[cm-Roma] Riflessioni a freddo

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Author: Kla
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To: cm-roma
Subject: [cm-Roma] Riflessioni a freddo

Credo sia stata una fortuna che, grazie alla mia scarsa memoria, non mi
ricordassi di Eva, così quel venerdì sera ero lì "tanto per fare numero". In
realtà credo siano stati l'indignazione e l'acquisita consapevolezza che
questa strage silenziosa ci tocca molto da vicino, i motivi che hanno spinto
molti di noi a essere la.
La morte di una giovane è stata strumentalizzata? Probabilmente sì, ma
chissà se il Machiavelli de "il fine giustifica i mezzi" oggi avrebbe
scritto le stesse cose...
E poi il fine qual'era? Esprimere la rabbia, l'orrore, la paura in un rito
collettivo e catartico di salvificazione?
Sensibilizzare gli automobilisti su questa quotidiana tragedia?
Attirare l'attenzione dei mass media?
A me è servito per vincere l'orticaria repellente è vedermi una puntata di
quel necrologio che è il tg5 e chiedermi: come ci siamo finiti lì?
Voi che risposte vi siete dati?
La risposta più ovvia sembra: la dove c'è morte gli sciacalli della cronaca
ci si ficcano.
La seconda è di sicuro: la spinta di molti che lavorano o che sono in
contatto col mondo dell'informazione ha facilitato questo contatto.
Ma secondo me c'è di più. Purtroppo la morte, soprattutto in questi casi, è
una sconfitta, ma anche una possibilità di redenzione. Eravamo uniti: chi
delle ciclofficine, chi dei blog, chi delle associazioni, chi dei comitati e
chi "libero ciclista". Questa vita spezzata in modo così violento ed atroce
ci ha scosso e ci ha costretto a distogliere lo sguardo dai nostri torpori
da orticello sotto casa e credo che questo sia qualcosa di importante, la
fine come punto di inizio di un orizzonte più ampio.
Dietro a un'esistenza di routine, tanto comoda quanto insulsa, c'è
l'inferno, se dico che in questo pianeta ogni secondo muore un bambino, non
lo dico per fare retorica, anche se, come diceva qualche brutto ceffo, oltre
un certo numero, sono solo statistiche. Se davvero noi occidentali abbiamo
il privilegio di scegliere, perchè, porco mondo, scegliamo di non scegliere?

Seguendo Marshall McLuhan più che Machiavelli ritengo che la bicicletta sia
tanto mezzo quanto fine.
Più persone, eventi, luoghi, idee, ideali e conquiste salgono su queste
mezzo, più questo fine diventa immenso e quindi, indistruttibile e
incorruttibile.
Buona giornata
Claudia CicloAnkona