme di repressione, come le centinaia di fogli 
di via che continuano ad arrivare ed attuati contro le varie forme di 
resistenza in Valsusa e non solo, il 21 novembre ci sarà l'apertura del 
processo ,visto da tutti-e noi come un processo politico! Abbiamo scelto il 
rito ordinario e quindi di andare al dibattimento ( ad eccezione di uno 
solo), per non concedere nessun arretramento sulle nostre posizioni e 
motivazioni che come molti altri ci portano a lottare con e per la Valsusa 
abbracciando il movimento No Tav. Siamo consapevoli che questa posizione non 
beneficerà di alcuno sconto dalla controparte, che anzi, manterrà vivo l'accanimento 
dimostrato fino ad oggi. Nonostante la nostra eterogeneità ( elemento 
proprio delle lotte di massa e potenzialmente una ricchezza ) e le varie 
"impostazioni" che useremo  in Tribunale, difenderemo il carattere unitario 
e condiviso di quelle giornate e la legittimità delle varie pratiche di 
lotta adottate così come ha sempre fatto il movimento No Tav.
Allo stato attuale tre di noi si trovano ancora in stato di detenzione: due 
in carcere e uno ai domiciliari. Queste differenziazioni e accanimenti 
continui li riteniamo inacettabili dato che le loro condotte non sono sicuro 
state diverse da quelle adottate da tutti-e.
Si parte e si torna insieme!
Ora e sempre Notav! Ora e sempre resistenza!