I pacifisti e pacifiste dell'ora in silenzio
ricordano a tutt che un modesto ma "resistente" mezzo per dichiarare la 
propria opposizione alla guerra è l'ora in silenzio per la pace che si 
tiene ogni mercoledì dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
Genova ( altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org)
e incollano di seguito il comunicato che hanno inviato ai giornali a 
proposito dell'uccisione di Osama Bin Laden
Non venite a raccontarci
Non venite a raccontarci che esistono istituzioni sovranazionali come 
l’ONU e la Corte Internazionale di Giustizia. Dieci anni fa gli Stati 
Uniti hanno subito un gravissimo attentato e oggi si sono vendicati 
linciando Bin Laden, il presunto colpevole, come ai bei tempi del Far West.
Non venite a raccontarci che ognuno è innocente fino a prova contraria: 
nessuno si è mai sognato né di processarlo, né di condannarlo
Non venite a raccontarci che la guerra in Afghanistan serviva a 
catturare Bin Laden , che si trovava invece in Pakistan. E soprattutto 
non andate a raccontarlo ai familiari civili uccisi in quella guerra. 
Secondo le ricerche del prof M.W Herold dell’università del New 
Hampshire, e dell’ Human Wright Watch il loro numero si colloca tra 
14.623 e 34.240: fra quattro e dieci volte il numero delle vittime degli 
attentati del 2001
Non venite a raccontarci che la scelta del momento dell’esecuzione è 
casuale, in un momento in cui nel mondo si moltiplicano i fronti di guerra
Non venite a raccontarci che l’elezione di Obama (premio Nobel per la 
pace!!!!!!) alla presidenza degli Stati Uniti ha rappresentato una 
svolta storica, vista la continuità della sua politica con quella di 
tutti i suoi predecessori.
Non venite a raccontarci che l’Italia è intervenuta nella guerra in 
Libia su mandato dell’ONU, che ha autorizzato (anche in maniera 
piuttosto dubbia, da un punto di vista del diritto internazionale) la No 
Fly Zone,e non certo il bombardamento di Tripoli e il tentativo di 
uccidere Gheddafi
Non venite a raccontarci che l’Italia sta combattendo in Libia per 
solidarietà verso gli insorti anti Gheddafi: se l’Italia fosse un paese 
non si dice solidale, ma almeno civile, non tratterebbe come tratta i 
fuggiaschi che approdano sulle sue coste. E se fosse un paese non si 
dice solidale, ma almeno civile, rivedrebbe profondamente la propria 
legislazione sul lavoro, per rendere giustizia a tutti i lavoratori, 
italiani e stranieri. E se avesse a cuore i diritti umani violati si 
attiverebbe non certo militarmente, ma almeno in sede ONU per i 
lavoratori cinesi, per i palestinesi, per i siriani……
Non venite a raccontarci che il presidente Napolitano è un galantuomo, 
ultimo baluardo contro il berlusconismo, visto che non si avvale dei 
suoi poteri di presidente della repubblica e capo supremo delle forze 
armate per far uscire l’Italia dalla guerra mentre sa benissimo che 
questa è vietata dalla Costituzione che ha giurato di difendere
Non venite a raccontarci che il PD è il maggiore partito di opposizione, 
visto che su una questione come la guerra Rosi Bindi, dichiaratamente 
cattolica, ha dichiarato di avere le proprie opinioni, ma che questa 
serve a “salvare la faccia” dell’Italia (La 7, domenica sera)
Non venite a raccontarci che non ci sono soldi per la scuola, la sanità 
e le pensioni, visto che con il voto di tutto il parlamento sono stati 
trovati 410 milioni di euro per proseguire per altri sei mesi la guerra 
in Afghanistan
Non venite a raccontarci che le nostre posizioni antimilitariste e 
pacifiste fanno il gioco della lega, visto che da almeno quindici anni 
tutti i partiti l’assecondano sul terreno del razzismo e della xenofobia
Non venite a raccontarci che dovremmo sentirci orgogliosi di essere 
italiani e occidentali: lo saremmo se il nostro paese, anziché accorrere 
ad ogni schioccare di dita dell’alleato statunitense, finanziasse la 
scienza, la cultura e la solidarietà