Author: Aldo Zanchetta Date: To: forumlucca, forumvalleserchio Subject: [Forumlucca] informazione per distrazione
Le rondini di ottobre ovvero i falsi stormi dell'informazione
di Antonio Caracciolo - 04/10/2010
Fonte: Civium Libertas [scheda fonte]
Come pare avvenisse in Cina, la carta stampata suscitava in me una certa
soggezione. E carta stampata nella nostra vita quotidiana sono
principalmente i giornali, che vivono non tanto di lettori e per i lettori
quanto di pubblicità commerciale ed al servizio di potenti, cui può tornare
utile un megafono con cui rompere i timpani della gente e inquinare la
libera formazione del pensiero altrui. Più mi diventa chiara la funzione di
gran parte o di tutti i media, che dico la loro natura intrinseca, e più
diminuisce la soggezione ed il rispetto che ne provo. Intendiamoci: non sto
affatto dicendo che conoscenza e informazione non siano un bene primario e
necessario. Sto dicendo che se mai i media ne sono la negazione. L'ipocrisia
di non pochi direttori di giornali in questi giorni posso toccarla con mano.
Si smentiscono nell'arco delle 24 ore. Dicono una cosa, come l'altra sera
nella trasmissione di Santoro, e poi subito ne fanno un'altra. Esilaranti
sono le loro litanie sulla libertà di pensiero. Ed è inutile rinfacciarle
loro, scrivendo la classica lettera al direttore che ne legittima la
funzione e finisce nel cestino se non peggio. Costoro intendono
rigorosamente e tassativamente che la libertà di pensiero e di espressione
di cui parlano è esclusivamente la loro. E per questo ricevono perfino
finanziamenti pubblici e addirittura la scorta a spese del contribuente,
quando con quel che guadagnano potrebbero benissimo pagarsi delle guardie
del corpo, se proprio ne hanno bisogno.
Hanno perfino teorizzato che un'opinione altrui dissenziente non è
"pensiero" (ex art. 21 cost. nonché dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo) ma un "crimine" e come tale penalmente perseguibile o comunque da
additare pubblicamente in quanto disvalore assoluto. E quindi: corali
appelli a "cacciare", "licenziare", "espellere"... chi la pensa diversamente
da loro. Ho dato la stima di 200.000 persone penalmente perseguite nella
sola Germania per reati di opinione, ma la cosa passa sotto silenzio. Su ciò
vige la consegna del segreto. I nostri regimi occidentali, strenui
propagandisti dei diritti umani, non vogliono far sapere quante persone
riempiono le nostre carceri, esercitando loro quella repressione della
libertà di pensiero e di informazione che quotidianamente imputano ad un
Ahmadinejad o alla Cina: tanto lontano va il loro sguardo da non riuscire a
guardare più vicino in casa propria. Sembra incredibile, ma abbiamo
quotidiani che titolano inneggiando all'omicidio di pacifisti o si
rammaricano del fallito attentato ad un capo di stato. Mentre
sistematicamente e ordinariamente diffamano dalle loro colonne di carta,
apprendo anche che godono in parecchi di una scorta a spese del
contribuente. Immaginate di avere il diritto di diffamare quotidianamente
chi vi pare, persone spesso non in grado di difendersi o senza padrino, e di
poter fruire perfino di una scorta di bravi per continuare ad offendere,
ovvero a svolgere servizio pubblico di infangamento del prossimo. Mi tengo
qui volutamente sulle generali per esprimere un giudizio negativo sulla
stampa e sui media in generale. Mi auguro che internet, se lasciata libera,
possa costituire una valida alternativa alla comunicazione verticale (da uno
a molti senza che nessuno dei molti possa reagire a notizie spesso false e
distorte) e liberare la capacità che ognuno di noi ha di poter pensare
liberamente e criticamente. È questo l'unico antitodo contro la menzogna: la
capacità di pensare con la propria testa, badando che sia davvero la testa
propria ed al riparo da tecniche subliminali di condizionamento. Rinvio qui
ad una interessante lettura, pertinente, fatta proprio ieri, da cui ho pure
tratto spunto per questa mia riflessione che è venuta crescendo mentre
scrivo in tempo reale. Un scuola ed una università che fossero al riparo
dalla Gelmini o da antichi scolari, divenuti legislatori della memoria
altrui, dovrebbe essere impostata non in funzione dell'indottrinamento di
regime di turno, ma come addestramento alla capacità critica di acquisire
informazione e di pensare autonomamente. Il potere non vuole questo genere
di scuola e di università.
Ho notato come negli ultimi giorni le prime pagine dei giornali siano
passate rapidamente da un tema all'altro e mi è venuta da pensare agli
stormi di rondini che tutte insieme di primavera volano improvvisamente da
un punto all'altro. Si è così passati in pochissimo tempo dai "porci" di
Bossi alle kippah di Ciarrapico e adesso al misterioso attentatore di
Belpietro. Sia che questi passaggi avvengano spontaneamente sia che vengano
provocati ad arte denotano in entrambi i casi la vacuità del genere di
informazione, atta più a suscitare emotività e sull'onda di questa a
ispirare non di rado giri di vite sulle nostre libertà che non a farci
crescere in conoscenza e matura capacità di decisione. È questa la nostra
unica difesa: l'antica capacità di pensare, oggi più che mai insidiata in un
apparente eccesso di istruzione e di notizie. E si badi bene: al fondo dell'arduo
sentiero della conoscenza non ci attende un verde pascolo di serenità, ma un
autentico inferno da cui si deve saper uscire.