Il giorno 23/lug/10, alle ore 18:19, Aldo Zanchetta ha scritto:
> A Franco Santi
>
>
>
> Caro Franco
>
>
>
> probabilmente sarai il mio unico lettore, ma è sufficiente per  
> invogliarmi a confessare la grande rabbia che oggi ho in corpo. A 22  
> anni ho passato due mesi in una acciaieria yugoslava, e da allora ho  
> iniziato ad amare quel paese che era la Yugoslavia, amore che  
> conservo oltre 50 anni dopo e che mi ha portato seguirne da vicino  
> le dolorose vicende.
>
>
>
> Aldo
>
>
>
>
no siamo in due lettori :-)
inoltre trovo molto bello e interessante questo tema della neolingua
quindi siamo in due e secondo me siamo di più :-)
abbraccio
marcantonio
>
> KOSOVO : UNA GIGANTESCA MENZOGNA CREATA CON LA NEOLINGUA (E ALTRO)
>
>
>
> La Corte Internazionale de L'Aja ha dichiarato a grande maggioranza  
> legittima la dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
>
>
>
> Non mi nascondo la reale complessità del problema e le ragioni  
> strumentali per cui paesi come la Russia o la Spagna assieme a molti  
> altri stati (25 solo in Europa) non hanno riconosciuto il Kosovo  
> come stato sovrano.
>
>
>
> Questa decisione della Corte apre una serie di possibili contenziosi  
> la cui portata è prevedibile. Se il Kosovo si, perché no la  
> Catalogna o i Paesi Baschi, la Cecenia o il Kurdistan turco e via  
> dicendo? Temo che oggi si sia aperto un nuovo triste capitolo per  
> l'Europa.
>
>
>
> Contenti ovviamente gli Stati Uniti che hanno fermamanente voluto  
> questo "stato canaglia" come ulteriore elemento di "disturbo" in una  
> zona delicata dell'Europa. Divide et impera.
>
>
>
> L'Italia fu coinvolta nella guerra "umanitaria" per il Kosovo grazie  
> a un primo ministro già comunista poi trasformista, che abbiamo  
> rischiato di avere come "ministro degli esteri" della comunità  
> europea e che ancora "infetta" la presunta sinistra italiana. Grazie  
> a lui la maggioranza continua a credere ad una presunta "guerra  
> umanitaria". E i bombardieri "liberatori" partirono proprio dalle  
> basi italiane.
>
>
>
> Invito il coraggioso lettore che non si è ancora scandalizzato a  
> resistere ancora un po'.
>
>
>
> "Fabio Mini sa di che cosa parla: nel 2002-2003, è stato il  
> comandante della Nato in Kosovo. E non ha molta stima della nuova  
> dirigenza di Pristina: «Da lavarsi le mani, dopo avergliela stretta.  
> Spero che la nuova generazione se ne liberi presto. L'anima nera è  
> un signore di cui non le dico il nome, perché se lo scrive vengono  
> lì e la ammazzano. È il mandante di almeno 28 assassinati del  
> partito di Rugova. Uno che, come molti dei capi Uck, non ha mai  
> spiegato la fine d'un migliaio di rom, serbi e albanesi accusati di  
> collaborazionismo, desaparecidos negli anni del primo dopoguerra. A  
> Pristina, si dice che se i pesci d'un certo lago potessero  
> parlare...». Da Il generale Mini: il Kosovo indipendente, un porto  
> franco per il denaro di Francesco Battistini - Corriere della Sera  
> del 16/02/2008"
>
>
>
> Joze Pirjevec Le guerre jugoslave 1991-1999  Ed Einaudi 2001  
> (Pirjevic all'epoca era professore di Storia dei paesi slavi  
> all'Università di Trieste). ".Tutte queste notizie furono  
> naturalmente sfruttate dalla macchina propagandista della NATO,  
> essendo utili alla tesi -pervicacemente mantenuta in vita- secondo  
> cui la guerra in corso era di carattere squisitamente umanitario.  
> Per rafforzare tale convinzione nella coscienza dei telespettatori  
> occidentali, furono mobilitati alcuni noti psicologi e manipolatori  
> dell'opinione pubblica, fatti venire espressamente da Washington,  
> Londra, Bonn, Parigi e Roma a Bruxelles, dove fu organizzato, dopo  
> la prima settimana della campagna, un <<Centro Operativo Media>>  
> (MOC) incaricato di informare i giornalisti accreditati presso la  
> NATO nella maniera "giusta".
>
> <<L'unica battaglia che avremmo potuto perdere, -disse Alistair  
> Campbell, il "Rasputin di Blair", che lo aveva inviato a dirigere  
> tale postazione chiave,- era quella per i cuori e le menti. Le  
> conseguenze sarebbero state la cessazione dei bombardamenti da parte  
> della NATO e la sconfitta in guerra>>. (pag 617)
>
>
>
> La lettura dell'intero capitolo offre una serie di dichiarazioni di  
> importanti uomini politici europei, da Joscha Fischer a Gerhard  
> Schröder o al ricordato Blair. Roba da lavarsi gli occhi appena  
> letto, parafrasando Mini. L'unicofra tutti questi "galantuomini" che  
> tentò più volte di far interrompere i bombardamenti, incredibile  
> dictu, fu Lamberto Dini.
>
>
>
> Nell'Introduzione al libro Menzogne di guerra. Le bugie della NATO e  
> le loro vittime nel conflitto per il Kosovo, di Jürgen Elsässer, ed  
> La Città del Sole, 2002, Andrea Catone, racconta come la  
> Hill&Knowlton, <<ditta USA di <pubbliche relazioni>, specializzata  
> nella creazione di immagini positive per le dittature di tutto il  
> mondo>>, si fosse adoperata per diffondere l'immagine serbi=nazisti  
> dopo che il New York Times del 23 agosto 1992 aveva pubblicato: <<I  
> servizi di informazione USA hanno raddoppiato gli sforzi ma non  
> hanno trovato alcuna prova di sistematici massacri dei prigionieri  
> croati o musulmani nei campi serbi>>. Cita poi lo scrittore belga  
> Michel Collon che in un libro di un anno prima dello scoppio del  
> conflitto jugoslavo, Poker Menteur - Les grandes puissances, la  
> Yugoslavie et les prochaines guerres, aveva smontato <<i falsi più  
> marchiani>>. Scrive Collon, riferendosi a una foto pubblicata da  
> molti giornali, fra cui la Repubblica,:
>
>
>
> Il giornalista tedesco Thomas Deichmann è andato a svolgere  
> un'inchiesta sul posto. Ha constatato che questo campo non è mai  
> stato circondato da filo spinato. Infatti questo è stato messo solo  
> attorno al luogo in cui si trovavano i giornalisti internazionali  
> venuti a filmare. Allo scopo di proteggere il loro materiale dai  
> furti! Deichmann ha anche controllato l'insieme delle cassette  
> girate da ITN. Le immagini confermano indiscutibilmente che le  
> persone non erano rinchiuse. Ha anche interrogato parecchi testimoni  
> secondo i quali, in quel campo, le persone erano venute a rifugiarsi  
> per cercare protezione contro le aggressioni delle milizie locali.  
> (ITN era l'autrice del documentario trasmesso nel 1992 da una rete  
> televisiva inglese dal titolo "I serbi organizzano in Bosnia campi  
> di sterminio", nota mia)
>
>
>
> Ma sempre Collon, citato da Catone, scrive parlando di un  
> "concorrente" della Hill&Knowlton, la Ruder&Finn: "L'enorme impatto  
> dei pretesi <<campi serbi di purificazione" è loro opera. Diffusa in  
> agosto, la storia dei campi di concentramento galvanizzò l'opinione  
> pubblica americana. Un sondaggio di Newsweek registrò un forte  
> cambiamento: da 35% di sostegno ai bombardamenti aerei prima, al 53%  
> dopo la storia.Ma come ha fatto Ruder&Finn a manipolare l'opinione  
> pubblica su questi campi? Il suo direttore, James Harf, lo spiega al  
> giornalista francese Merlino: <<Abbiamo convinto tre grandi  
> organizzazioni ebraiche: B'nai Brith Anti-Difamation League,  
> American Jewish Committee e American Jewish Congress. Abbiamo  
> suggerito loro di pubblicare un trafiletto nel New York Times e di  
> organizzare una manifestazione di protesta davanti alle Nazioni  
> Unite. La cosa è andata in maniera formidabile: l'ingresso in gioco  
> delle organizzazioni ebraiche a fianco dei bosniaci fu uno  
> straordinario colpo a poker. Automaticamente abbiamo potuto far  
> coincidere, nell'opinione pubblica, serbi e nazisti.>>
>
> Alla domanda di Merlino: "Vi rendete conto della vostra enorme  
> responsabilità?" Harf risponde: "Noi siamo professionisti. Avevamo  
> un lavoro da compiere e l'abbiamo fatto. Noi non siamo pagati per  
> fare la morale". Più oltre Harf afferma: <<La rapidità è un elemento  
> essenziale. Noi sappiamo perfettamente che è la prima affermazione  
> che conta. Le smentite non hanno alcuna efficacia.>>
>
>
>
> In apertura del libro l'autore Jürgen Elsässer, redattore del  
> mensile tedesco KONKRET, cita 1984 di Orwell "La guerra è pace, la  
> libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza." Non posso citare oltre,  
> per mancanza di tempo. Ma spero di avere invitato a qualche  
> riflessione. E' ovvio che alla mia età il mondo non si divide più  
> fra buoni e cattivi, e non intendo angelicare i serbi. Ma almeno  
> mettere qualche pulce nell'orecchio a chi ha nella testa un'altra  
> versione dei fatti, si.
>
>
>
> Aldo Zanchetta  22
> _______________________________________________
> Forumlucca mailing list
> Forumlucca@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/forumlucca