Care e cari ho ricevuto da una compagna brasiliana questo messaggio 
per il Premio Nobel per la pace alle donne africane, con richiesta di 
diffusione e appoggio. Mi sembra una bella idea! Perciò ve lo giro, 
firmate e diffondete se siete d'accordo. CAri saluti
Alessandra Mecozzi
-------- Messaggio originale --------
Oggetto:     Walking Africa Deserves a Nobel - Nobel Peace Prize for 
African Women » Firma l’Appello
Data:     Tue, 19 Oct 2010 17:58:32 -0200
Mittente:     Maria Silvia <msilvia@???>
A:     Mila frati <milafrati@???>, "Alice T. Yamamoto Yamamotto" 
<alice@???>, Eiko Lucia <eikolu@???>, Regina Queiroz 
- Coordenadora - Núcleo de Formação Política 
<regina.formacao@???>, nora gilges 
<noragilges@???>, Carla Coletti <ccoletti@???>, 
Alessandra Mecozzi <a.mecozzi@???>, rita@???, Claudia de 
Lima <claudia@???>, Denise Motta Dahu Dahu <sno@???>, 
Monica Valente Valente <movalente@???>
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lunedì 18 ottobre, 2010
Firme raccolte 16806 FIRMA
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  Walking Africa Deserves a Nobel - Nobel Peace Prize for African Women
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Grazie per aver sottoscritto la candidatura!
*Appello Premio Nobel per la Pace 2011 alla Donna Africana
L’Africa cammina con i piedi delle donne. Abituate da sempre a fare i 
conti con la quotidianità della vita e con la sfida della sopravvivenza, 
ogni giorno centinaia di migliaia di donne africane percorrono le strade 
del continente alla ricerca di una pace durevole e di una vita 
dignitosa. Gran parte di loro fanno fino a 10-20 chilometri per portare 
l’acqua alla famiglia. Poi vanno, sempre a piedi, al mercato, dove, per 
tutta la giornata vendono quel po’ che hanno, per portare la sera a casa 
il necessario per nutrire i propri figli. Riproducendo così ogni giorno 
il miracolo della sopravvivenza. Pullulano di donne i mercati delle 
città africane. In un arcobaleno di colori, dove insieme con i beni di 
scambio, si incontra la gioia di vivere e il calore della convivialità. 
Spesso sulle loro spalle i figli che ancora non camminano. Oppure 
attorno ad esse la corsa e il rumore dei bambini, la cui cura è 
completamente affidata a loro. A volte, anche se non sono loro figli. 
Perché nell’Africa delle guerre e delle malattie, le donne sanno 
accogliere, nella propria famiglia, i piccoli rimasti orfani.
Sono in maggioranza le donne a lavorare i campi in una terra che quasi 
mai appartiene a loro, solo perché donne. Ad esse che controllano il 70% 
della produzione agricola, che producono l”80% dei beni di consumo e 
assicurano il 90% della loro commercializzazione, è quasi sempre 
impedito di possedere un pezzo di terra. Sono decine di migliaia le 
piccole imprese che le donne africane hanno organizzato attraverso il 
microcredito, in tutti i settori dell’economia: dall’agricoltura, al 
commercio, alla piccola industria. Sono migliaia, forse decine di 
migliaia, le organizzazioni di donne impegnate nella politica, nelle 
problematiche sociali, nella salute, nella costruzione della pace. E 
sono le donne quelle che con più coerenza, assicurano, nell’Africa 
troppo spesso segnata dal malgoverno e dalla corruzione, la speranza del 
cambiamento e della democrazia. Sono le donne africane che, in 
condizioni quasi impossibili a causa del maschilismo, della poligamia, 
del disinteresse o dell’assenza degli uomini, continuano a difendere e a 
nutrire la vita dei loro figli; a lottare contro le mutilazioni 
genitali, a curare i più deboli e indifesi.
Sono le donne africane che, di fronte alle prevaricazioni del potere, 
sanno alzarsi in piedi per difendere i diritti calpestati. Dentro al 
dramma della guerra soffrono le pene dei padri, dei fratelli, dei mariti 
e dei figli votati al massacro. Si strappare bambine e bambini costretti 
a fare i soldati e ad ammazzare. Per loro poi, per i loro corpi e le 
loro persone, se vengono risparmiate dalla morte, spesso è pronta la 
peggiore delle violenze, che salva forse la vita, ma colpisce per sempre 
l’anima.
Le donne sono la spina dorsale che sorregge l’Africa. In tutti i settori 
della vita: dalla cura della casa e dell’infanzia, all’economia, alla 
politica, all’arte, alla cultura, all’impegno ambientale. Per questo, in 
Africa, non è pensabile alcun futuro umano, senza la loro partecipazione 
attiva e responsabile. Senza l’oggi delle donne non ci sarebbe nessun 
domani per l’Africa. Certo è indiscutibile il progresso che le donne 
africane hanno compiuto nella vita politica, economica e culturale a 
tutti i livelli. Ma ciò non rappresenta che una goccia nell’oceano nella 
valorizzazione delle loro capacità e del loro impegno.
Per questo vogliamo lanciare una campagna internazionale. Perché sia 
formalmente e ufficialmente riconosciuto questo loro ruolo, troppo 
spesso dimenticato. In questo nostro mondo, segnato da una crisi che non 
è solo economica, ma anche umana, le donne africane, con il loro umile 
protagonismo, possono indicare un percorso nuovo per ricostruire su basi 
più giuste e più umane la convivenza. Possono divenire un investimento 
per il presente e il futuro non solo dell’Africa ma del mondo 
intero. Sia la comunità internazionale a trovare le giuste forme, anche 
attraverso l’attribuzione alla Donna Africana del Premio Nobel per la 
pace nell’anno 2011, per far conoscere, valorizzare e proporre come 
esempio il suo impegno tanto importante per la crescita umana 
dell’Africa e del mondo.*
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