La sorte a volte è davvero ironica :)
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200911articoli/49507girata.asp
Una volta assaltava il G8, ora fa l’imprenditore: “Siamo noi i veri
sfruttati”. Contesta l’Irap (“Una vergogna”) e giustifica gli evasori:
“Non hanno altra scelta”
MICHELE BRAMBILLA
MILANO
Ricordate Luca Casarini, il no global? Adesso fa l’imprenditore. È una
delle tante partite Iva del Nord-Est, quelle che votano Berlusconi o
Lega in percentuali bulgare. Quando parla dell’Irap, il nuovo Casarini
parla come la Marcegaglia: «Un’imposta che colpisce la produzione è
un’imposta assurda». Quando parla delle banche, parla come Tremonti:
«L’accesso al credito, specie in periodi di crisi come questo,
dovrebbe essere agevolato». Quando parla del centralismo dello Stato,
parla come Bossi a Pian del Re: «C’è una forte richiesta di autonomia
dalla parte della nostra gente, dobbiamo riprendere in mano i nostri
destini».
Guai a dirgli, però, che ha voltato gabbana. Ribelle era e ribelle
rimane. La sua ditta, una società di consulenza su marketing e
comunicazioni, l’ha voluta chiamare «Nexus 7». «Nexus 6 – spiega – era
il replicante di Blade Runner che si ribella. Io sono il numero 7, mi
ribello ancora di più». La sede della ditta è a Marghera, a casa sua.
Dipendenti zero. L’ha aperta in settembre. E due mesi sono sufficienti
per capire i problemi di un mondo che non è propriamente quello da cui
viene lui. Tasse, balzelli, burocrazia, clienti che non pagano e
banchieri con il braccino corto hanno preso il posto di cortei,
slogan, scontri con la polizia, denunce, condanne per resistenza a
pubblici ufficiali.
Casarini, si rende conto che diranno tutti che è passato dall’altra
parte?
«Ma non è vero. Io resto dalla parte degli sfruttati. E i nuovi
sfruttati sono i piccoli imprenditori, gli artigiani. È il Paese che
produce e quindi dovrebbe essere aiutato e invece si scontra con tutto
un sistema di difficoltà».
Faccia qualche esempio.
«L’Irap è una vergogna. Specie in periodi di crisi. Viene tassata la
produzione, non il reddito: ma le pare? E poi le banche. Per fare un
mutuo, che è l’unico sistema possibile per comprare una casa, in
Italia c’è un tasso medio del 5 per cento; in Europa è del 2,5. Per
chi ha un’attività, poi… Io ho chiesto settemila euro di credito, per
darmeli ci hanno messo un mese e mi hanno chiesto beni di famiglia in
garanzia».
Sono i rischi d’impresa. Se ne rende conto solo adesso?
«No, ho sempre pensato che i piccoli imprenditori erano vessati. Non
ho mai avuto un atteggiamento ideologico contro di loro. Per questo ho
polemizzato con la sinistra, che ha sempre avuto un’impostazione
classica: difende gli operai delle grandi fabbriche, che sono stra-
garantiti, e se ne infischia di quelli che lavorano con i piccoli».
Sta pensando di passare alla Lega?
«Per carità. Non crederà davvero che la Lega tuteli le piccole
imprese, vero? O che il Pdl sia il mitico “partito del popolo delle
partite Iva”? Quelle sono tutte balle. La prova è che al governo ci
sono loro, Lega e Pdl, e per noi piccoli imprenditori non stanno
facendo niente».
«Noi piccoli imprenditori»? Siamo sicuri che lei è proprio il Casarini
che guidava le masse contro il G8?
«Mi faccia continuare. Si è mai chiesto perché la Lega se la prende
tanto con gli immigrati? Perché è l’unico argomento che può
permettersi. Se parla di tasse, balbetta. La Lega, qui in Veneto, è lo
Stato. È la Lega che ci impone le tasse. Dicono tanto di Roma, ma a
Roma ci stanno loro».
Che cosa vuol dire aprire un’impresa proprio in tempo di crisi?
«Vuol dire scoprire l’iniquità del sistema fiscale. Le faccio un
esempio. Oggi la gente paga tutta in ritardo. Chi lavora per gli enti
pubblici, poi, riceve i soldi dopo 90 o 120 giorni, a volte dopo sei
mesi. Ma l’Iva la deve pagare subito. Subito, ha capito? Io la
recupero dopo mesi e mesi. E gli interessi, dico: gli interessi chi me
li paga?».
Lei è un uomo di lotta. Ha pensato a qualche manifestazione?
«Beh, potrei cominciare a fare obiezione fiscale non pagando l’Irap,
ad esempio».
Cioè evadere il fisco? Proprio lei? Sono discorsi da cumenda brianzolo
che vota centrodestra.
«Un momento. Distinguiamo. C’è evasione ed evasione. Un conto sono i
grandi evasori, che non pagano le tasse e poi si comprano l’Alitalia
con i soldi dello Stato, cioè nostri. Un conto sono i piccoli, che
devono pur difendersi».
Quindi lei giustifica l’artigiano o il commerciante che fa un po’ di
nero?
«Ma certo. Se no come fa a vivere? Uno è costretto a evadere. Lo so
che eticamente è discutibile. Ma io vorrei sapere anche dove vanno, i
nostri soldi. A finanziare le guerre? Io non ci sto».
E rieccolo, il Casarini disobbediente. Sarebbe curioso se il prossimo
guaio giudiziario l’avesse per evasione fiscale, e si trovasse sul
banco degli imputati con la stessa accusa di frode fiscale che i pm
contestano a Berlusconi.