Author: Accattone Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] Puntata Report "Il prodotto sei tu" contestata?!?
Il 14/04/2011 10:13, info@??? ha scritto: > pasky@??? writes:
>> si perde tempo a cercare la pagliuzza, tecnicistica o meno,
>> facendo le pulci sul servizio di Report il primo a dire un
>> pò come stanno le cose e la realtà, ovviamente poteva essere
>> fatto meglio, ma un sonoro "sti kazzi" non ce lo mettete?
>
> Concordo: ci sta pure bene una riga dove specifichiamo che
> "tecnicamente" ci sarebbe da scavare anche piu' in profondita',
> (se vogliamo) concordo nel tagliare la "sviolinata" (passatemi
> il termine infelice) iniziale, ma il testo proposto mi sembra
> sensato.
> Stiamo prendendo semplicemente una posizione chiara a favore
> di quel _sottoinsieme_ di giornalisti che dicono cose allineate
> con il pensiero attendo alla privacy, tecnocontrollo, censura
> etc, di questa lista.
Ho rivisto un po' il testo in base ai commenti (o meglio: in base a come
li ho interpretati). Ho tolto la sviolinata, aggiunto qualche dettaglio
tecnico. Ho messo anche qualche pezzo dell'analisi di Carl0s. In effetti
e' difficile fare un testo che sia una buona sintesi. Vedete un po'...
Qualcuno propone di non mandarlo? Beh a me sembra che ci sia una voglia
abbastanza diffusa di mandarlo. Anche se non da parte di tutti,
chiaramente. Se ci sono forti obiezioni, si puo' chiudere anche qui la
cosa. Altrimenti facciamo gli ultimi aggiornamenti e mandiamola, IMHO.
Saluti aggiustati,
Accattone
Spettabile redazione di Report,
la vostra trasmissione televisiva è una delle poche in cui si prova a
dire le cose come stanno, senza veli, ed ovviamente questo può far paura
un pò a tutti. La puntata del 10 aprile "Il prodotto sei tu" è stata
veramente interessante. Finalmente qualcuno che parla in tv di quanto
Facebook, Google e altri colossi del web minaccino la privacy! In un
modo decisamente avanzato, rispetto a quello che si vede passare sulla
televisione generalista. Seppur non impeccabile da un punto di vista
tecnico, siete comunque riusciti a far passare il messaggio che non si
può avallare e invitare all'uso di una tecnologia, posseduta da una
multinazionale straniera, che a discrezione può eliminare o censurare
contenuti e quindi interferire nello scambio ed il confronto
democratico tra i cittadini.
Il servizio secondo noi non era tecnicamente perfetto. Ad esempio, https
è stato presentato come un rimedio salvifico che Google e Twitter ed
altri hanno finalmente imboccato, mentre Facebook lo ritiene
facoltativo: questo ha poco a che vedere con la privacy. Inoltre non
abbiamo affatto apprezzato la posizione sulla pirateria e anch'essa
c'entra ben poco con la privacy. Ci pare pure che proprio perche' il
pezzo voleva essere divulgativo, si poteva andare oltre il pur giusto e
circostanziato sollevamento delle obiezioni inquietanti riguardanti la
privacy, proponendo strumenti per l'autodifesa. Non ne e' stato citato
neanche uno. Così come non sono state citate alternative e contromisure
per proteggersi. Speriamo ci possano essere successive puntate in cui
questo potrà avvenire e che il servizio non sia invece self-contained,
come ci è in parte sembrato. Fermo restando che era ora che si iniziasse
a veicolare anche in televisione messaggi riguardanti la
centralizzazione delle informazioni, rischio censura e la questione
profilazione/pubblicità, saremmo felici di vedere nuove puntate ancora
più approfondite su questi temi.
E' strabiliante vedere come gli attacchi a questa puntata siano venuti
da quel sottobosco di blogger e tecnoentusiasti (ma tecnoignoranti) che
evidentemente si prendono molto sul serio, senza accorgersi che mentre
organizzano la loro vita online da un lato, dall'altro diventano un
prodotto su cui si specula e un bersaglio della repressione.
Insomma, la cosa sconvolgente non e' che abbiano trovato il servizio
brutto e malfatto (sarebbero opinioni), ma che lo abbiano attaccato
percependolo come un attacco ai loro totem e alla web economy. A nostro
giudizio, invece, sono state dette cose totalmente ovvie per chi lavora
su Internet, ma che evidentemente hanno infastidito chi usa caprinamente
e acriticamente il Web2.0. Per questo non comprendiamo la risposta di
Milena Gabanelli, che definisce "colti" coloro che vi hanno criticati,
difendendosi con l'affermazione che la trasmissione era comunque
destinata ad un pubblico più televisivo. Semmai è vero esattamente il
contrario e cioè che avete dato prova voi di esservi meglio documentati
(anche se con alcune carenze, come detto sopra).
Sicuramente per un utente medio di Internet sarebbe più facile e diretto
informarsi, ma ci viene da pensare che molti di loro non lo vogliano
nemmeno fare: non hanno tempo o voglia di cercare in Internet
informazioni sul loro giocattolino tanto amato. Il vostro servizio non
ha spalato merda su qualcosa, ma ha informato in modo abbastanza
corretto i cittadini. Ha messo un minimo di tarlo di critica verso degli
strumenti che la massa usa inconsapevole di molte cose.
Chi sguazza con certi strumenti, forse ergonomici, ma opachi all'utente
e parecchio pericolosi, mentre da un lato si alfabetizza all'uso di
Internet, dall'altro non fa quel passo in più che è necessario per
prendere consapevolezza del pericolo a cui espongono se stess*, e tutt*
noi di riflesso, usando certi strumenti o usandoli in un certo modo.
Perche' ignorano determinate questioni. Se siete interessati a
sviluppare queste tematiche, come speriamo, il vostro compito, adesso,
e' quello di informarli anche su cosa si puo' fare concretamente.