Presidio "Rita Atria" Libera Milazzo - Barcellona: l'alluvione.... un caso eccezionale? nov 26 Scritto da:
26/11/2011 17:20 RSSComunicato Stampa.
Se non ci fosse da piangere verrebbe proprio da ridere: un’allerta meteo per i giorni 25 e 26 novembre costringe i sindaci a chiudere le scuole a Milazzo , Barcellona
e paesi limitrofi. Il 25 e il 26 novembre sono state due giornate, a
dir poco, primaverili e, pertanto, i bambini e i ragazzi, in due giorni
di sole, sono stati a casa e durante l’alluvione, tre giorni prima,
hanno rischiato la vita barricati all’interno delle loro scuole.
Sappiamo tutti a cosa e a chi è servita la Protezione Civile nell’era
Bertolaso-Anemone; speriamo che la “nuova” Protezione Civile sia più
efficiente. Purtroppo, però, c’è da piangere. Il Presidio di Libera “Rita Atria” di Milazzo e Barcellona si accomuna al dolore della famiglia Valla per la perdita di Luigi e Giuseppe e alla famiglia Vinci per la perdita del piccolo Luca.
Vittime innocenti di un piccolo paesino del messinese, Saponara,
vittime di chi e di cosa? Oggi tutti a dire che da sempre si sa che il
60% del territorio della provincia di Messina è a rischio
idro-geologico. Ci domandiamo allora cosa ha fatto la politica locale,
regionale e nazionale, da sempre, per mettere in sicurezza un territorio
del quale si conosceva tutto? Se un territorio è a rischio e si è a
conoscenza di ciò, è semplicemente prevedibile che anche una collina
alberata e senza costruzioni abusive possa venire giù e portare via con
sé cose, case e vite umane. Specialmente quando si sa, e si sa da circa
20 anni, che le condizioni climatiche alle nostre latitudini sono
mutate e i nubifragi non sono più una eccezione ma costituiscono la
regola.
Come si fa a parlare di “eccezionalità” a Milazzo quando,
da decenni, ogni volta che piove, l’immediata periferia della città si
trasforma in un fiume impetuoso?
Come si fa a dire che non si sa
da dove è arrivata la marea nera riversatasi sulla costa di levante di
Milazzo facendo finta di ignorare che di fronte c’è una raffineria di
petrolio, una centrale elettrica alimentata a petrolio e nella rada
antistante “galleggiano” 4-5 petroliere al giorno?
Come si fa a
parlare di imprevedibilità quando giacciono per anni, nei cassetti dei
comuni, le varianti ai piani regolatori, permettendo così,
paradossalmente nella legalità, di costruire dovunque e senza regole; e
laddove i piani regolatori si redigono, si pensano ad uso e consumo di
amici e amici degli amici, per costruire mega parchi commerciali, o
per consentire la costruzione di case e complessi residenziali in
luoghi assurdi con la promessa della immancabile sanatoria. Come si può
parlare di eccezionalità quando a Barcellona si è continuato a
costruire in prossimità del torrente Longano, senza tener conto della
preoccupante progressione degli eventi alluvionali. Un torrente
Longano, per molti tratti cementificato e per altri tratti “coperto”
da strade e quindi da cemento, cemento, cemento? A chi giova
cementificare, costruire ponti, permettere abusi se non ad una classe
politica che da sempre ha come obiettivo solo ed esclusivamente la
propria rielezione? Cosa può importare ad una classe politica come
quella di Barcellona (non diversa, per dire la verità, dalle altre) la
relazione tecnica presentata da un geologo indipendente nel 2010 che
indicava i rischi e proponeva soluzioni? (scarica la relazione)
L’indipendenza non paga; la dipendenza, specialmente quella politica e
partitica si, caspita come paga: parcelle salatissime per studi di
fattibilità su mega ponti irrealizzabili e aeroporti improbabili. Oggi
si piangono i morti, le decine di case perdute per sempre e le
altrettante attività produttive cessate definitivamente. E meno male
che ci sono i volontari… Chiamatelo come volete ma per noi questo è un
disastro di mafia, e le vittime sono vittime di mafia. E la prossima
primavera a Barcellona ci sono le elezioni amministrative… Milazzo lì, 26/11/2011 Per il Presidio Santo Laganà(scarica la relazione)