Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti
Mercoledì 23 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di 
genova, 420° ora in silenzio per la pace.
I pacifisti e pacifiste dell' "ora in silenzio per la pace" sostengono 
lo "sbarco" e propongono anche questa settimana il volantino informativo 
dell'iniziativa.
Domenica in piazza Matteotti, la "Piazza della Pace", insieme a alle 
iniziative di animazione ed informazione di moltissimi gruppi, potrai 
trovare e consultare la collezione dei volantini che abbiamo distribuito 
in questi nove anni di presenza sui gradini del palazzo ducale e degli 
striscioni che abbiamo esposto.
Incollo il volantino sulla sbarco che verrà distribuito mercoledì 23
Arriveranno in nave da Barcellona; arriveranno in mille.
Sbarcheranno a Genova il 26 giugno 2010
Sono cittadine e cittadini italiani che vivono all’estero e che 
intendono testimoniare la loro preoccupazione e il loro allarme per la 
deriva sociale e culturale che opprime il nostro Paese.
La sera del 26 Giungo una festa al porto antico accoglierà la nave e i 
suoi "sbarcanti" con musica e parole.
Domenica 27 giugno 5 piazze del centro storico si animeranno
parlando di:
diritto alla cura dell'ambiente e al futuro (Parco dell’Acquasola)
diritto al sapere e alla bellezza (Piazza Sarzano)
diritto alla differenza (Piazza della Commenda)
diritto alla pace (Piazza Matteotti e Palazzo Ducale)
diritto alla dignità del lavoro (Palazzo Rosso)
Sostieni l’organizzazione attraverso il conto attivato presso la filiale 
genovese di
Banca Popolare Etica.
Invia il tuo contributo a:
Beneficiario: */Lo Sbarco Genova/*
Codice IBAN *IT68 I 05018 01400 000 000 132 527*
Codice BIC CCR TIT 2T8 4A (per transazioni da conti esteri)
Causale: */sostegno allo sbarco/*
/anche 3 euro possono fare la differenza!/
Visita *
www.losbarco.org *per informazioni: *genova@???*
    E la nave va: il manifesto
Siamo un gruppo di italiani/e che vivono a Barcellona.
Insieme ad amici (non solo italiani) assistiamo seriamente preoccupati a 
ciò che avviene in Italia. Certo la crisi c’è anche qua, ma la 
sensazione è che la situazione nel nostro Paese sia particolare, 
soprattutto sul lato culturale, umano, relazionale.
Il razzismo cresce, così come l’arroganza, la prepotenza, la 
repressione, il malaffare, il maschilismo, la diffusa cultura mafiosa, 
la mancanza di risposte per il mondo del lavoro, sempre più subalterno e 
sempre più precario. I meriti e i talenti delle persone, soprattutto dei 
giovani, non sono valorizzati. Cresce la cultura del /favore/, del 
disinteresse per il bene comune, della corsa al denaro, del /privato/ in 
tutti i sensi.
In Spagna, negli ultimi mesi, sono usciti molti articoli raccontando 
quello che avviene in Italia, a volte in toni scandalistici, più spesso 
in toni perplessi, preoccupati, sconcertati. Si è parlato dei campi Rom 
bruciati, dei provvedimenti di chiusura agli immigrati, delle 
aggressioni, dell’aumento dei gruppi neofascisti, delle ronde, 
dell’esercito nelle strade, della chiusura degli spazi di libertà e di 
democrazia, delle leggi /ad personam/.
Dall’estero abbiamo il vantaggio di non essere quotidianamente 
bombardati da un’informazione (??) volgare e martellante, da logiche di 
comunicazione davvero malsane.
E allora: che fare? Prima di tutto capire meglio, confrontarci, quindi 
provare a reagire. Siamo convinti che ci siano migliaia di esperienze di 
resistenza, di salvaguardia del territorio, di difesa dei diritti, della 
salute, di servizi pubblici di qualità. E che vadano sostenute.
Al termine di un percorso che abbiamo appena iniziato, vogliamo quindi 
organizzare una nave che parta da Barcellona e arrivi a Genova.
Sarà *la nave dei diritti*, che ricorderà la nostra Costituzione e la 
sua origine, laica e pluralista, la centralità della libertà e della 
democrazia vera, partecipata, trasparente: dai luoghi di lavoro alle 
scuole, ai quartieri, ai servizi, al territorio. Ricorderà che il 
pianeta che abbiamo è uno, è questo, questo è il nostro mare, di tutti i 
popoli. Che chiunque ha diritto di esistere, spostarsi, viaggiare, 
migrare, come ha diritto che la sua terra non sia sfruttata, depredata. 
Ricorderà che le menzogne immobilizzano, mentre la verità è rivoluzionaria.
Ricorderà che cultura e arte sono i punti più alti del genere umano, 
sono fonte di gioia e piacere per chi li produce e per chi ne beneficia, 
non sono fatte per il mercato.
Ricorderà che esistere può voler dire resistere, difendere la propria e 
l’altrui dignità, conservare la lucidità, il senso critico e la capacità 
di giudizio. Creiamo ponti, non muri.
È un grido di aiuto e solidarietà, che vogliamo unisca chi sta 
assistendo da fuori a un imbarbarimento pericoloso a coloro che già 
stanno resistendo e non devono essere lasciati/e soli/e.
Non siamo un partito, non siamo una fondazione, non sventoliamo 
bandiere, tanto meno bianche. Siamo piuttosto un movimento di 
cittadini/e che non gode di alcun finanziamento