Author: gabriella d'avanzo_paolo grulla Date: To: Lista del coordinamento dei GAS milanesi, gas_gaspare Gaspare Subject: [Intergas] La bolletta è sempre più verde? Ma i dati non sono realistici
ricevo dal gruppo energia >
> segnalo questo interessante articolo di Elena Comelli, uscito sul
> Sole 24 Ore
>
> ancora una volta si spiega che "Per giudicare quant'è verde un
> produttore, l'unico parametro serio è analizzare con quali fonti
> alimenta le sue centrali, che siano gas, petrolio, carbone, acqua,
> vento o sole"
>
> a dimostrazione che la scelta, come Retenergie, di produrre energia
> rinnovabile in maniera sostenibile e di appoggiarci a Trenta, quale
> fornitore di energia pulita, sono la seconda cosa migliore che si
> può fare oggi per ridurre gli impatti ambientali dei nostri consumi
> energetici
> (la prima, come immaginerete, è quella di utilizzare meno energia
> possibile...)
>
> ricordo che il gruppo Dolomiti di cui Trenta fa parte, produce il
> 69,2% da rinnovabili, contro il 40,9% di A2A
> come si può vedere qui
> http://www.gse.it/attivita/MIX/DatiPubblicazioni/Documents/ > 2010_mix_energetici_di_produzione.pdf
>
> ciao Gabriella
>
> --------------------------
>
> La bolletta è sempre più verde? Ma i dati non sono realistici
>
>
> http://elenacomelli.nova100.ilsole24ore.com/2012/01/la-mia-bolletta-
> è-sempre-più-verde-ma-i-dati-sono-poco-realistici.html
>
> E' A2A la società elettrica più verde d'Italia, battendo sul filo
> di lana Enel. La maglia nera spetta, invece, a Eni e Acea. Il 39%
> dell'energia prodotta dall'utilitity milanese viene, infatti, da
> fonti rinnovabili. Enel arriva al 38%, mentre Eni e Acea sono quasi
> a zero. Le due società sul podio superano nettamente la media
> italiana: le fonti rinnovabili hanno coperto nel 2010 il 22,8%
> della domanda nazionale e nel 2011, in base ai dati preliminari del
> Gestore servizi energetici, il 24,8%.
>
> FONTI - "Per giudicare quant'è verde un produttore, l'unico
> parametro serio è analizzare con quali fonti alimenta le sue
> centrali, che siano gas, petrolio, carbone, acqua, vento o sole",
> commenta Davide Tabarelli, di NomismaEnergia, che ha stilato la
> graduatoria Non sempre, però, il merito di produrre energia pulita
> risulta evidente. A partire dalla prossima bolletta, grazie a una
> delibera dell'Authority, il consumatore che compera energia verde
> dovrà ricevere l'indicazione del mix di fonti energetiche
> utilizzato per la sua fornitura, oltre all'informazione sul mix
> tecnologico complessivo dell'energia venduta, già obbligatoria nei
> confronti di tutti i clienti. Il nuovo provvedimento fa parte di un
> insieme di regole a favore della trasparenza, promulgate
> dall'Autorità presieduta da Guido Bortoni per garantire che
> l'energia elettrica acquistata come "verde" sia effettivamente
> prodotta con fonti rinnovabili e non venga commercializzata più
> volte. Ma questo dato, che i consumatori potranno leggere in
> bolletta, è facilmente manipolabile perché non rispecchia la
> produzione effettiva delle singole aziende, che possono gonfiarlo
> comprando quote di energia verde sul mercato.
>
> QUOTE - "La certificazione dell'energia immessa in rete come
> rinnovabile è un dato teorico, perché gli elettroni sono tutti
> uguali, non cambiano colore a seconda della fonte di origine",
> spiega Gerardo Montanino, direttore operativo del Gestore Servizi
> Energetici. Il Gse è l'unico ente di certificazione delle garanzie
> d'origine dell'energia venduta ai consumatori e in questa veste
> garantisce che "la composizione del mix medio nazionale utilizzato
> per la produzione dell'energia elettrica immessa nel sistema
> italiano nel 2010" comprenda un 35,2% di fonti rinnovabili. Da cosa
> dipende la discrepanza fra le due quote, quella del 22,8%
> pubblicata dallo stesso Gse nel Bilancio elettrico italiano e
> quella indicata nel Mix medio nazionale? Soprattutto dalle
> importazioni di energia dall'estero. Importazioni che, pur
> provenendo prevalentemente da Paesi dove la fonte dominante è il
> nucleare (75% in Francia e 40% in Svizzera), sono misteriosamente
> certificate dai rispettivi operatori di rete all'80% da fonti
> rinnovabili. Il che aggiunge di colpo alla produzione nazionale di
> energia verde, arrivata nel 2010 a 76 terawattora, altri 35
> terawattora importati: quasi il 50% in più.
>
> DISTORSIONE - "La qualifica di quell'energia come rinnovabile è
> discutibile e rappresenta una grave distorsione del mercato",
> commenta Tabarelli. In più, le aziende elettriche possono
> arricchire le loro credenziali verdi acquistando quote di
> produzione dagli operatori specializzati in eolico o fotovoltaico.
> Così il mix di energia venduta sul mercato libero dall'Enel, ad
> esempio, si fregia di un 72,5% proveniente da fonti rinnovabili,
> quando la produzione verde effettiva del gruppo in Italia si aggira
> sul 38%, composto da un 30,2% di idroelettrico e un 7,6% di altre
> rinnovabili. Percentuale comunque molto alta rispetto alla media
> italiana e agli altri produttori, ma ben lontana da quel 72%
> certificato in bolletta. "Le quote che acquistiamo dagli altri
> produttori non sono altro che una testimonianza in più della nostra
> politica di attenzione alle fonti verdi", spiega Gianfilippo
> Mancini, capo dell'energy management del gruppo. Non è solo
> greenwashing? "No, perché in questo modo contribuiamo alla crescita
> delle fonti pulite nel sistema elettrico italiano", fa notare Mancini.
>
> VIRTUOSI - Ma gli esperti da quest'orecchio non ci sentono. "Nella
> graduatoria delle società più virtuose, non prendiamo neanche in
> considerazione gli scambi di tipo commerciale certificati dal Gse",
> precisa Tabarelli. Resta da chiedersi che senso ha imporre
> l'obbligo di pubblicare in bolletta il mix energetico del
> fornitore, se poi le informazioni presentate rischiano di essere
> fuorvianti per il consumatore medio, che non ha certo l'occhio per
> distinguere i dati della produzione industriale da quelli
> commerciali. "A quel punto, sarebbe quasi meglio non dire nulla",
> commenta Alessandro Marangoni di Althesys, casa madre dell'indice
> Irex, sull'andamento in Borsa delle imprese quotate specializzate
> in fonti rinnovabili. L'intento dell'Authority non era certamente
> quello di confondere le idee ai clienti, ma semmai di chiarirle.
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