L’AIS organizza un convegno
sull'uso delle fonti nella ricerca sociale.
  Il convegno è organizzato in collaborazione con la SISCO (Società  
Italiana di Storia Contemporanea) e con la AISEA (Associazione  
Italiana per le Scienze Etno-antropologiche) e si
terrà a Napoli il 14 e il 15 ottobre 2009, presso il Complesso  
Monumentale di S. Marcellino, a cura della Sezione di Metodologia.
Il titolo del Convegno sarà:
Interrogare le fonti.
Un confronto interdisciplinare sul rapporto tra domande conoscitive e  
basi di dati.
Il convegno è stato pensato come un’occasione per  discutere il modo  
in cui vengono utilizzate ed analizzate criticamente le diverse fonti  
(fonti statistiche ufficiali, fonti amministrative, fonti documentali,  
di produzione personale o istituzionale) alle quali gli scienziati  
sociali ricorrono nel loro lavoro.
Se i sociologi hanno fatto della costruzione del dato uno dei loro  
punti di forza metodologici, è anche vero che la storia della ricerca  
sociologica è significativamente segnata da risultati teorici   
ottenuti a partire dall’analisi e dalla interpretazione di fonti  
statistiche e documentarie non prodotte dai  ricercatori stessi.  
Poiché la disponibilità di queste  fonti si moltiplica con l’aumentare  
delle informazioni prodotte dalle stesse strutture sociali, dai  
processi della loro governance istituzionale, dalla riflessività, più  
o meno controllata, delle reti interazionali, la loro rinnovata  
valorizzazione critica nella costruzione della conoscenza dei fenomeni  
sociali diventa un obiettivo cruciale per una sociologia che voglia  
farsi strumento di comprensione delle società contemporanee e delle  
loro trasformazioni.
In questa prospettiva riteniamo che il confronto con le altre  
discipline storico-sociali, che per caratteristiche intrinseche del  
loro approccio problematico sono avvezze più alla de-costruzione che  
alla costruzione del dato, possa essere molto fruttuoso.
A caratterizzare la riflessione sarà proprio il confronto tra  
discipline che, con la sociologia,   condividono una serie di nodi  
critici nel rapporto con le fonti:  per quanto attiene al la scelta  
dei documenti da utilizzare nella ricerca, alla loro selezione e  
catalogazione e, soprattutto, alla loro interpretazione (con tutti i  
passaggi e le decisioni ad essi connesse: di modalità e livelli di  
standardizzazione delle informazioni, di formalizzazione e  
riproducibilità dei codici interpretativi utilizzati e delle  
elaborazioni e analisi prodotte).
Spesso storici, antropologi e sociologi utilizzano gli stessi tipi di  
fonti, ma diverse sono le domande che rivolgono ad esse e diverso è,  
di conseguenza, l’utilizzo che ne deriva.
La nostra ambizione è di aprire un dibattito non solo tecnico e  
metodologico, ma anche sostantivo intorno alle aree tematiche ed alle  
questioni teoriche connesse, ai diversi livelli di analisi: micro,   
macro, meso.
È previsto che il convegno si articoli su tre mezze giornate, in cui  
l’obiettivo è  di articolare un confronto su altrettante tematiche  
generali.
Tali tematiche dovrebbero essere tali da consentire il confronto tra   
approcci diversi
(dal punto di vista disciplinare, metodologico, analitico).
La prima mezza giornata, in sessione plenaria, sarà dedicata al  
confronto tra le diverse prospettive disciplinari, con il duplice  
obiettivo  di cogliere le diversità di accenti nel dibattito che sulle  
fonti esse vanno costruendo e di favorire un reciproco arricchimento  
metodologico e sostantivo, valorizzando la sovrapponibilità dei nodi  
critici individuati.
A uno storico, un antropologo, un demografo, un sociologo si chiederà  
di fare il punto sullo stato del dibattito in merito alle tipologia di  
fonti utilizzate nei rispettivi ambiti disciplinari, alle domande  
conoscitive per le quali  ciascun tipo di fonte è ritenuta adeguata e  
sui criteri di validità e attendibilità che sono ritenuti  
discriminanti nella valutazione degli usi delle fonti stesse.
Le altre due sessioni, che si riterrebbe opportuno svolgere in seduta  
plenaria o - a seconda del numero dei contributi che giungeranno dalle  
sezioni -  ciascuna in non più di due sessioni parallele, saranno  
costruite interdisciplinarmente, sia coinvolgendo le diverse comunità  
disciplinari entro cui si articola l’ormai molto ampia schiera dei  
sociologi italiani che accogliendo i contributi che verranno dai   
colleghi antropologi, storici, demografi, psicologi sociali.
La seconda mezza giornata avrà come tema  l’analisi delle strutture  
sociali e dei loro processi di mutamento, nei vari aspetti che  
riguardano la composizione della popolazione, la sanità, l’assistenza,  
la previdenza, la giustizia, la cultura e l’istruzione, il lavoro, i  
consumi, il reddito, la qualità della vita, la ricerca scientifica e  
l’innovazione tecnologica, le strutture di governo e di policy e  
l’andamento dei risultati elettorali. I contributi dovranno esplorare  
l’ampliarsi della gamma delle fonti disponibili, da quelle generate  
dall’arricchimento e dall’evoluzione della produzione di statistiche  
ufficiali da parte del SISTAN e delle fonti sovranazionali e  
internazionali, a quelle derivate dalle attività amministrative e  
dalla loro  informatizzazione e  standardizzazione, mostrandone  
potenzialità e limiti;  trattare l’adeguatezza delle diverse fonti  
disponibili a fronte del mutare delle domande conoscitive, in  
relazione all’approfondirsi delle conoscenze teoriche e delle  
conseguenti esigenze di individuazione di una base empirica  
pertinente, valida e attendibile; proporre possibili percorsi di  
interazione tra contesti d’uso dei dati, in particolare quelli  
suggeriti dalla ricerca, e contesti della loro produzione, sia in  
termini di nuovi standard di qualità e accessibilità che di nuove  
ipotesi di contenuti informativi.
  La terza mezza giornata, infine,  si focalizzerà sull’analisi della  
riproduzione intergenerazionale, per un verso, delle fratture e delle  
discontinuità , per un altro, nei percorsi e nelle carriere  
individuali,  attraverso i diversi ambiti e le diverse sfere di vita,  
dalla salute, al welfare, all’istruzione, alla famiglia ed alla sfera  
affettiva e riproduttiva, al lavoro, alle scelte di consumo, agli  
stili di vita, sino alle dimensioni espressive dei valori, delle  
conoscenze, dei giudizi, delle preferenze e dei gusti.    Anche a  
questo proposito, i contributi dovranno trattare l’ampliarsi del  
ventaglio delle fonti disponibili, da quelle generate  
dall’arricchimento dei mezzi di espressione personale (dai siti web,  
ai blog, ai profili e alle pagine dei network del web 2.0) a quelle  
derivate dalle attività, istituzionali e non, nelle quali i singoli  
individui risultano sempre più monitorati e nelle quali lasciano  
sempre più tracce delle proprie scelte e dei propri percorsi, grazie  
alla pervasività delle tecniche di registrazione,  standardizzazione e  
digitalizzazione delle relative informazioni; dovranno evidenziarne  
potenzialità e limiti, compresi quelli di  intrusività  e di  
accessibilità alla ricerca;  trattare l’adeguatezza delle diverse  
fonti disponibili a fronte del mutare delle domande conoscitive e –  
per converso – le nuove domande che la disponibilità di quei dati  
consente di porsi, fornendo  una nuova base empirica pertinente,  
valida e attendibile; proporre possibili percorsi di interazione tra  
contesti d’uso dei dati e contesti della loro produzione, sia in  
termini di nuovi standard di qualità e ammissibilità che di  
democraticità e contestabilità delle strutture di controllo e  
governance della cosiddetta “società dell’informazione”.