[NuovoLab] Gerusalemme

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Author: Elisabetta Filippi
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To: Social Forum
Subject: [NuovoLab] Gerusalemme

C`e` un ristorantino nella citta` vecchia di Gerusalemme, si chiama Pizza Steak. E` frequentato dai locali per la pizza, che per un italiana pero` lascia un po` a desiderare, spessa e con un formaggio troppo salato che non si fonde. Oltre alla pizza i soliti mezze e swarma, niente di strepitoso, ma io la sera ci vado volentieri. Questo ristorantino e` collocato all`inizio della Va Dolorosa, dove la strada si allarga un po`. Dalla sua posizione si gode la vista di uno spaccato di vita quotidiana.



La sera, un ora e mezza esatta dopo l`Iftar, una fiumana di gente si riversa nella Via Dolorosa attraverso la Porta di Damasco verso la moschea, fermandosi di tanto in tanto per comprare giocattoli o zucchero filato ai bambini e mangiare una fetta di Knafe fumante e filante. Io, dalla mia posizione privilegiata, questa sera sorseggio una limonata fresca e guardo i 17 soldati e i 5 poliziotti che presidiano lo slargo dinnanzi al ristorantino. Alcuni sono annoiati e sbadigliano seduti su alcuni scalini, altri guardano il gruppo di adolescenti coetanei arabi che rumoreggiano di fianco a loro. I soldati ridacchiano e parlottano fra di loro o con i poliziotti. La gente scorre. Sembrano due realta` separate e lontanissime che condividono lo stesso selciato lastricato, abituate alla presenza reciproca, ognuno preso dalle sue attivita` senza condizionamento reciproco. Pero` dopo poco in 4 soldati fermano un ragazzo con una ragazza, non ne comprendo il motivo, forse una provocazione del ragazzo palestinese, discutono, un soldato con la kippa sfida con gli occhi negli occhi il ragazzo palestinese, sono alti uguali, il palestinese forse ha un paio d`anni di meno, l`atteggiamento mi ricorda quello dei calciatori che hanno appena subito un fallo. Intorno regna l`indifferenza piu` assoluta mentre la discussione si accende e la ragazza palestinese interviene, zittita dal suo compagno, a questo punto un poliziotto e il soldato con la Kippa si allontano dalla mia vista tenendo per un braccio il palestinese con la ragazza al seguito.



I militari ritornano circa un quarto d`ora dopo. Dopo un po`il ragazzino 15enne del ristorantino passa accanto ad un altro soldato e dice qualcosa in arabo, che il soldato non gradisce, lo si evince da come cerca con lo sguardo il ragazzino ora dentro al ristorante. Il vecchio padre esce e capisco che cerca di giustificare il ragazzino e di stemperare la tensione, offre qualcosa da bere o mangiare al soldato che rifiuta, ma la tensione e` finita.



Altri 20minuti, dalla fiumana che scorre un palestinese di bassa statura con un rosario islamico nella mano sinistra, allunga la destra per stringere tutto sorridente la mano ad un poliziotto, poi si allontana tutto gongolante.



Al ristorante nel frattempo sono arrivati dei turisti, anche loro sembrano non scomporsi dalle loro attivita`. Qui i soldati e i poliziotti fanno i soldati e i poliziotti, i palestinesi fanno i palestinesi e i turisti fanno i turisti.



Ognuno ha il suo ruolo a Gerusalemme.



Elisabetta