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Genova, caso bus
Dossier Pericu ai magistrati: «Amt, non ci fu danno»
Il vero contrattacco dellex sindaco è in un documento di venti pagine, acquisito dal sostituto procuratore Francesco Pinto.
È la memoria con la quale Giuseppe Pericu respinge, punto per punto, laccusa di aver creato un buco nelle casse del Comune con la gestione delle società pubbliche, e al contempo allontana lo spettro di uniscrizione sul registro degli indagati.
È un carteggio suddiviso in quattro capitoli, altamente politico nonostante una serie di precisazioni su questioni di diritto.
Ed è, con ogni probabilità, il preludio al rush finale delle due inchieste parallele che stanno mettendo in subbuglio la politica genovese.
Al centro degli accertamenti cè la scissione dellazienda dei bus, Amt, che nel 2005 fu privatizzata con lingresso dei francesi di Transdev al 41%, mentre Tursi rimase unico azionista della neonata Ami, delegata alle manutenzioni e gravata da pesanti debiti.
Da una parte la Corte dei Conti ha presentato allex primo cittadino (insieme al suo ex vice, Alberto Ghio e allallora assessore al Personale, Giovanni Facco) un conto da 10 milioni di euro. Pericu ha deciso di rispondere; non sui giornali, come ha fatto più volte, ma direttamente ai magistrati.
Il dossier è suddiviso in quattro parti fondamentali.
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