mercoledì 29 agosto dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova, 535° ora in silenzio per la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org
*_UNA BOMBA RADIOATTIVA SOTTO IL MARE E NON SE NE PARLA: PERCHE’?_*
*__*
Chi percorre il viale che costeggia il Mare grande di Taranto deve 
gettare lo sguardoverso le torrette della portaerei leggera Garibaldi, 
ormeggiata nella *nuova base militare di Chiapparo*, a qualche 
chilometro dal centro della città. Questa servitù militare, che ha 
condizionato la vita della città per oltre un secolo, rappresenta ancora 
un potere fortissimo che, in maniera silenziosa ma costante, detta le 
sue leggi marziali non meno di quanto faccia l’industrialismo dell’Ilva.
Il piano urbanistico del centro storico, infatti, è costruito sull’asse 
che lega il Castello aragonese all’Arsenale militare.
Poi, verso gli anni ottanta, il modello di difesa Nato impose la 
costruzione della nuova base militare, atta ad ospitare unità 
dell’Alleanza, *inclusi i sottomarini a propulsione nucleare e altre 
navi con la stessa tecnologia.
Come ha fatto rilevare più volte anche il sito peacelink, tutti i 
sottomarini Usa sono a propulsione nucleare, come pure buona parte di 
quelli inglesi e francesi*.I reattori dei sottomarini sono di fatto 
delle piccole centrali nucleari; pur essendo meno potenti sono però meno 
schermati, per questioni di leggerezza, e dunque i rischi di fuga 
radioattiva sono maggiori. A questo proposito basta ricordare 
l’incidente della Maddalena, quando il sottomarino Hartford, il 25 
ottobre 2003, è finito per incagliarsi nella secca delle Bisce, poco a 
sud dell’Isoletta di Santo Stefano. In quello stesso luogo l’istituto 
francese di ricerca Criirad (
www.criirad.fr) ha rilevato livelli elevati 
di radioattività causati dal Torio 134, un elemento che rientra nella 
catena di degenerazione radioattiva dell’uranio.
Il rischio nucleare, che si aggiunge dunque a quello conclamato degli 
inquinanti Ilva e della raffineria, è talmente tanto plausibile che 
*esiste un piano di emergenza, redatto dalla prefettura, che prevede, in 
caso di incidente nucleare, addirittura l’evacuazione della città*. Il 
dettaglio dell’intervento prevede la somministrazione ai bambini e alle 
donne in gravidanza di un farmaco protettivo per la tiroide, la 
ghiandola più colpita dalla eventuale nube tossica.
Ovviamente il segreto militare di fatto impedisce i monitoraggi 
necessari al rilevamento dei livelli di radioattività nelle acque, anche 
se diversi studi indipendenti hanno rilevato tracce di Cesio 137, 
imputabili solo al transito di unità militari a propulsione nucleare.
/E dunque altri poteri osservano in disparte la vertenza Taranto, 
discretamente oscurati dalla luce mediatica che, giustamente, in queste 
settimane si addensa sull’Ilva./
/Ma questi aspetti devono essere tenuti in conto per avere un quadro 
realmente completo degli interessi in gioco, per capire l’importanza 
strategica di questa città; e soprattutto per capire quali interessi 
colpirebbeun movimento a favore di un altro modello di sviluppo; basato 
sulle compatibilità ambientali e soprattutto deciso dai cittadini di 
Taranto, senza servitù di sorta. /
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Fonte: *il manifesto *| Autore: *Raffaele K. Salinari *