Ciao,
un'amica italiana che lavora al trinity college ha inoltrato questa
petizione, pensando agli italiani che lavorano all'estero per periodi
brevi. Incollo i punti più importanti e il link per firmare,
fate girare, ciao
alberta
1) Se decine di migliaia di voti non vengono espressi, e non perché i
cittadini vogliano astenersi, un problema esiste e va risolto.
2) E’ un fatto che soprattutto gli Italiani emigrati da pochi anni, per lo
più giovani, non votano perché non si iscrivono all’AIRE.
3) Dopo 12 mesi di permanenza all’estero, iscriversi all’AIRE è un obbligo,
ma pochi lo sanno.
4) Gli Italiani all’estero tendono a non iscriversi all’AIRE per due motivi:
a) Se non si ottempera all’obbligo e si viene scoperti, non ci sono
conseguenze oltre l’iscrizione d’ufficio; b) Si è disincentivati ad
iscriversi. Infatti, con l’iscrizione all’AIRE si perde l’assistenza
sanitaria in Italia (con l’eccezione delle cure mediche urgenti) e le varie
agevolazioni riservate ai residenti in Italia (per esempio, esenzione ICI su
prima casa).
5) Se il legislatore pone l’obbligo di iscrizione, dovrebbe anche fare in
modo che lo stesso venga rispettato. D’altro canto, pensiamo sia giusto che
alcuni diritti che vengono meno autmaticamente col trasferimento della
residenza all’estero, come quello all’assistenza sanitaria, si perdano solo
dopo un certo periodo di tempo dall’iscrizione all’AIRE.
6) In questo modo: a) tutti si iscriverebbero all’AIRE, e voterebbero; b)
tutti quelli che ancora non si erano iscritti finirebbero di gravare sul
bilancio dello Stato italiano; c) sarebbe più facile raggiungere il quorum
nei referendum, dal momento che gli Italiani all’estero non iscritti
all’AIRE sono ancora registrati nelle liste elettorali in Italia; d)
finalmente avremmo statistiche ufficiali attendibili sui flussi di
emigrazione.
7) Quello degli studenti Erasmus è un caso particolare: non sono tenuti a
iscriversi all’AIRE perché vivono all’estero per meno di dodici mesi, ma non
hanno alternativa a pagarsi il viaggio di ritorno in Italia se intendono
votare. Risultato: moltissimi voti persi. La soluzione, qui, potrebbe essere
semplicemente quella di aggiungere la categoria degli Erasmus a quelle,
indicate puntualmente dalla legge, cui è permesso di votare dall’estero pur
senza essere residenti all’estero.
8) Una diversa questione, distinta da quella della partecipazione al voto, è
“chi” eleggono gli Italiani all’estero. Infatti, un altro limite
fondamentale della legge attuale è che non distingue tra chi è emigrato
all’estero da dodici mesi e chi ha la cittadinanza italiana ma potrebbe non
essere nato in Italia né avere mai messo piede in Italia e non conoscere una
parola di Italiano. Gli uni e gli altri votano per la Circoscrizione Estero
(18 onorevoli), la quale peraltro non conta ai fini dell’assegnazione del
premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale attuale. Crediamo che
la legge dovrebbe distinguere tra chi è all’estero da diversi anni o da
sempre e chi lo ѐ solo da poco. A questi ultimi dovrebbe essere concesso di
esprimere il voto per la circoscrizione di origine, non quella Estero.
Questa possibilità, del resto, è già prevista dalla legge attuale con il
“diritto di opzione”, ma il viaggio di ritorno in Italia è a proprie spese.
Pertanto, una possibile soluzione potrebbe essere quella di permettere agli
iscritti all’AIRE da pochi anni di decidere se votare per la circoscrizione
di origine, e di poterlo fare dall’estero (cioè senza doversi pagare il
viaggio di ritorno in Italia).
Il link alla petizione:
http://tcditsoc.wordpress.com/vote-from-abroad/
Grazie!